Twilight GdR

Ester Epstein

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Bèllatrix
view post Posted on 21/1/2011, 16:21




Nome: Ester
Cognome: Epstein
Razza: Vampiro
Data di nascita: 29 ottobre 1917

Segno zodiacale:
Non ho mai creduto, fino in fondo, nell’influenza che gli astri possono avere nelle nostre esistenze. Troppo religiosa per concedere loro un così grande potere ho sempre letto con ironia ciò che veniva scritto riguardo al mio: lo scorpione. Nonostante il mio scetticismo devo ammettere che certe descrizioni del mio profilo mi calzano a pennello. Si dice infatti che nessuno ha un alta considerazione di se stesso come le donne scorpione. La nostra indole indomita non può essere fiaccata neppure dai detrattori più accaniti E poi? Beh non ho intenzione di aggiungere nulla, scopprierete le mie verità leggendo la mia storia. Vi raccomando di mettervi comodi, su una bella poltrona e sorseggiando qualcosa di gradevole al vostro palato proseguire, se vi interessa, la lettura di queste poche righe

Età-apparente: 24 anni

Età-effettiva: 104 anni

Potere:
di Chiaroveggenza: fin da piccola ho mostrato di possedere qualità non comuni, non è semplice da spiegare cosa intendo ma ci proverò. Sono sempre stata iin grado di spingere la mia percezione al di la delle ramificazioni di chi mi stava di fronte. Questo potere mi permetteva di vedere l’aura mistica che circonda ogni creatura: il colore dell’aura rivela la reale natura delle persone. Questo potere si andò intensificando dopo la morte di mio padre: mi capitava a volte di toccare oggetti riusceno a vedere- una sorta visione istantanea- chi è stato l’ultimo a possederlo. La trasformazione ha portato all’apice il mio potere. Se mi concentro intensamente su uno specifico luogo o persona, a patto che li conosca, posso percepire tutto ciò che viene attorno ad essi esattamente come se mi trovassi nei paraggi.

Descrizione fisica:
Sono una ragazza molto alta, almeno per gli standar del periodo in cui sono nata e cresciuta (1,79) talmente eslie da poter intraprendere la carriera da modella (porto la taglia 40 e le mie misure sono: 86.5-61-85.5). La mia eccessiva magrezza non è data da una dieta ferrea, ma purtoroppo dagli eventi storici che, mio malgrado, mi videro coinvolta… Dopo la trasformazione il mio esile corpo divenne incredoibilmente agile e tonico. Amo osservare allo specchio la mia pelle diafana, il mio piatto ventre scolpito dagli addominali, le gambe lunghe affusolate ben tronite e le caviglie magrissime. Ho lunghi capelli biondi, occhi grandi e azzurri (diventano rossi come il sangue quando cacciò o mi nutro) labbra ben disegnate e naso piccolo, perfetto. Molti dicono che il mio volto ha un fascino “felino”… Ricorderò forse una gatta? Probabilmente si. Mi muovo con naturale grazia e sensaulità.

Situazione sentimentale: attualmente single

Foto personaggio:



Carattere:
Detesto descrivere il miocarattere, poiché non riesco mai ad essere obbiettiva fino in fondo, ma per voi farò un eccezione cercando di mettere in luce i miei pregi ed i miei difetti. Sono sostanzialmente una persona buona ed altruista, nella mia non vita ho sempre combattuto il male in qualunque forma esso si presentasse. Ho a cuore le persone deboli, indifese, oneste e pure, allo stesso tempo non ho nessuna pietà nei confronti dei criminali. Di fronte a loro, la belva che vive in me prende il sopravvento ed io non ho nessuna remora nel nuttrirmi di quegli individui che ha mio avviso rappresentano il cancro della societa. Quando la sete mi assale e non vi sono criminali nelle vicinanze mi nutro del sangue animale, pur non amandolo (ha un sapore che ritengo decisamente sgradevole) Sono una persona curiosa,a mo leggere e tenermi informata. Il mondo dei licantropi mi attrae e incuriosisce, mi piacerebbe tanto poter confrontarmi con una di queste incredibili creature.. ma.. parafrasando un vecchio film Italiano “non sono io ad avere porblemi con loro, al contrario sono loro a disprezzare me” (per chi non avesse riconosciuto la citazione consiglio caldamente di vedere “una giornata particolare”)
Sono un esteta: amo la buona musica, i bei dipinti e adoro la natura. Ancor oggi rimango affascinata dagli spettacoli che la madre terra ci regala senza voler nulla in cambio, (se non un minimo di rispetto)
Tanti pregi, quanti difetti.. sono inguaribilmente narcisista, non cambierei nulla del mio aspetto esteriore, mi piaccio così come sono. Amo seguire i dettami della moda, quando posso mi reco alle sfilate di Roma, Parigi e New York, e adoro far shopping. Vanesia, a volte all’eccesso, posso in taluni casi risultare dura e testarda. Sono fiera e coraggiosa, decisa e combattiva, a volte troppo. Molto schietta e diretta, detesto gli ipocriti e le falsità, dico ciò che penso senza mezze misure, risultando in alcuni casi sgradevole per chi mi ascolta. Considero questo “difetto” un pregio ergo non mi cruccio se qualcuno si offende ascoltando ciò che dico.
Storia:
E’ ’ raro, a Parigi, osservare il cielo. Lo ritroviamo ogni volta che usciamo dalla città. Seguire il cammino della luna e delle stelle ha sempre avuto per me il senso di una visita greve e felice all’universo di cui siamo parte. Spesso contemplando il cielo di notte ho misurato più intensamente e ragionevolmente la mia gioia o il mio dolore, preso consapevolezza del mondo, del posto che vi occupiamo della solitudine, della perfezione dell’amore”fedele come il sole al giorno, come la tortora al suo maschio, come il ferro alla calamita, come la terra al suo centro” diceva Trolio a Cressida. Facendo uno sforzo con la memoria posso ammettere che la notte, l’oscurità hanno sempre fatto parte della mia esistenza, ma andiamo con ordine
Un Infanzia felice
Sono nata la notte del 29 ottobre 1917, i miei genitori vedendo il mio piccolo viso, le mani candide il volto placido e sereno decisero di chiamarmi Ester (in ebraico significa stella. Un tangrum della mia tradizione spiega che “ella era assai più bella della "stella della notte". Mio padre, Paul Epstein era un matematico, mentre mia madre Edith Stein una filosofa. Entrambi insegnavano presso l’università di Francoforte. Ricordo con gioia gli anni della mia infanzia, e l’amore dei miei genitori. Quando mio padre o mia madre si dovevano allontanare per lavoro ci davamo appuntamento su una stella e a me sembrava di vedere il filo del nostro amore partire da ciascuno di noi per riunirsi in Orione. E’ ancora vivido in me il ricordo della mia vecchia casa: una bella villetta candida, con il tetto di vecchie tegole e il grande porticato rustico. Rammento ancora com’era composta la nostra proprietà: vi era un grande giardino, con molti alberi e e il silenzio avvolgeva quell’angolo gentile della terra. Quand’ero piccola amavo recarmi nel roseto, osservavo il giardiniere raccogliere la verdura e la frutta e da lui imparavo a riconoscere le betulle , i cedri, i peschi ed i fichi. Ero una bambina felice e serena, trascorrevo le giornate come buona parte dei miei compagni. Andavo a scuola, facevo i compiti e pregavo. Si la preghiera ha sempre fatto parte della mia esistenza poiché la mia fede in Adonai non è mai crollata. Come avrete intuito sono Ebrea, e come tale ho sempre vissuto nella coerenza dei nostri “mitvot” (precetti).
Amavo trascorrere in famiglia lo Shabat, o recarmi al tempio con mia madre e mio padre, esattamente come adoravo giocare con i miei coetanei. In casa mia si respirava un aria serena e solare, i miei genitori sovente indivano feste invitando loro amici. Quando lo facevano avevo il permesso di rimanere alzata fino alle 11. Ho avuto così modo di conoscere personaggi importanti come Albert Einstein, o pittori del calibro di wassily kandinsky. Li ascoltavo parlare e mi inebriavo delle loro parole, curiosa facevo domande, cercavo di comprendere anche se avevo solo 8 anni. Ero una persona gioviale e solare, ben disposta verso le persone che consideravo buone. Come facevo a riconoscerle? Possedevo un dono particolare: riuscivo a percepire l’aura di chi mi stava accanto (ogni individuo la possiede ed il suo colore è indice del’indole dell’individuo stesso)
Il giorno più bello della mia vita fu quello del mio Bat Mitzvà. (all’epoca avevo 12 anni e la vita ancora ci sorrideva)
I miei genitori organizzarono una grande festa ed io, orgogliosa e felice lessi per la prima volta un brano della torah al tempio davanti a tutti i fedeli.
Primo aprile 1933 la fine della felicità.

Gli anni trascorsero lenti e lieti, io crescevo sana e forte, amavo la musica ed i miei mi iscrissero al conservatorio dove iniziai a suonare violino. Amavo quello strumento e i miei insegnanti mi consideravano un autentica rivelazione. Mi fecero esibire a Berlino in più occasioni ed io riscossi il successo di pubblico e critica (avevo 15 anni). Le mie incredibili capacità artistiche erano dovute anche ad una patologia allora sconosciuta: la sindrome di Marfan, questa è una malattia autosomica dominante che colpisce il tessuto connettivo; essa può interessare vari organi come gli occhi, lo scheletro, il cuore, i vasi sanguigni, il cervello ed infine la colonna vertebrale. Lo spettro delle manifestazioni della sindrome è ampio e diversificato. Nel mio caso, (per mia fortuna fui colpita in modo lieve), come in quello di un ben più illustro collega, interessò le mani donandomi un incredibile mobilità ed elasticità. A volte mi domando cosa sarebbe accaduto se la mia vita avesse seguito un corso normale. Le mie condizioni sarebbero peggiorate? Avrei vissuto a lungo o sarei morta in tenera età? Sono quesiti ai quali non potrò mai rispondere. Poco importa, all’epoca la mia mente non era turbata da questo dubbio. Stavo bene ed ero felice, vedevo nel mio futuro una fulgida e brillante carriera nel campo musicale. Ma il destino sovente è amaro con gli uomini,. Tutti i miei sogni, le mie aspettative svanirono il primo aprile del 1933.
Quel maledetto giorno salì al potere Adolf Hitler, un folle xenofobo e antisemita. Il mondo che conoscev iniziò a cambiare in modo lento e radicale. Il dramma della mia gente ebbe inizio, quando il fanatico antisemita Julius Streicher, con la partecipazione delle Sturmabteilung ed attraverso le colonne della rivista antisemita Der Stürmer da lui diretta, organizzò una giornata di boicottaggio di tutte le attività economiche tedesche gestite da ebrei. La situazione precipitò di colpo nel 1935: dopo la promulgazione delle leggi di Norimberga a noi ebrei fu tassativamente vietato di partecipare alla vita sociale del paese. Io non potei proseguire i miei studi e, cosa ancor più grave i miei genitori persero il lavoro. Chi soffrì maggiormente e in silenzio di questa situazione fu proprio mio padre. Egli per mantenere la famiglia lavorò al mercato ortofrutticolo. In casa sembrava gioioso, cercava di mantenere l’armonia e la serenità, ma ora so che era tutta una farsa, che cercava di proteggere le persone che amava creando un clima di serenità. Ma quella finzione andò in frantumi il 1939 (l’anno dopo quella che passò alla storia come la notte dei cristalli, quando circa 30.000 ebrei vennero deportati presso i campi di Buchenwald, Dachau e Sachsenhausen ed obbligati ad abbandonare, spogliati di ogni bene, la Germania e l'Austria) Ricordo quel giorno come fosse ieri: era l’11 agosto quando trovai mio padre, privo di vita riverso in bagno. Si suicidò, senza neppure lasciare una lettera. Fino a quel momento non avevo mai pensato alla morte. Non ne tenevo cono. Solo la vita importava. La morte? Un appuntamento inelluttabile e al tempo stesso eternamente mancato poiché la sua presenza significa la nostra assenza. Essa si insedia nell’attimo esatto in cui cessiamo di esistere. O lei o noi. Possiamo andarle incontro consapevolmente, ma possiamo conoscerla, sia pure per la durata di un baleno? Il “mai più” aveva bussato alla nostra porta ed in cuor mio temevo che nessun legame ci avrebbe tenuti avvinti, tranne il mio amore. Devo confessarlo per un certo periodo gli serbai rancore. Aveva disertato, mi aveva lasciata. Per colpa sua non sopportavo più i cieli grigi, le piogge di novembre, le ultime foglie dorate, gli alberi neri e spogli su cui avevo imparato a leggere una promessa di primavera. Se un tempo ero leggera e greve ero diventata pesante ed invece di slanciarmi mi trascinavo. Tutto mi costava sforzo. Ricordo bene l’angoscia di quei tristi giorni. Per parecchio tempo ho visto spuntare il suo volto ovunque non solo, le mie strane capacità innate parvero accuirsi. Mi capitava sovente di toccare un oggetto e avere la nitida, seppur istantanea, visione dell’ultima persona che lo aveva toccato (in questo modo fui io a scoprire che si suicidò ingerendo una forte quantità di barbiturici) Dovevo fuggire o affrontare da sola qualsiasi luogo. In mezzo alla folla (con il Maghen Davìd ben in vista, non vi dice nulla questo nome vero? Se utilizzassi il termine “stella di David cucita sul petto capireste meglio”. Sappiate che la terminologia è sbagliata. Maghen in ebraico si traduce con la parola “scudo” ), nella solitudine di un bosco non vedevo che lui. La mia ragione rifiutava quei miraggi, ma il mio cuore li cercava. Mio padre era assenza e presenza. Ad ogni ora mi domandavo non soltanto com’era possibile che io fossi viva, ma che il mio cuore continuasse a battere dopo che il suo si era fermato. Quando mi sentivo dire che era ancora vivo annuivo. A che scopo discutere? Ma intanto, mi dicevo, che è facile per certuni accettare la morte altrui. Forse tentano così di rassicurarsi della propria eternità. Al dolore della perdita del padre si aggiunse quella dell’abbandono forzato di casa nostra. Io e mia madre, fummo caricate su un furgone, ci venne concesso il lusso di portare qualche oggetto personale, e ci rinchiusero in un ghetto. Ricordo quei due anni come i più duri della mia vita. Vivevamo in gabbia come topi, non potevamo far nulla se non i conti con la nostra miseria. Imparai il significato della parola fame: il cibo a noi destinato era poca cosa e non poteva placare il nostro appetito. Costretta a quella dieta forzata, nel giro i due anni, dimagrii incredibilmente. I canoni estetici degli anni 30 erano ben diversi da quelli odierni. Le bellezze dell’epoca erano donne dalle forme e curve morbide. Io vedevo il mio corpo magro e provavo pena e vergogna per me stessa (solo col tempo ho imparato ad apprezzarmi per quello che sono divenuta) In quei tristi anni formati da giorni e ore vuoti e senza scopo, molti dei quali morti come foglie di un albero inaridito, mi rifugiai spesso nella preghiera per trovare un po’ di Pace e serenità. Col tempo iniziai ad abituarmi a quella situazione terribile; un vicino di casa mi prestò il suo vecchio violino, il mio era misteriosamente scomparso il giorno in cui gli agenti delle ss ci deportarono nel ghetto, ed io potei ricominciare a suonare. Lentamente ricominciai ad aprirmi al mondo, facendo amicizia con gli altri giovani, e aiutando i bambini attraverso la musica. Quando mi convinsi che il mio popolo aveva toccato il fondo, la situazione precipitò
Nel dicembre del 1941 un plotone di SS fece irruzione nel ghetto e trascinò a forza, tutti gli individui in grado di muoversi su lugubri furgoni. Ricordo lo stridente rumore delle macchine e, il cadenzato “passo dell’oca” dei soldati. Perché erano venuti? Come mai sulle camionette erano state montate delle mitragliatrici? Da una finestra vidi gli uomini in uniforme radunare i malati che vivevano in quello che doveva somigliare ad un ospedale fucilandoli; i loro corpi, martoriati, caddero come burattini. Edith, comprendendo cosa stesse accadendo, mi nascose dentro un armadio a muro. Trascorsero secondi, minuti, ore... chi lo ricorda’ Il tempo in quei momenti di terrore parve dilatarsi e comprimersi ...Le SS sfondarono la porta di casa mia, il mio cuore batteva talmente forte che ebbi il terrore che tutti potessero udirlo, presero mia madre, la trascinarono sul letto, le strapparono i vestiti e la violentarono a turno. Avete la minima idea di cosa si prova nel vedere la propria madre urlare disperata, mentre dei porci abusano di lei? Sapete cosa si prova nel ritrovarsi terrorizzati, incapaci di muoversi e totalmente inermi di fronte ad un simile spettacolo? Vi auguro di no. Una volta soddisfatti i loro carnali piaceri la uccisero sparandole un colpo alla nuca e se ne andarono. In quel momento uscii dal mio nascondiglio, vidi il corpo inerme di mia madre: i suoi occhi spalancati e vitrei, il suo sangue –sangue di un innocente – ovunque: (pareti, mobili e lenzuola). Fra le lacrime ricomposi il corpo di quella donna forte e fragile allo stesso tempo, che aveva sacrificato se stessa pur di salvare la mia vita. Il dolore mi pietrificò... fuggire o restare? Il mio corpo mi suggeriva di lasciare quel luogo la mia mente no. Come potevo abbandonare mia madre? In quegli attimi lunghi quanto l’eternità rividi, come in un film muto, gli anni della mia passata giovinezza e il mio cuore si riempì di rabbia infinita e infinita disperazione. Mi ero comportata da vigliacca, non avevo aiutato la persona che amavo di piu al mondo, questo non faceva di me una carnefice? La mia inettitudine non mi rendeva complice delle ss? Mi inginocchiai dinnanzi al suo capezzale e pregai, ... pregai per l’anima di mia madre, pregai per la salvezza della mia, chiesi all’altissimo di punirmi con la morte....
Adonai ascoltò le mie preghiere... almeno in parte.

Cosa accadde poi? Non udii alcun rumore.. nulla di nulla. All’improvviso qualcuno mi afferrò alle spalle. Non feci nulla, non opposi resistenza. “che la morte sopraggiunga rapida e indolore.. “ pensai “come la mitica fenice, risorgerai a nuova vita” ricordo un dolore lancinante e poi.. nulla.. il vuoto. Mi risvegliai in una camera d’albergo. Seduto di fianco a me un giovane dall’aspetto celestiale: Aveva lunghi capelli castani e ricci, occhi verdi ed un viso pallido e delicato. Chi era? Gavriel? Uriel? O quale altro angelo del paradiso? Perché mi aveva salvato la vita? Provai ad mettermi seduta, ma la vertigine mi assalì...
“Rimani sdraiata, sei ancora debole”... furono le prime parole di quel giovane misterioso “mi chiamo Andrè Bernard e sono un vampiro.. sorella” Iniziò così a rispondere alle mie silenziose domande. Venni così a sapere ch’egli aveva iniziato a seguirmi durante la mia infanzia, incuriosito dal mio strano potere e dalle mie indubbie doti. Senza mai interferire, vide crescere me e le mie insolite capacità. Rimase affascinato dalle mie indubbie doti artistiche. Venne ai miei concerti e si innamorò dello struggente suono del mio violino.
“Dopo quel concerto ti avrei vampirizzata volentieri, solo all’ultimo istante mi trattenni poichè eri troppo giovane. Oggi me ne pento e mi sento in colpa” Quelle parole risuonarono sincere “se l’avessi fatto ti avrei risparmiato tanta sofferenza inutile”. Poi continuò, “poco prima del tuo 18° compleanno dovetti tornare in Francia Urgenti problemi di famiglia mi costrinsero a Parigi. La mia amata era scomparsa, ed io non sapevo che fine avesse fatto... L’ho cercato fino a pochi giorni fa, invano...” fece una pausa.. “nello sconforto del momento, non so per quale ragione, mi ritrovai a pensare a te.. Colto da un brutto presentimento mi precipitai in Germania.. e il resto è storia.”Il suo arrivo era forse un caso? E in fondo cos’è il caso se non il modo discreto in cui D-O si manifesta? In quel preciso istante compresi il disegno divino. Adonai aveva preservato la mia vita.. attraverso la morte.. per far di me un Suo strumento: sarei diventata il suo angelo vendicatore, e avrei fatto di tutto per salvare il suo popolo dalle grinfie di quei folli fanatici che vivevano all’ombra della svastica (o swastika se preferite il termine sanscrito) Andrè fu , ed è tutt’ora, un ottimo amico. Mi seguì con calma e pazienza. In quei primi mesi mi insegnò a nutrirmi (mi concesse il dono del libero arbitrio, dandomi la possibilità di scegliere se nutrirmi di animali o esseri umani) e utilizzare le mie nuove doti. Nonostante il mio corpo fosse esile ero diventata tremendamente forte e agile: capace di fare cose impossibili per un comune essere umano. Anche il mio aspetto fisico mutò: il mio corpo divenne estremamente tonico e muscoloso. Sul mio piatto ventre spiccavano gli addominali, le mie gambe divennero ancor più affusolate e tornite, stessa cosa si può dir delle braccia) Grazie alò suo aiuto imparai a controllare i miei poteri, compreso l’ultimo ed inaspettato. La chiaroveggenza. Evidentemente collegato alle mie capacità innate: se mi concentravo su una persona o luogo che conoscevo ero in grado di vedere cosa stesse facendo o che stesse accadendo come se mi trovassi nei paraggi. Andrè quando vide che ero pronta ad affrontare il mondo mi disse: non volermente, ma per me è tempo di tornare in Francia, devo ritrovare la mia Michelle. In questi mesi mi sono affezionata a te, ti considero una carissima amica e ci sarò sempre per te... Sei una persona forte e te la caverai benisssimo, inoltre, grazie a certe conoscenze di cui non vado certamente fiero, sono riuscio a salvare il patrimonio della tua famiglia... Ho aperto un conto in Svizzera a tuo nome. Così ci salutammo, il vederlo partire non mi rattristò. In cuor mio sapevo che prima o poi cii saremmo rincontrati.
Occhio per occhio, dente per dente
Una volta compresi i miei nuovi poteri mi vendicai sui nazisti, essi divennero le mie prede preferite. Li dissanguavo senza pietà ogni qual volta ne avevo l’occasione e quando la mia sete si era placata mi limitavo ad ucciderli. Qual’era il mio scopo? Domanderete voi? Semplice salvare gli ebrei dalle grinfie naziste e aiutare inglesi, russi e americani a sconfiggere quel pazzo tiranno. Divenni così un angelo vendicatore, grazie ad un associazione clandestina riuscii a salvare molte vite umane. Certo il mio nome non sarà mai inciso nel giardino dei giusti… ma credo che nessuna delle persone che ho tratto in salvo si dimenicherà di quella ragazzina dai capelli biondi e gli occhi azzurri mentre impugnava un fucile. Conoscendo le regole che vigono fra noi vampiri, sono sempre riuscita a non mostrare la mia vera natura agli uomini e donne che salvavo (questo grazie anche ai poteri che il mio nuovo stato mi concedeva).
Con la fine della seconda guerra mondiale e la conseguente caduta dei regimi nazi-fascsti decisi di recarmi in Italia. Era giunto il tempo per me di presentarmi a quel Clan di cui tanto mi aveva parlato Andrè.
Raggiunsi Volterra e li ritrovai proprio ilo mio salvatore. Fù lui a presentarmi ai Volturi. Essi ascoltarono la nostra storia e con il benestare di Aro, organizzarono un ricevimento in nostro onore. Il potente anziano del clan comprese il mio potere e ne rimase affascinato. Mi offrì ospitalità, l’accettai e rimasi con loro il tempo necessario per comprendere che non avrei mai potuto far parte di quel clan. In cuor mio sapevo che non mi sarei mai chinata neppure davanti al piu saggio e antico Vampiro, non avrei mai potuto concedere a loro quella devozione che merita solo il Creatore . Simon Wiesenthal, la cui organizzazione si occupava della ricerca di quei criminali nazisti che era sfuggiti al processo di Norimberga. Collaborai in gran segreto, senza mai mostrarmi, con lui e non solo… Hannnah Arendt mi deve un favore.. fui io a scovare in sud america Adolf Eichmann, il grigio burocrate che pianificò il genocidio del popolo ebraico. Venne catturato così dal Mossad,( ho collaborato anche con il potente servizio segreto Israeliano) e portato in Israele. La sua vicenda è nota a tutti o almeno a coloro che hanno letto lo straordinario capolavoro della Arendt “la banalità del male”.
blow in the wind
Dopo aver servito il mio paese, nei primi anni 60, mi trasferii in ameria e vi rimase per molto tempo. Ricordo gli Stati uniti del 196, l'america di jhon Kennedy e della nuova froniera. di Bob Kennedy, Martin Luter king e Malcom x. Grandi uomini che lottarono per i diritti civili accumunati, purtroppo dalla stessa fine, come ben saprete furono tutti quanti assassinati. Gli anni del Vietnam e delle contestazioni studentesche. Io mi ero unita a loro e per un certo periodo frequentai un gruppo di hippy. Questi giovani mi accettarono senza sapere nulla di me, tranne le menzogne che raccontavo per custodire il mio segreto. Mi trovai molto bene in loro compagnia e partecipai a vari sit-in e marce dioi protesta (guarda caso sempre notturne...). Gli statu uniti odiarono Nixon per il suo operato e le sue scelte. Combattere in vietnam fù, una scelta infausa che non portò a nulla, se non morte e distruzione. Gli unici che soffrirono furono i poveri vietnamiti accerchiati da vietcong e soldati americani. la guerra Terminò nel 1972 o 73... Non mi occupai personalmente di quella vicenda poichè in quegli anni mi impegnai su un altro fronte. In cile, grazie ad un colpo di stato Pinchet eliminò Salvador Allende e istaurò una nuova ed attroce dittatura. Consapevole di poter far ben poco mi recai ugualmente cercando di aiutare quei dissidenti politici che il nuovo goveerno dei generali avrebbe fatto eliminare.. Vi riuscii solo in parte, tutt'oggi mi rammarcio di non eser stat in grado di salvare il Cardinal Romero, un uomo di fede (pur differente alla mia) coraggioso e indomito che prese posizioni forti contro il regime. Venne assassinato una domenica durante la messa, una grave perdita per l’umanità intera. Rimasi in quel paese fino al 1990 anno in cui il regime cadde sotto i colpi della democrazia.. In quel periodo conobbi Dolores, vampira cilena, donna forte e coraggiosa. Aveva lunghi capelli neri e lucenti occhi viola e un corpo sensuale e morbido. Diventammo in breve tempo ottime amiche ed insieme ci battemmo contro la dittatura. Nonostante l’impegno profuso in quella poderosa impresa da noi e da tutti gli umani che credevan nel valore della libertà morirono circa circa 3000 oppositori politici
Liberato il paese Dolores potè finalmente sposare il suo amato Orlando, dopo avegli concesso il dono della vita eterna… Ed Io? Devo confessarlo, durante questo secolo non mi sono mai innamorata. Non ho mai incontrato nessuno che riuscisse a travolgermi, farmi sognare. Sono una persona romantica, credo nell’amore vero unico, quello che ti toglie il fiato. Non ho semplicemente ancora trovato la persona giusta.. o forse non l’ho neppure cercata? Come direbbe il mio amico Andrè…. Probabilmente è vero. Ho trascorso tanti anni in giro per il mondo aiutando il prossimo e allo stesso tempo me stessa (non sono ancora riuscita a perdonarmi di non essere stata in grado di aiutare mia madre) senza soffermarmi mai a riflettere, senza osservare realmente chi avevo davanti. Mi sono sempre limitata a guardare col pensiero rivolto altrove.
“Beato il paese che non ha bisogno di eroi”
Questa è dunque la mia storia, la storia di una essere un tempo donna, oggi vampira. Un essere immortale che ha trascorso buona parte dei sui 104 anni della sua non vita a lottare per un mondo migliore. E’ servito a qualcosa? Il mondo è realmente cambiato in meglio? Direi proprio di no. Viviamo fra persone cieche e sorde senza memoria, condannate a perpretrare sempre gli stessi error, poiché troppo interessate al loro tornaconto personale. Ed io in questo momento sono stanca di lottare per chi non se lo merita. Ho bisogno di una pausa. Di ritrovare la parte piu frivola e spensierata di me stessa. Voglio andare alle sfilate di moda, comprare vestiti di lusso, in fondo ho un patrimonio invidiabile, e cercare la mia anima gemella.
Quando Andrè mi ha invitato a Parigi ho accettato senza indugio alcuno. Ho potuto finalmente conoscere Michelle e siamo diventate buone amiche. Ho trascorso mesi fantastici nel loro splendido attico ritrovando la voglia di vivere. Insieme siamo andati al teatro de l’operà ad un concerto di uto Ughi... quella musica soave ha risvegliato in me il desiderio di suonare…. Entusiasta ne ho parlato immediatamente con il mio caro amico “allora ho fatto bene a conservare questo per te” disse porgendomi la custodia di un violino.. con le mani tremanti l’aprii e dentro ritrovai il mio amatissimo noncè unico stradivari.
Ora che sono tornata in possesso di quello strumento ho deciso di ricominciare a suonare. Non sogno più la fama e la gloria, e non m’importa farmi conoscere dal “grande pubblico” Ho intenzione di farlo perché attraverso la musica so che potrò trovare una nuova serenità e nuovi stimoli per proseguire nel mio giusto cammino. Come un asceta inizierò il mio cammino in “solitudine2. Ho deciso di trasferirmi in Alaska, precisamente a Forks, una ridente cittadina immersa nel verde…
Paritò domani (ho già spedito il mio ricchissimo guardaroba). Non vedo l'ora di arrivare nella mia nuova abitazione, vicino ai verdeggianti monti, tornando ad osservare il mio amato cielo stellato... dedicandogli una sonata..
Che Adonai mi abbia in gloria



Il personaggio della mia foto è: Jessica stam
SPOILER (click to view)


Edited by Bèllatrix - 22/1/2011, 21:31
 
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view post Posted on 23/1/2011, 14:21
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Convalidata
Se devi fare delle modifiche nel corso del GdR apri un post qui sotto e comunica le modifiche che vorresti apportare

Aggiungi alla lista, -->qui<--, il tuo personaggio prestavolto seguendo le indicazioni.

Inserisci il Link della tua scheda con questa Formula:
CODICE
[URL=http://Indirizzo%20scheda]NOME DEL TUO PERSONAGGIO IN •Twilight GdR•[/URL]


Leggi qui come postare le discussioni LINK
=) e buon divertimento
 
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