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Ellen Write, Umana

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view post Posted on 13/12/2010, 00:13
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Ellen Write → Umana

Fanno delle cose, le donne, alle volte, che c'è da rimanerci secchi. Potresti passare una vita a provarci: ma non saresti capace di avere quella leggerezza che hanno loro, alle volte. Sono leggere dentro. Dentro.

Nome: Ellen
- Dal greco "Hele", raggio di sole. Donna rispettosa e discreta, è caratterizzata da una certa serietà e profondità, oltre che da una grande stima di sé. Se l'iniziale del nome è una vocale significa che la persona in questione è fortemente combattuta tra la testa e il cuore. Il nome che inizia per E appartiene ad una persona con una grande apertura mentale che gli permette di adattarsi a qualunque situazione, inoltre suscita un certo fascino attraverso i suoi discorsi e la sua gestualità. -
Cognome: Write
Razza: Umana
Data di nascita: 17 agosto 1986
Età apparente: 24
Età Effettiva: 24
Segno zodiacale: Leone
- Secondo l'astrologia occidentale, il leone è un segno zodiacale di fuoco. È governato dal Sole. Il metallo del segno è l'oro, le pietre l'ambra e il diaspro giallo, la specie vegetale associata al Leone è il girasole e il giorno giorno favorevole è la domenica. -
Situazione Sentimentale: Single
Poteri: Non ha poteri.


Descrizione fisica: Ha lunghi capelli castano chiaro che alla luce del sole si caratterizzano di riflessi dorati. I suoi occhi sono azzurri come un mare profondo e calmo - quasi come se dovessi perderti in essi - sono solo una piccola parte del grande universo che rappresenta la sua effettiva bellezza. Due iridi da incanto capaci di ammaliare chiunque le guardi; penetranti, favolose, affascinanti...potremmo stare qui ore a descrivere e ad utilizzare aggettivi di ogni tipo per tali perle.
Le sue labbra sono carnose e rosee, ha un dolce sorriso che le illumina tutto il volto e che sembra mettere allegria nel prossimo.
La sua carnagione è chiara e se esposta al sole tende ad arrossarsi prima ancora di divenire scura, pare costituita dal velluto talmente appare liscia e morbida al tatto e sembra quasi di poterla distruggere, tanto che sembra molto più delicata di quanto in realtà sia. Infatti è dotata di una costituzione fisica molto forte e resistente, ha un corpo snello ed ogni sua forma è in perfetta armonia con tutto il resto del suo adorabile corpo. Le sue movenze sono eleganti e garbate, ha un atteggiamento molto educato e mai volgare; infine, sa apparire femminile anche con abiti poco lussuosi. Solitamente predilige la moda sportiva, una paio di scarpe da ginnastica sono il massimo per lei, il suo modo di porsi esprime garbo e semplicità. Nonostante prediliga quest'aspetto, non manca nell' utilizzare anche altri tipi di abiti, indossando talvolta vestiti più eleganti e impegnativi.


Carattere: Se solo rimanesse vittima della monotonia, potrebbe rimanerne sconvolta. Questa è sicuramente una delle tante caratteristiche che la contraddistinguono, che la rendono l'esigente e analitica ragazza che è.
Ama la praticità, la maniacalità dell'avere costantemente sotto controllo ogni situazione, senza perdere di vista nemmeno il più piccolo dettaglio. I suoi piedi sono costantemente a terra, non ama alzare lo sguardo verso il cielo, preferisce osservare ciò che le capita a tiro, non lasciandosi sfuggire nulla. Odia sentirsi impreparata e se decide di modificare qualche situazione o contesto, dev'essere tutto minimamente calcolato in precedenza, preparato nei minimi dettagli. Nonostante questo, però, esige che la sua vita non si distrugga nella routine quotidiana, ma che sia sottoposta a repentini cambiamenti che le permettano di sentirsi viva e poco incline alla noia.
Nei rapporti interpersonali dimostra avere un carattere dolce ma allo stesso tempo violento, è caratterizzata infatti da aggressività e tenerezza e non sempre è chiaro cosa la spinga ad agire in un modo piuttosto che in un altro.
Ha una grande equilibrio psico-fisico, ma in alcune occasioni ha un incontrollabile senso di arrendevolezza. Una persona che non si finisce mai di conoscere, che può stupire, che può colpire ed agire secondo meccanismi sconosciuti a chiunque, forse persino a se stessa.
E' una grande lottatrice, prende a pugni il mondo e la vita come meglio riesce cercando di raggiungere i suoi obiettivi, talvolta riuscendo nel suo intento, ed in fin dei conti è proprio questo l'importante.
Non ama mostrarsi debole o sensibile, nonostante questo suo aspetto sia molto presente nel suo animo, cerca di nasconderlo e di privilegiare il tono spavaldo e forte delle sue azioni e dei suoi comportamenti, non svelandosi mai del tutto.


E' innamorata dell'ideale dell'amore, sebbene non abbia mai avuto occasione di comprendere a pieno il significato di tale sentimento. Non può considerarsi totalmente estranea da relazioni con uomini durate più o meno a lungo, ma nonostante abbia provato molto spesso un breve accenno di coinvolgimento, non si è mai del tutto arresa alla forza immensa della passione e dell'innamoramento. Probabilmente il punto centrale della sua vita non è mai stato l'amore; ma al contrario la realizzazione professionale che molto spesso le ha portato via tutta l'attenzione e la concentrazione di cui disponeva, non lasciando spazio e tempo per altro.
Chiedere scusa e ammettere i propri errori non sembrano caratteristiche che fanno parte del suo DNA, è infatti testarda e fortemente orgogliosa; per questo, talvolta, il suo atteggiamento può essere frainteso, scambiato con una vena di superbia che non fa parte di lei.
Irrazionale e ribelle, sarebbe capace di far follie per qualcosa o qualcuno a cui tiene davvero; non si tira indietro tanto facilmente, quando imbocca una strada, la percorre fino in fondo.
E' molto esigente per quanto riguarda l'ordine e l'arredamento della sua casa, il disordine la fa sentire a disagio, priva della capacità di tenere sotto controllo l'ambiente in cui vive.
Ama la natura, ma più di ogni altra cosa il mare in tempesta, che la affascina in maniera viscerale, facendo nascere in lei una passione sfrenata per ciò che osserva, per il tumulto sublime delle onde che si scagliano sugli scogli.
Osservatrice minuziosa e critica, cerca di farsi un'idea su qualsiasi cosa e di fare nuove esperienze che le diano l'opportunità di crescere sempre di più, 'cibandosi' di tutti gli input acquisiti per accrescere il suo bagaglio culturale. Forse anche per questo, con il passare degli anni e degli studi, ha deciso di intraprendere la carriera di giornalista, seguendo in aggiunta un corso di fotografia che le permettesse di fare entrambi i lavori e che, soprattutto, le desse l'opportunità di viaggiare molto (altra sua grande passione). Un po' per il suo spirito di ribellione, un po' perchè non aveva nessuna voglia di 'dipendere' da qualcuno, decide di diventare una giornalista freelance, non facendosi così assumere da nessun editore ma proponendo semplicemente i suoi articoli a testate diverse. Di conseguenza, la sua mente è perennemente sotto pressione, cercando di elaborare scritti sempre degni dell'attezione dei redattori dei giornali, colmi di fantasia e soprattutto sulla stessa lunghezza d'onda degli interessi del lettore, ma non solo, di un determinato giornale. Grazie a questo lavoro potrà permettersi di sviluppare la sua grande passione per la scrittura e per i viaggi, che le daranno l'occasione di creare articoli interessanti sulla cronaca degli altri paesi, aumentando le sue conoscenze in ambito lavorativo e guadagnando sempre di più.
Ama molto la tecnologia, non potrebbe mai separarsi dal suo pc e dalla sua fedelissima macchina fotografica, entrambi elementi che ovviamente le sono assolutamente necessari per svolgere al meglio la sua professione.
Odia le ingiustizie e le discriminazioni sociali, così come non sopporta le delusioni o i dispiaceri causati da altri; per questo, non perdona facilmente, anzi, se il suo rancore è davvero forte, potrebbe persino arrivare a vendicarsi dei torti subiti.
E' una persona molto profonda e piena di risorse, capace di chiudersi in se stessa quando capisce di aver fallito, molto esigente dal suo ego e dalle sue personali capacità, per questo, cercherà sempre di accrescere la sua psiche e di superare i suoi limiti per arrivare alla conoscenza di altro, di qualcosa che la faccia sentire viva. Non lascerà mai nulla di intentato, perseguirà sempre i suoi obiettivi e cercherà di esaudire i suoi desideri, cercando di non lasciarsi soggiogare dall'indecisione.
Le uniche persone per cui potrebbe fare follie sono i suoi genitori, individui che la tengono ancorata alla realtà in qualsiasi istante e che le permettono di sentirsi pienamente appagata, riuscendo anche a far accrescere il suo lato sentimentale. Non ama nessun altro all'infuori di suo padre e sua madre, sono le colonne portanti della sua vita e non riuscirebbe mai a stare per troppo tempo senza sentirli nè vederli.


Ognuno ha il mondo che si merita. Io forse ho capito che il mio è questo qua. Ha di strano che è normale.

Storia: C'era una volta una prostituta di nome Lilly; o almeno era questo il nome che tutti conoscevano di lei. Bella, fin troppo forse, riusciva ad ammaliare qualunque uomo le capitasse a tiro, non aveva nessun problema di clientela, lei. Mentre la maggior parte delle persone faticavano ad arrivare a fine mese portando un pasto decente a tavola, lei armeggiava con le diverse banconote che aveva nel portafoglio o sotto al materasso, lo stesso che fungeva da principale materia prima che le permetteva di svolgere il suo lavoro.
Non si piangeva addosso, Lilly, non credeva che la sua professione fosse qualcosa di spregevole o che fosse obbligata a intraprendere ogni giorno quella stessa strada; lei semplicemente voleva fare quel che faceva. E questo, ovviamente, comprendeva anche il fare sesso con dieci uomini al giorno e vederli soccombere al cospetto della sua femminilità e sensualità. Era pur vero che non provava nessun tipo di piacere in tutto questo, ogni volta che un rapporto aveva inizio, non faceva altro che contare i minuti che passavano, lasciando che la mente vorticasse sui più strani pensieri che di certo non si collegavano minimamente al contesto in cui si trovava. Il segreto di quei rapporti stava nel non dimenticarsi di urlare - o quanto meno gemere - nel punto più alto dell'amplesso, nel culmine del piacere dell'altro, del partner che stava visitando le sue lenzuola. Sapeva che quel piccolo particolare piaceva terribilmente ai suoi compagni d'avventura, tanto da farli tornare a casa (magari da mogli fedelissime che li aspettavano con un piatto caldo e fumante in tavola) con il sorriso sulle labbra, un po' meno frustrati di prima. E lei, come una brava imprenditrice, non faceva altro che accontentare la sua clientela.
Di certo non possiamo stare qui a raccontare ogni minimo dettaglio di quegli anni, quel che è certo però, ad un certo punto - chissà quando precisamente - capitò qualcosa, qualcosa che la stravolse completamente. Incontrò un uomo, un pittore, Robert Write, felice fino al midollo e inconsapevolmente lontano da qualsiasi tipo di sofferenza da essere capace di far nascere un sorriso anche sul volto più triste esistente nel mondo. E tutto nacque da lì, in effetti, tutto nacque da un sorriso. Robert Write conosceva l'amore e, senza titubanza, insegnò a Lilly cosa volesse dire quella parola che lei fino a poco prima aveva potuto vedere solo in qualche libro di letteratura, ignorandone il significato. Fare l'amore le parve una pratica davvero fantastica, tanto che dopo un po' - forse non troppo tempo, però - decise di abbandonarsi ad un solo uomo, comprendendo che l'unico aspetto che può far cambiare realmente le persone, è proprio l'amore. Il racconto, visto da questa prospettiva, è accostabile ad una favola. La ragione di tale interpretazione sta sicuramente nell'ascoltatrice che tante volte avrebbe udito tale storia, rimanendo sempre con un dolce sorriso disegnato in volto e un leggero sospiro che le svicolava via dalle labbra, mentre sognava, ad occhi aperti, qualcuno che prima o poi venisse a salvare anche lei. Da cosa? Lo ignorava persino quella piccola fanciulla dagli occhi chiari che nacque da quell'unione, dall'amore incondizionato - invidiabile - tra quei due, la prostituta Lilly e il pittore Robert Write.
Durante gli ultimi mesi della gravidanza si soffermarono talvolta a pensare a quale potesse essere il nome adatto alla loro primogenita, arrivando poi alla conclusione di non poter certo consacrare la nascita di quella bambina con un semplice appellativo senza significato; dovevano, quindi, cercare qualcosa che gli ricordasse quanto fossero stati felici e fortunati nell'incontrarsi e nel dare alla luce quel gioiello di bambina.
Alla fine, scelsero Ellen; ed il motivo non poteva essere più ovvio, dato che il significato era raggio di sole, ed ovviamente per loro lei era esattamente questo, la luce che penetrava nelle loro vite e che li colmava di gioia; perciò, la loro piccola perla, venne riconosciuta con quel nome.
Fin da piccola, tutte le sere, Lilly si accoccolava di fianco a lei e le raccontava quella storia, la prostituta e il pittore, ricordandole sempre - e man mano che cresceva le argomentazioni divenivano sempre più elaborate - tutto ciò che aveva imparato da quegli anni di prigionia sessuale (sebbene ne fosse ben cosciente e assolutamente consenziente) e da quegli anni di cambiamento, accanto a suo padre.
Era stata proprio lei ad insegnarle che l'unico aspetto che possa deciderti a cambiare completamente la tua vita è l'amore - quello vero, però; che non sempre c'è una seconda possibilità, e alle volte bisogna prendere al volo i treni che passano nei nostri binari, cercando di vivere a pieno qualsiasi momento, pur sbagliando, ma avendo il coraggio e la forza di rialzarsi sempre, da qualsiasi caduta. Le aveva insegnato, inoltre, che ogni piccola ferita che si portava addosso parlava di lei, di quella che era diventata e del prodotto che ne avevano fatto gli anni di solitudine e di quella inconscia sofferenza che ogni giorno infliggeva a se stessa, per questo, di andare fiera di ogni piccolo dolore che il mondo le infliggeva, perchè tutto quel che provava un giorno sarebbe tornato - magari sotto altre forme - ad aiutarla. Il primo valore che le aveva impartito era quello dell'amore, dell'affetto verso se stessa, della lealtà verso il suo ego e del sentimento assolutamente ingombrante che avrebbe dovuto provare verso la sua persona, prima ancora che per tutti gli altri.


Perciò, Ellen, quella stessa bambina che stava ore ad osservare le labbra di sua madre che parlavano, che continuavano a raccontarle che cosa c'era là fuori, oltre la porta di casa, nel mondo vero e non in quello fatto dalle braccia di mamma e papà, cresceva forte di quegli insegnamenti, forse non comprendendo davvero tutto ciò che cercava di impartirle Lilly, ma lasciando che quelle parole si depositassero nel suo inconscio, pronte a venir fuori quando sarebbero servite.
Crebbe forte, Ellen, fortificata da quelle pillole di saggezza e dall'amore infinito che suo padre aveva per lei, lo stesso che - quando aveva l'ispirazione giusta - le faceva dei magnifici ritratti che collezionava tutti nel suo studio, lì dove non c'erano altro che tele stracolme di animali - per lo più fantastici - che si destreggiava a dipingere. Non disegnava mai persone, Robert, non ci riusciva; ma con lei era diverso. Con Ellen, sua figlia, c'era qualcosa di assolutamente inspiegabile che gli dava lo slancio a comporre quadri magnifici, i più belli che avesse mai creduto di poter creare. Fu proprio nel suo studio, attraverso l'osservazione minuziosa che dedicava alle tele di suo padre, che venne a conoscenza - dalla sua voce forte e chiara - di tante storie fantastiche (lei pensava così) riguardanti i tanti animali che aveva raffigurato in tutti quegli anni. Parlava di unicorni, di lupi mannari (licantropi, per la precisione) di creature mostruose che ti succhiavano tutto il sangue, portandotelo via, togliendoti la vita. Raccontava quelle storie con una tale leggerezza da non farle pesare nemmeno minimamente tutto quel che diceva, dandole semplicemente l'opportunnità di far accrescere la sua fantasia e la sua curiosità; e di quella ne aveva tanta, Ellen, cresceva con il desiderio sempre più forte di poter conoscere qualsiasi cosa su tutto ciò che aveva attorno, dandone - ovviamente - una sua interpretazione. Forse è anche per questo che fin da piccola vide svilupparsi la passione per la lettura e soprattutto per la scrittura, grazie alla quale poteva esprimere al meglio le sue opinioni su tutto ciò che le capitava a tiro. E fin da quel momento, con sguardo attento, si poteva notare senza difficoltà che in lei, ancorata alla sua anima, c'era presente la professione che avrebbe svolto, la giornalista che sarebbe stata. Non le parve immediatamente chiaro la strada che avrebbe perseguito, ma continuò ad alimentare quelle sue passioni, frequentando tutte le scuole dell'obbligo e diplomandosi con ottimi voti. Grazie al corso di giornalismo che seguì al liceo, comprese che non c'era altra professione che avrebbe potuto svolgere, frequentando assiduamente la redazione scolastica e scrivendo molti articoli - i primi della sua lunga carriera - che piacquero molto agli insegnanti, invogliandola a perseguire quel cammino e a specializzarsi in materia di giornalismo. Non se lo fece ripetere due volte e - appoggiata dai suoi genitori - seguì vari corsi, riuscendo a passare tutti gli esami e a farsi consegnare gli attestati che le sarebbero serviti per poter svolgere quella professione. Provò a lavorare per un certo periodo come dipendente di un noto giornale americano, ma il suo desiderio di libertà e la sua voglia di indipendenza rischiavano di soffocare ogni piccolo elemento di fantasia che serbava in lei; così, all'occasione buona, decise di licenziarsi e di diventare una giornalista freelance, totalmente indipendente e capace di scrivere articoli che poteva vendere senza problemi a molteplici testate diverse, guadagnando e assecondando ogni suo volere, scrivendo esattamente ciò che riteneva migliore e interessante.
Questo lavoro, però, molto spesso la portava fuori casa, costretta a viaggiare molto per potersi occupare della cronaca esterna alla sua città, riuscendo così ad accreditarsi più redattori pronti a comprare i suoi articoli. E fu proprio grazie a queste lunghe soste fuori casa che imparò ad amare intensamente i viaggi e tutte le emozioni che essi potevano portarsi dietro, iniziando a desiderare con sempre più regolarità l'opportunità di poter uscire di casa, iniziando sempre nuove avventure da poter descrivere al meglio con l'ausilio della tastiera del suo amato pc.
Scoprì molto presto, inoltre, che in quei lunghi viaggi c'erano maggiori possibilità di vivere qualche avventura amorosa, la stessa che le deva una carica in più e che rendeva ogni luogo che visitava molto più intenso e seducente di quanto in realtà fosse. Tuttavia, la ragazza, non aveva ancora scoperto il vero significato dell'amore, non sapeva affatto che cosa volesse dire e non si era nemmeno mai posta il problema di ritenere quel sentimento parte della sua esistenza. Semplicemente lei pensava ad altro che le bastava per considerarsi felice.
Una particolarità? Lo sport praticato. Oh, non aveva passato anni ad imparare tecniche di danza classica o di ginnastica artistica come la maggior parte delle sue amiche, no. Lei si era dedicata ad altro, ad uno sport che non era affatto nelle corde femminili che ostentava. Pugilato. Si trattava proprio di questo, in effetti. Mentre le sue compagne di classe acquisivano le regole per una giusta postura e le varie posizioni che avrebbero dovuto mantenere per poter fare una piroetta perfetta; beh, lei faceva tutt'altro. Imparava a infilarsi un paio di guantoni più grandi della sua testa e a colpire un grande sacco rosso, sempre troppo pesante per i suoi gusti. E quella pesantezza, alle volte, soprattutto inizialmente, era davvero invincibile. Quelle piccole manine e quel corpo minuto erano troppo poco, non ce la facevano proprio ad uscire vittoriosi, non erano abbastanza. E quella frustrazione, quel non sentirsi all'altezza della situazione e di quel peso che avrebbero dovuto scacciare via, colpendolo più volte, sfogando quella rabbia repressa e facendo in modo che diventasse una sorta di nemico immaginario - come già era, in effetti - le diedero la forza per far sua quella potenza che era necessaria per vincere quella battaglia e per avere il primato su tutto. Così, ogni lezione ed allenamento che passava diventava più forte, riuscendo a dare sempre più forza con quei pugni serrati e a scaraventare più in là quel sacco rosso, rivedendoselo arrivare addosso con una furia incredibile, tanto che se ti capitava di vederlo così, una volta sola, stentavi a credere che non fosse vivo. Ma a lei non importava, mostrava una strafottenza innata verso quell'oggetto inanimato, lo scaraventava di nuovo via, ancora, ancora e ancora fin quando non ne avrebbe avuto abbastanza. E quando arrivava la fine di ogni lezione aveva la certezza e la sensazione di essere più leggera, privata dal peso opprimente della quotidianità e agevolata da una serenità che nasceva dalla stanchezza e dallo sfogo che aveva potuto compiere. Perciò non si ritrovava mai a pensare alle sue amiche con gelosia o invidia, era semplicemente consapevole che quel che lei si lasciava svicolare via grazie a quello sport, loro lo facevano proprio, vittime di tutte quelle regole e di quella perfezione che non ci sarebbe comunque mai stata ma che tutti pretendevano, soprattutto le insegnanti e le madri che guardavano quelle piccolette con una luce strana negli occhi - avresti detto che assomigliava a sadismo - con il solo scopo di riversare in loro i loro sogni smarriti, i loro desideri che non erano mai stati esauditi. Grandi ballerine, le sue amiche. Certo, ma sicuramente non avrebbero mai avuto quella leggerezza che faceva parte di lei, quell'infinita forza e quel coraggio che anno dopo anno si insinuava nel suo animo sempre di più, rendendola semplicemente speciale. Perciò, se le sue amichette uscivano dalla loro scuola di danza frustrate più che mai, lei usciva dalla sua palestra con una serenità nuova insinuata in ogni fibra del suo essere.
Passarono molti anni e molte ore di allenamenti quando decisero di farle partecipare a qualche gara, buttandola nel bel mezzo di un ring tutta sola a scontrarsi con qualsiasi tipo di essere umano vivente. Uomini con la bava alla bocca o donne che di femminile non avevano proprio niente. Non ci volle molto a comprendere che quello non era affatto il suo habitat. Non aveva iniziato a fare quello sport per scontrarsi con altri, non le era mai interessato quel particolare risvolto di quella pratica. Ogni volta che entrava in quella palestra ed indossava quei guantoni lo faceva per combattere contro se stessa, contro le sue paure, contro tutto quello che era andato storto nella giornata e che poteva sfogare in quel modo, rifacendo sua la tranquillità che tanto cercava e sentendosi, semplicemente, meglio. Non le interessavano le gare agonistiche nè il mondo degli incontri, le interessava liberare se stessa, punto.
E con il passare del tempo e degli anni non perse mai di vista questa passione, cercando di passare qualche ora alla settimana tra le mura di qualche palestra, ritrovando immediatamente tutti gli effetti benefici che quella pratica riusciva a sortire in lei.

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All'età di ventiquattro anni, dopo un ultimo grande successo con un articolo nel campo della moda, decise di cambiare completamente tema e di dedicarsi ad altro, cercando qualcosa che stuzzicasse la curiosità dei lettori e non solo di una fascia d'età ristretta. Cercava qualcosa che colpisse, che rimanesse per un bel po' di tempo nei ricordi dei più piccoli, degli anziani e persino dei genitori che si fermavano solo qualche istante a leggere qualche articolo di giornale qua e là, troppo occupati a stare dietro al ritmo frenetico della vita quotidiana. Cercò a fondo in ogni cosa che le passava davanti per poter carpire qualcosa di folle ma allo stesso tempo reale, credibile, presente nell'immaginario comune. Non trovò niente, o almeno, non scovò niente di accettabile nei posti sbagliati. Aveva da sempre cercato qualcosa fuori dalla sua abitazione, da quella casa che aveva diviso da sempre con i suoi adorati genitori; ma quella volta doveva chiudere la porta di casa concentrandosi su ciò che avrebbe potuto scorgere al suo interno, lì dove era cresciuta. E, guardando bene, si ritrovò parecchie volte nuovamente di fronte ai quadri di suo padre, così - incuriosita ed affascinata - decise di indagare un po' di più sulle leggende che si increspavano dietro quegli animali fantastici a cui lui tanto credeva e a cui - persino - dedicava le sue opere. Fece una piccola ricerca su internet, cercando di scovare ogni tipo di leggenda su quegli esseri fantastici, acculturandosi molto ma scoprendo che ogni sito dava un'interpretazione diversa, non c'era una visione comune riguardo a quegli argomenti. Era tutto molto contorto e caotico, non c'erano appigli, niente su cui soffermare la sua attenzione avendo l'opportunità di far nascere un articolo degno di quel nome.
Tuttavia, dopo varie ricerche, le capitò di leggere qualche informazione interessante; scoprì che nello stato di Washington era presente un'area di nome La Push che racchiudeva in sè molte tradizioni e leggende riguardanti la tribù degli indiani d'america Quileute. C'erano parecchie storie su un ipotetico collegamento tra queste persone e i lupi mannari-licantropi, ma non riuscì a trovare niente che saziasse pienamente la sua sete di curiosità.
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Le parve immediatamente chiaro che quello poteva essere uno spunto fenomenale per il lavoro che avrebbe potuto svolgere e che, ormai, voleva saperne di più, non poteva certo restare con un grosso punto interrogativo irrisolto nella testa! In ogni caso, se proprio non avesse trovato informazioni a sufficienza per un articolo, avrebbe comunque avuto l'opportunità di avere qualche risposta e di visitare un posto nuovo. Per questo si informò meglio su dove si trovasse quel posto, prendendo tutte le informazioni possibili sui vari luoghi che c'erano intorno a quell'area (descritta come una sorta di paradiso) per essere sicura di alloggiare al meglio per tutto il tempo che sarebbe rimasta lì nei dintorni.
E così era pronta per una nuova avventura (completamente diversa da tutte le altre che aveva intrapreso in passato) e per un altro viaggio; preparò tutto il necessario, salutando nuovamente i tanto amati genitori e partendo verso quel posto impregnato di mistero e leggenda. Cosa sarebbe accaduto? Sarebbe riuscita a trovare quello che cercava? Chi lo sa, lo avrebbe scoperto presto.



Il personaggio della mia foto è: Evangeline Lilly



La sconcertante scoperta di quanto sia silenzioso il destino quando, d'un tratto, esplode.
SPOILER (click to view)
starring: Evangeline Lilly; quotes: Alessandro Baricco; code: © Giada.




Edited by QuellaCheNonSei; - 13/12/2010, 00:51
 
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.°•. °•. stety .•° .•°.
view post Posted on 14/12/2010, 20:28




Brava tataaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa :D


Convalidata
Se devi fare delle modifiche nel corso del GdR apri un post qui sotto e comunica le modifiche che vorresti apportare

Aggiungi alla lista, -->qui<--, il tuo personaggio prestavolto seguendo le indicazioni.

Inserisci il Link della tua scheda con questa Formula:
[CODE]NOME DEL TUO PERSONAGGIO IN •Twilight GdR•

Leggi qui come postare le discussioni LINK
=) e buon divertimento

 
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1 replies since 13/12/2010, 00:13   158 views
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