Twilight GdR

Black Lilith

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Black Lilith
view post Posted on 11/3/2011, 00:17




Nome: Battezzata con il nome Michelle, decide di cambiarlo (grazie a conoscenze anche all’anagrafe) in Lilith

Cognome: Black

Razza: vampiro

Data di nascita: 7 /8/ 1968

Segno zodiacale: leone

Età-apparente: 20 anni

Età-effettiva: 42

Potere:Michelle, nella sua follia è sempre stata convinta di possedere inauditi poteri e capacità, in realtà non è così. Una volta divunuta vampira ha ricevuto un dono potente e pericoloso. Ella lo definisce “tocco ardente”: la ragazza quanto tocca la sua vittima è in grado di provocarli gli provoca un fortissimo dolore. Il potere causa un autentico danno al malcapitato (scottature di primo grado, se il contatto è prolungato le scottature possono essere di secondo grado). Tale capacità si è "evoluta" dopo la morte di Elias. Il nuovo potere da lei definito “beata agonia” provoca dolore e danni alla vittima esattamente come in passato (le lesioni però sono di terzo grado) e, in questo caso, il dolore cresce, diventando quasi insopportabile quando Michelle molla la presa.

Descrizione fisica: Michelle è una ragazza dal fisico sottile e slanciato (è alta 1,75 e pesa solo 51 kg), caratteristiche che, combinate con il portamento fiero e aggraziato, i modi di fare raffinati e l’atteggiamento (in determinate circostanze) snob palesano le sue origini aristocratiche. Ha capelli lisci biondi e lucenti che spioventi scivolano oltre le spalle incorniciando il suo delicato viso dalla carnagione candida e i tratti fini. Esso infatti spicca più di ogni altra caratteristica del suo aspetto fisico: i suoi magnifichi occhi sono di un azzurro glaciale. Occhi che le assicurano uno sguardo freddo e distaccato, spesso indecifrabile.. Il naso appare minuto e ben proporzionato al resto del viso, gli zigomi alti, le labbra ben disegnate (ne troppo sottili ne troppo carnose), di un intenso rosa, donano un pizzico di sensuale malizia al volto completandone l’armonia. Altro punto di forza sono le sue mani da musicista: lunghe dalle dita sottili e affusolate eleganti nelle movenze e rese ancor più belle dalla french manicure. Sul polso desto ha un piccolo tatuaggio esso raffigura un serpente che si morde la coda (forma così uno zero, simbolo dell’infinito) e dietro l’orecchio sinistro alcune note musicali che simboleggiano il suo amore per la musica E sulla schiena un bellissimo e conturbante tribale. Infine ha un pearcin sul labbro inferiore

Situazione sentimentale: Michelle ha avuto una vita sentimentale turbolenta, travagliata e drammatica. In gioventù, non è riuscita ad allacciare rapporti sereni con i suoi coetanei, colpa del suo carattere deviato e patologico che la portava sovente a pensare di essere detestata da tutti. Scopre l’amore una volta trasformata in vampira. Il ragazzo si chiamava Elias, vampiro anch’egli. Musicista. Con lui ha trascorso i piu bei momenti della sua esistenza ed è riuscita ad affrontare le sue piu grandi pauire. Il giovane Elias si è dimostrato un ragazzo dolce, tenero, affettuoso e premuroso. Il loro amore, libero da ogni schema, pareva potesse durare in eterno. Purtroppo non fu così. Elias perse la vita In Germania, nella foresta nera, attaccato da un branco di licantropi. Dopo la sua morte Michelle, straziata dal dolore decise di cambiare nome perché il suo era legato ad un ricordo che la faceva soffrire troppo. Non perse completamente il senno grazie alla vicinanza di una sua carissima amica: Marykate.

Foto personaggio:


Carattere: Il carattere di michelle è indubbiamente influenzato dal suo disturbo mentale di tipo bipolare. Patologia nella quale i normali stati dell'umore, tristezza e felicità, si presentano ciclicamente amplificati e alternati a periodi di normalità. In vita Michelle passava da stadi depressivi durante i quali si sentiva demotivata, pessimista e con scarsa stima di sé a periodi deliranti connaturati da: aumento dell'autostima o grandiosità, rridotto bisogno di sonno , volubilità ( non si accorge che i suoi pensieri cambiano facilmente), facile distraibilità (Michelle sovente poneva attenzione a particolari insignificanti ed ignorava elementi importanti) , aumento delle attività finalizzate , agitazione mentale o fisica e deliri iper o ipo maniacali (come tutte le persone in quello stadio ella credeva di avere capacità straordinarie o pensava che il mondo stesse ordendo un complotto contro di lei ). Il suo carattere risultava quindi particolarmente indecifrabile anche per le persone che la conoscevano bene. Depressione e bipolarismo sono scomparsi una volta divenuta vampira. Oggi ella non piu schiava delle sue manie riesce a governare la sua esistenza. Alle persone con cui entra in conflitto generalmente riserva una freddezza per lei molto efficace, ma chi la conosce bene sa che in realtà è facilmente irritabile e che se perde la testa la sua rabbia è difficile da controllare.
Dietro un’ apparente glacialità Michelle nasconde quindi un carattere passionale e vagamente incostante.
Ha una particolare difficoltà nel relazionarsi normalmente con gli esseri umani, nei rapporti infatti tende a mostrare solo una parte di sé: dopo la morte del suo amato Elias non ha ancora conosciuto persone con cui riesce ad avere un atteggiamento naturale e spontaneo Molto riflessiva a volte tende alla malinconia e si rifugia nella musica: Michelle infatti è un’ ottima cantante e chitarrista.
La prematura scomparsa dell’amato ha anche lasciato in lei tracce di rancore che con il passare del tempo si sono sedimentate nella parte più profonda della sua anima.

Storia: Mi chiamo Lilith, al secolo Michelle Black (nome e cognome piuttosto banali vero?) ho deciso di lasciare al mare la mia vicenda affinché la conservi negli abissi profondi quanto la mente umana.
Sono nata il 7 agosto del 1968 In una splendida casa a Beverly Hils. I miei genitori , Elisabeth Joanson e Robert Moore possiedono una delle più famose cliniche private (si occupavano entrambi di chirurgia estetica), nella quale lavora mio fratello Geroge Moore. Ho trascorso un infanzia serena ed estremamente agiata. I miei genitori non mi hanno mai fatto mancare nulla: estremamente dolci e affettuosi hanno sempre esaudito ogni mio desiderio, anche il più piccolo. Vivevo, con i miei cari in una magnifica villa
suddivisa su tre livelli. Un grande seminterrato che fungeva da taverna, sauna e palestra. Il primo piano con servizi, cucina e dispensa, sala da pranzo salotto per gli ospiti, e studio infine il primo piano con le camere da letto (comprese quelle degli ospiti e i bagni. (la servitù viveva in una apposita dependance). Insomma cosa potevo desiderare di più?
Io e mio fratello.
Io e mio fratello George non siamo mai andati d’accordo.Llo dico in modo chiaro e franco. Tutta colpa del suo carattere: lui era l’angioletto di casa, sempre buono e disponibile ad aiutare gli altri. Lo studente perfetto, bello, magro , bravo in tutti gli sport. Una persona banale e comune. Io al contrario ero piuttosto grassottella, una frana nell’attività motorie (ero decisamente goffa e risultavo ridicola durante l’ora di ginnastica) ma avevo ciò che a lui mancava: una mente geniale. I professori mi detestavano, certo erano invidiosi delle mie capacità superiori questo è indubbio, ed io li sminuivo ogni volta che potevo. Detestavo l’ordine che vigeva in quella famosa scuola privata ed ero sempre pronta a contestare le regole, insomma una vera piantagrane. Nonostante le mie doti superiori chi aveva fama e successo a scuola? Io o mio fratello? Ovviamente George. Un successo decisamente immeritato. Certo quel belloccio magro piaceva alle compagne di scuola. Veniva invitato alle feste e naturalmente a mensa sedeva al tavolo delle persone più popolari. Cosa faceva quello sciocco per dimostrarsi buono agli occhi dei nostri genitori? Cercava di coinvolgermi.. invitandomi alle feste.. Ma dico io siamo impazziti? IO un GENIO INDISCUSSO accettare l’elemosina di quel pappamolla? Non sia mai. Il mio orgoglio me l’ha sempre impedito. Alla sua nauseante bontà preferivo la mia triste solitudine o la compagnia di pochi ma sinceri amici.
Dieta.
All’età di 13 anni, stanca di sentirmi oggetto di critiche e pesanti insulti. I ragazzi possono essere molto cattivi se vogliono. Molti mi deridevano chiamandomi “bomba” “grosso maiale” Ippopotamo”… Ricordo molto bene le loro facce e le risate che si facevano alle mie spalle quando mi cambiavo negli spogliatoi femminili. Come ricordo i loro nomi e cognomi. Credetemi se vi dico che quelle e quegli infami non meritano di vivere. Un giorno mi vendicherò di loro e lo farò nel mondo più crudele e diabolico possibile. Decisi di sottopormi a una ferrea dieta, con il bene placido della mia famiglia. Venni seguita da un famosissimo nutrizionista il quale riuscì a farmi calare parecchi chili. A parer suo, ovviamente, fece un ottimo lavoro e tutti (la mia famiglia, mio fratello, alcuni stronzetti a scuola) lo apprezzarono. Tutti tranne me. Guardavo la mia immagine riflessa allo specchio e continuavo a vedermi grassa, goffa e terribilmente brutta. Quella dieta a mio avviso non era servita proprio a nulla. Il mio umore crollò. Iniziai a indossare abiti sempre più larghi, molto spesso la mia mente pensava alla morte considerandola come l’unica amica sincera, la vera consolatrice, colei che avrebbe cancellato tutti i miei umani tormenti. La chiamai sovente ma ella non mi udì. Una volta presi una intera confezione di Depakin, rubato dalla clinica di mio padre, l’unico risultato che ottenni fu una lavanda gastrica (grazie alla fama e alle conoscenze di mio padre non mi trattennero in psichiatria, almeno quella volta). Quando tornai a casa, decisi di ricominciare la dieta. Iniziai un lungo digiuno senza che i miei se ne accorgessero. Ero un ottima attrice, fingevo di mangiare o trovavo scuse geniali per non cenare . Durante. le feste mi abbuffavo, gettandomi letteralmente sulle pietanze più prelibate, per poi rimettere. In quel periodo alternai lunghe fasi di anoressia e brevi periodi di bulimia. Quando raggiunsi l’apice della mia magrezza, avevo 17 anni, la mia famiglia non poté più fingere di non vedere cosa mi stava accadendo. Ricordo quel giorno come fosse ieri: avevo deciso di fare shopping e mi ero recata nell’atelier di Versace quando mi sentii male. Non ricordo cosa accadde svenni e quando mi risvegliai mi ritrovai in ospedale. In quella struttura privata mi diagnosticarono, cito testuali parole “un disturbo dell’alimentazione in fase acuta e avanzata”. I mie genitori decisero di farmi immediatamente ricoverare presso una struttura idonea.
Ricovero.
Venni ricoverata, contro la mia volontà, in una delle più famose cliniche psichiatriche specializzate nella cura di anoressia e bulimia. Devo ammetterlo, quel luogo era piuttosto carino. Una grande casa bianca, immersa nel parco, avevo una camera tutta mia e la possibilità di collegarmi ad internet. Ricordo quei giorni o mesi inutili e senza scopo molti dei quali morti come foglie di un albero inaridito. La mia vita era scandita dalla medesima routine. Alzarsi, mangiare, terapia di gruppo o singola pranzo, altre attività, cena. Tutto calcolato, tutto preciso: presi qualche chilo, senza sentirmi in colpa. Nota positiva: per la prima volta riuscii ad apprezzare il mio aspetto fisico.
Ma a quale prezzo? Mi sentivo in gabbia. Non potevo uscire, tutto mi era precluso. Gli unici momenti in cui ero realmente contenta era quando potevo cantare o suonare la mia amatissima Fender Il mio umore col tempo peggiorò, diventai irascibile rabbiosa e una sera picchiai selvaggiamente Mary: grassa caposala che cercava di farmi ingurgitare caramelle gommose: le deviai il setto nasale e ruppi due denti. Gli infermieri di guardia siuscirono a bloccarmi e sedarmi. Quando mi sveglia raccontai agli psichiatri la mia versione dei fatti. Dissi loro che Mary era un autentica strega, che mi oodiava perchè ero piu magra di lei ed ogni sera cercava di avvelenarmi il cibo o l'acqua con quantità inusitate di grassi per farmi diventare come lei, ovviamente, nessuno volle credermi. I medici che mi avevano in cura fecero ulteriori indagini e convocata la mia famiglia emisero il loro verdetto “sua figlia è affetta da depressione ciclotimica, l’anoressia è solo un effetto secondario della sua reale patologia. In questo periodo abbiamo potuto notare in Michelle tutti i sintomi di quella malattia: come tutti i “Borderline” passa da periodi maniacali contraddistinti da umore eccessivamente euforico, con idee ed azioni eccessive, a periodi depressivi connotati da tono umorale molto basso con senso di vuoto, tristezza, perdita di piaceri ed interessi, difficoltà psico cognitive ed emotive e bal bal bla bla… cura con il litio”
Osservai i loro volti e in quell’istante vidi la realtà dietro a quelle maschere. I medici non erano altro che lupi travestiti da agnelli, il cui scopo era quello di eliminare gli individui geniali come me che avrebbero potuto minare lo status quo. Quel giorno non dissi una parola, finsi di accettare le cure e iniziai a studiare. Quegli sciocchi parvero sollevati nel vedere nascere in me nuovi interessi (per la politica, l’occulto, e l’informatica). Stolti, non avevano compreso il mio grande disegno. Le mie letture erano indirizzate a un unico scopo: scoprire l’origine di quella “mano invisibile” che governa il mondo. Chi erano i Burattinai? Cosa manovravano? Più leggevo, più tutto mi appariva chiaro. Dalla morte di Kennedy all’11 settembre qualcuno aveva operato di nascosto per governare il mondo. Evidentemente qualche agente infiltrato (quelli che amo definire, uomini in grigio) aveva notato il mio particolare acume, con la complicità del noto nutrizionista mi aveva fatto ammalare per poi farmi ricoverare in quella clinica dove, con le mie idee illuminate non avrei potuto nuocere ai loro luridi scopi. Quei bastardi mi riempirono di farmaci: Litio, Efexor, Aldol , tutto per indebolire la mia mente. Quando lo capii mi feci furba: da “brava paziente” prendevo i medicinali e poi li gettavo nel water. Per un po’ andò tutto bene. Senza tutte quelle medicine iniziai a sentirmi di nuovo me stessa, piena di vita e voglia di fare: : leggevo, scrivevo, dipingevo. Parlavo con gli altri degenti e tutti mi ascoltavano estasiati.. ero diventata la leder indiscussa di quel luogo. La mia felicità non durò molto: i medici (evidentemente qualcuno aveva messo delle microspie nella mia stanza) se ne accorsero e iniziarono a dosarmi i medicinali in modo più oculato (che bastardi.. passarono dalle pillole alle gocce, in questo modo non potei piu raggirarli).Il primo che provò a somministrarmele finì al pronto soccorso: gli conficcai un paio di appuntite forbici nella coscia destra (per mia sfortuna non riuscii a ledere l’arteria femorale di quel bastardo servitore, di quell’”uomo in grigio”). I suoi complici dal camice bianco mi sedarono e misero in isolamento per una settimana (di quei giorni non ho alcun ricordo) Dopo quell’episodio (tutti i tribunali non coinvolti nel complotto mondiale l’avrebbero considerata legittima difesa) aumentarono il dosaggio dei farmaci aggiungendo un noto antipsicotico (il serenase). In tal modo riuscirono ad obnubilare la mia mente, di quel periodo ricordo la mia innaturale calma (ero quasi apatica) e il sapore del cibo. Tutto sapeva d’aglio, possibile? Lo mettevano nel polpettone come nelle patate fritte. Quel sapore e odore forte iniziò presto a nausearmi a tal punto che oggi non riesco neppure ad avvicinarmi ad un individuo se sento quello sgraditissimo odore.
L’incontro che cambiò la mia vita.
Una notte venne da me una giovane infermiera . Era alta mora e con belissimi occhi verdi. Iniziammo a chiacchierare e presto scoprimmo di avere molte cose in comune: entrambi amavamo leggere, cantare e suonare e impazzivamo per “alice nel mondo delle meraviglie”. In onore della nostra lettura preferita ci demmo dei soprannomi: io ero Red queen e lei white queen. Ci incontrammo tutte le sere quella settimana. Ci rivedemmo per caso il venerdì mattina: aveva appena terminato il suo turno e non sarebbe rientrata in clinica fino a lunedì. Prima di andarsene quella sera mi disse una cosa che non scorderò mai: . Da allora ci incontrammo regolarmente, fino a quando una sera… entrando nella mia stanza mi disse “Ciao Michelle ho visto le foto di quando sei entrata in clinica, allora eri pelle e ossa, permettimi un complimento. Ora sei molto più bella.” La guardai stupita “non sono venuta da te per farti i miei complimenti, ma per stimolarti a continuare la tua ricerca. Sei una donna intelligente in grado di comprendere ciò che agli altri è precluso, per questo ho deciso di diventare la tuo mentore”. Marykate mi ispirò immediatamente fiducia, così accettai di diventare sua allieva. Ogni notte veniva in camera a trovarmi, mi portava antichi volumi, molti dei quali di magia. La sua presenza mi aiutò moltissimo: finalmente avevo trovato qualcuno in grado di comprendere i miei stati d’animo, le mie apprensioni e i miei desideri, qualcuno che non mi ascoltava senza cercar di giudicarmi. Qualcuno in grado di apprezzare la mia indubbia genialità. Marykate riuscì a tranquillizzarmi. I medici notarono il mio cambiamento, convinti che il mio “miglioramento” derivasse dalla cura, mi scalarono i Farmaci. Quei pazzi pensavano d’aver ammaestrato il mio spirito ribelle ed io non feci nulla per dimostrare il contrario. Quando mi considerò pronta venne da me e disse: “ora ti svelo il mio segreto. Io sono una creatura della notte, una vampiro e presto lo sarai anche tu…” non mi lasciò neppure il tempo di replicare. In un istante mi fù addosso, mi morse il collo ed iniziò a bere il mio sangue… dolore e piacere si mescolarono in un'unica sensazione. Lentamente scivolai in uno strano sonno.. senza sogni.
Michelle la vampira
Mi risveglia in una bella camera da letto. Com’ero finita in quel luogo? Mi voltai e vidi Marykate seduta accanto al letto. D’istinto mi toccai il collo. Nulla. Cos’era accaduto? Cercai di fare mente locale.. ma non vi riuscii; nella mia testa tiranneggiava un unico pensiero o desiderio: SETE!!!!! Mi sentivo come un nomade che vaga nel deserto con la gola riarsa e un bisogno ineffabile. “Ora sei una Vampira” Disse “e devi nutrirti.. so cosa stai provando.. in questo momento”. Il mio Sire mi insegnò a cacciare e mi fece apprendere le regole che vigono fra gli immortali. Ed io imparai ad usare con efficacia i miei poteri che erano diventati più potenti (ora potevo procurare ustioni di terzo grado e la vittima continuava a provare dolori indicibili anche quando mollavo la presa) Con lei ho trascorso magnifiche nottate dando la caccia a quei medici che cercavano negli altri la loro pazzia. Non mi vergogno nel dire che ho provato piacere nell’ucciderli bevendo tutta la loro vitae. Mi sentivo forte, invincibile, presto non mi accontentai piu di eliminare medici e così iniziai a dare la caccia a tutte gli individui che, volontariamente o involontariamente, prestavano servizio al governo occulto (giudici, avvocati, polizziotti...) Il sapore del sangue umano mi inebriava ed eccitava, ed io come una vorace e famelica predatrice mi nutrivo -e nutro- senza alcun ripensamento. Era come se cercassi di colmare tutta la fame che avevo patito in vita per mantenere un fisico esile: ora potevo saziarmi con la consapevolezza che il mio peso non sarebbe aumentato. In compenso il mio corpo divenne piu muscoloso (ora si poteva vedre, sul mio piatto ventre, risaltare i magnifici addominali). La trasformazione mi rese inoltre molto forte ed incredibilmente agile: ero in grado di arrampicarmi sugli alberi fare doppi e tripli salti mortali senza alcuno sforzo. Insieme a Marykate viaggiai molto. Visitai l’Inghilterra, la Francia ed infine l’Italia. Nello specifico Volterra dove venni accolta da un antico clan di vampiri (cariatidi legate ad antichi schemi a mio modesto parere) I volturi. Questi nobili snob si dimostrarono estremamente cortesi una volta accertato il fatto che io avrei seguito l’antico codice (regole semplici e banali che anche uno spirito indomito e ribelle come il mio poteva accettare). Nonostante la loro cordiale (a mio parere anche interessate) insistenza decidemmo di ripartire alla volta della germania. Io e Mary avevamo un progetto da realizzare insieme: volevamo suonare in una band havy metal

Io E Marykate andammo a Berlino, una sera incontrai in un locale il “succubus club” Elias, bassista dei Nocturno Corax. Mi bastò guardarlo in viso per innamoramene perdutamente. Ricordo ogni dettaglio di quella sera: il locale affollato, i tavoli in legno e soprattutto lui, quel ragazzo alto, pallido e dagli occhi penetranti. Si sedete al nostro tavolo e iniziammo a parlare. Fù semplicemente magnifico, lui mi parlò delle mie esperienze ed io, mi sentii libera di fare la stessa cosa. Mary, felice ci lasciò soli e tornò in albergo. Ci demmo appuntamento per la sera seguente. Insieme passeggiammo romanticamente per le vie affollate della città e seduti su una panchina ci baciammo. Quello fu il mio primo indimenticabile bacio. Quante emozioni mi assalirono, mentre le nostre labbra si cercavano spasmodicamente. Quella fu l’inizio del periodo piu bello della mia vita e non solo. Marykate trovò finalmente la sua strada ed iniziò a suonare il violino in un gruppo Epic metal (gli xairax), io iniziai a cantare nei nocturno corax al fianco del mio ragazzo. Grazie alla musica ed ai suoi introiti presto andammo a vivere insieme: un esperienza meravigliosa. Nulla poteva turbare il nostro perfetto equilibrio. Nulla tranne la morte. Una sera, per festeggiare il nostro primo anno insieme, ci recammo nella foresta nera. Li venimmo attaccati da un branco di Lupini. Elias, per farmi fuggire perse la vita ed ora di lui non mi rimane che il tatuaggio che ci facemmo insieme (un tribale sulla schiena). Cosa provai in quel momento? Rabbia infinita e infinita disperazione. L’odio mi accecò a tal punto che pr mesi andai alla ricerca dei vili assassini che avevano portato via la parte più bella di me. Il mio odio si riversò anche sugli esseri umani. Mi divertivo a cacciarli senza pietà e quartiere, provavo gioia nell’infliggere loro dolore e tormenti prima di dissanguarli. Stavo lentamente e inesorabilmente cadendo nell’oscuro baratro della follia. Marykate mi salvò. Venne a cercarmi e mi trovò fra i barboni della metropolitana. Il suo amore e la sua amicizia riuscirono a placare in parte il mio dolore. Trascorsi con lei diversi mesi e lentamente tornai a vivere. Da allora sono passati quasi tre anni. Amo ancora Elias a tal punto da non riuscire neppure piu a sentir pronunciare il mio nome senza il suo al mio fianco. Per ricominciare a vivere o deciso di cambiar nome. Ora mi faccio chiamare Lilith. In questi giorni ho deciso di tornare negli Stati Uniti. Un importante casa discografica ha sentito la mia demo e vuole scritturarmi per creare un disco. Attraverso la musica parlerò della vita notturna e del mio amore perduto, della dannazione eterna e di colui che per primo si ribello alle regole: Lucifero.

Il personaggio della mia foto è: Lara Marx

Edited by Black Lilith - 14/3/2011, 19:01
 
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Non preoccuparti, non c'era fretta. ;)


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=) e buon divertimento
 
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