| Heidi
Tutmtumtumtum! Era davvero sorprendente - eccitante - quanto poco bastasse a far sussultare un fragile corpo caldo come quello, immobilizzandolo sotto la frenesia di un folle battito in corsa: un volto mozzafiato, una minaccia, un nome, il ricordo più caro e inebriante celato nel profondo di un'anima ingenua e sognatrice. Ed eccola lì, vittima del mio appagamento mentale, pietrificata dalla paura, gli occhi incapaci di scollarsi dalla mia figura proprio a causa della paura stessa, una paura curiosa e incosciente; follemente, sconvolgentemente e silenziosamente esaltata, carica di tremori di panico e... vita, una nuova fremente vita improvvisamente percepibile nelle sue membra: l'amore, quell'amore che non si cura del pericolo e che è persino capace di ginorarlo, di sfidarlo! E lei - persino senza saperlo! - inchiodata al terreno gelido, rannicchiata in se stessa come un ruccio spaventato e convinto di potersi proteggere da qualunque cosa, con quel suo sentimento incosciente, mi stava sfidando! Il piacere di vederla evidentemente consapevole della sua stupidità di fronte la mia presenza e le mie parole, lasciò inesorabilmente il posto al disappunto, un fastidiosissimo formicolio che invadeva e irritatava completamente il mio corpo, e che a stento riuscii a nascondere prima che potesse manifestarsi irrigidendo visibilmente i miei muscoli, serrando minacciosamente le mie mascelle e costringendole a vibrare in ringhi terrificanti... liberando la mia foga di predatore assassino. No, non potevo. Dovevo resistere, godermi il piacere di quella piccola vendetta personale, che si sarebbe compiuta meravigliosamente di lì a poco, nonostante l'insopportabile pensiero di loro due insieme, di ciò che per assurdo lei avesse potuto dargli tanto da attirare la Sua attenzione, di ciò che lui avesse potuto farle, di ciò che lui fosse stato con lei e per lei, tanto da marchiarle un sentimento così dolce e puro nel suo cuore dal battito eloquente e inconfondibile nella sua fattispecie. Era deliziosamente confusa, cercava inutilmente di seguire a capire le mie parole, aggrappandosi disperata e interdetta ad ogni singola sillaba, per poter capire cosa fossi.. cosa mi accomunasse a Lui, cosa fosse lo stesso Demetri. Oh speravo che capisse, ero sicura che ci sarebbe riuscita, ma non volevo che accadesse tanto in fretta: la consapevolezza, il dolore e la paura dovevano crescere in lei lentamente, annientandola ancor prima che io potessi torcerle un solo capello. E fu esattamente così che, dopo uno stuzzicante antipasto misto fatto di agguati, assordanti e amare parole non dette, giunse a me il primo piatto di quella vendetta: lento, ben freddo, così abbondante delizioso da saziare la mia rabbia. Alle mie ultime parole accurante e piene di eloquenza e sarcasmo, rabbrividì sussulando e contraendosi come se una lama le avesse trapassato il cuore. La sua espressione si rimepì di sconvolgente sorpresa, delusione, angoscia, sconforto, amarezza...gelosia. Eccola lì, pensai vittoriosa per essere riuscita a darle anche solo una parte del mio disappunto, poichè non sarebbe stata mai in grado, purtroppo, di carpire e sostenere la furia che si agitava nel mio cuore defunto. Aveva capito. Niente è più letale e appagante della verità! Aveva dannatamente capito cosa mi legasse a lui -e probabilmente persino da quanto-, che era stata solo una sciocca, che non avrebbe mai potuto competere nè con lui nè con me, che era stata tutta una stupida, abile e spietata messa in scena, e forse sarebbe bastato questo per ucciderla. Ma quello era solo il dolce contorno di quel primo piatto gelido che mi accingevo a gustare avida: ciò che mi esilarava maggiormente era il fatto che, qualsiasi dolore le avessi inflitto, Demetri non mi avrebbe sfiorata nemmeno con un dito. Non avrebbe mai distrutto la cosa più importante della sua vita, quella per cui aveva agogniato metà della sua esistenza e che finalmente era sua: avrebbe potuto rifiutarmi, ripudiarmi, si... ma per quanto? Un'eternità davanti a noi e lui sarebbe tornato inesorabilmente da me, prima o poi... molto presto, con molta probabilità - lei non avrebbe vissuto per sempre e lui non poteva fare a meno di me. Avrei vinto, io vincevo sempre! I miei piani erano splendidamente infallibili, prova perenne del mio insidacabile potere! Cosa ancor più bella era la certezza che, se davvero lui l'amasse quanto lei amasse lui, sarebbe stato in trappola, incapace di ferire una per vendicare l'altra! Poteva amarci con dinamiche completamente diverse, ma probabilmente non una meno dell'altra, e questo, sapere che non l'avrebbe mai potuta amare "come" amava me, sapere che se l'avessi tolta di mezzo avrebbe significato toglierere ad entrambi il tormento che meritavano, mi bastava per torturala una sola volta senza ucciderla, e la mia rivalsa sarebbe stata perfettamente e meravigliosamente completa, viva e incicatrizzabile per l'eternità! Nemmeno lui sarebbe sfuggito alla mia furia, alla punizione per quell'orribile affronto che entrambi mi avevano fatto! Dando sfogo a me stessa e dicendo le verità, avrei avuto la mia più golosa vendetta: sapevo che avrei incrinato in qualche modo il suo sentimento per lui...e saperlo incapace di scegliere... era la ciliegina sulla torta! Inoltre io non potevo certo definirmi una donna fedele! Non lo sarei stata mai! La sentii surrurrare la sua condanna con una consapevolezza stupefacente, sorridendo divertita, melliflua e raffinata nel vederla evidentemente in trappola, arretrare inutilmente, mentre si torturava il labbra inferiore con i denti, mentre afferava il primo sasso alla mano sperando ingenuamente di non essere scoperta, potermi colpire! Scoppiai in una risata cristallina e altezzosa, delicata e quasi assordante, portandomi una mano alla bocca con grazia e malizia. Esatto, genietto! esclamai ilarica mentre i miei occhi si infuocavano già della perfidia e la foga che di lì a poco si sarebbe scatenata. Cosa faremo adesso? Beh, adesso passeremo del tempo insieme, e ci divertiremo come matte.... Continuai gaia, dolce e suadente... con un certo entusiasmo, rimanendo immobole. Improvvisamente il mio sguardo si fece minaccioso, terribilmente inquietante, magnetico sul mio volto dalla bellezza comunque inalterabile. ... o almeno, io mi divertirò di sicuro! conclusi melliflua, risoluta, terribilmente sarcastica e spietata, mentre un ghigno pieno di perfidia si disegnava vellutato sulle mie labbra perfette. Un ringhio sommesso nacque dal mio petto immobile eppure improvvisamente teso e tremante come tutto il resto del mio corpo, ormai piacevolmente carico e pronto a far esplodere la mia foga. Accadde tutto in meno di un secondo. Non diedi il tempo a quel verso di completare la sua sinfonia che già ero china su di lei, scivolata sul terreno veloce come la luce e liscia come la seta, come se fossi scomparsa e riapparsa vicino a lei, come se fossi sempre stata lì. Con uno scatto morbido, fulmineo e letale, la afferrai e la sollevai per la gola usando la semplice forza della mia mano - apparentemente leggera nella morsa attorno il suo collo, attenta in ogni caso a farle mancare il respiro quel tanto che bastava a non ucciderla per soffocamento o per lo spezzamento dell'osso del collo stesso -, come se avessi sollevato un ramoscello di ulivo in tutta la mia spietata eleganza, mentre tutto il resto del mio corpo rimaneva immobile e rilassato, sebbene dentro fosse un nucleo carico di fiamme ed elettricità. La guardai con occhi mostruosamente furenti, abbaglianti e meschini, dipinti sul mio volto perennemente serafico. Tu! Tu non dovresti conoscerlo! Ringhiai sibilando tra le mascelle serrate, scoprando i miei terrificanti canini brillanti e candidi. Con una smorfia di repulsione la lanciai a qualche metro da me, senza nemmeno aver percepito la forza usata per scaraventarla via contro il tronco massiccio di quell'albero, quindi senza nessuna fatica e senza aver rischiato anche solo di farle perdere i sensi. In realtà il tonfo che ne seguì fu tremendo. Di sicuro le avevo spezzato qualche osso poichè percepii diversi e leggeri CRAK provenire direttamente dall'interno di quel corpicino fragile e friabile come la creta, una musica esilarante che avrei duvuto ingorare se avessi voluto tenere a freno la voglia che avevo del suo sangue, il desiderio di ucciderla che mi stava bruciando dentro impazzito. Senza indugi o scrupoli, le fui accanto ancor prima che potesse sbattere contro quell'albero, pronta per afferrarla nuovamente, stavolta per il braccio, quella sinistro. Lo torcetti abbastanza da portarlo in una posizione poco naturale, spezzandogliene le ossa, godendo e ringhiando ancora nel vederla scivolare sotto di me stordita, terrorizzata e agonizzante. Il suo odore... te lo sento addosso! E' dappertutto! Dissi indispettita e terrificante. Ci ho messo 500 anni per capire quanto lo volessi, affinchè lui capisse di amarmi!E non permetterò alla prima pulce di passaggio di portarmelo via! Ulrai le ultime parole di quella frase scaraventandola ancora una volta lontana da me, facendola rovinosamente scivolare sul terriccio impervio come se avessi lanciato una foglia nel vento, risoluta e salda come nei movimenti come una pantera. Immediatamente una zaffata di profumo fresco e intenso di sangue colpì inesorabilmente le mie narici. Le pietre e della terra grezza avevano svolto bene il loro lavoro aiutate dal terribile attrito che avevo provocato con quella che per me era stata una semplice spinta: le braccia, le ginocchia e la schiena di lei erano comletamente tagliuzzate, il sangue aveva già macchiato ampi spazi dei suoi indumenti. Sentii la sete bruciarmi la gola e corrodermi la bocca con fiotti copiosi di veleno, il corpo esplodere sotto l'istinto quasi incotrllabile di nutrirmi di lei, del suo sangue particolarmente dolce e invitante. Mi costrinsi a resistere e rimanere impassibile su di lei, raggiungendola ancora in meno di un istante. Con terrorizzante eleganza mi chinai ancora su di lei stringendo la sua mano sinistra minuta nel mio pugno destro, rompendole ad una ad una le nocche, schiocchilanti fin dentro la mia carne impenetrabile. La guardai in cagnesco, fulminandola col mio sguardo gelido e ipnotico, mentre continuavo a torturarle la mano infilzandole il braccio destro, quello ancora sano, con le unghia della mia mano sinistra. Sentii il calore rovente del suo sangue scorrermi fino al gomito e fui costretta a trattenere il respiro a e non guardarlo. Stai alla larga da lui... Ringhiai rabbiosa, violenta, spietata e minacciosa nelle parole. O la prossima volta non sarò così clemente! E credimi, lui non verrà a salvarti... Tiene troppo alla sua vita... tiene troppo alla donna che ha desiderato per 500 anni, sin dal primo momento in cui i suoi occhi si sono posati su di lei! Su di me, contro la quale tu non puoi competere! Ti sarà ormai chiaro che non è il principe azzurro che conosci. Ha passato la sua intera esistenza facendo una sola cosa, l'unica cosa per cui vive, l'unica cosa che gli arrechi piacere: UCCIDERE! Sei solo un passatempo, un diversivo, una stupida irrealtà che gli da l'illusione di poter essere qualcosa di diverso da ciò che è, per qualche ora. Sono io il suo mondo! Sono IO la sua realtà! Il suo posto è con me! E se tieni alla tua esistenza, ad una stupida vita normale e tranquilla, dimenticalo! Resta al tuo posto, nel tuo mondo. I miei superiori non saranno altrettanto generosi se verranno a sapere che tu sai! Ed io non posso permettermi di perderlo per un suo capriccio del momento! Quindi se tieni alla tua vita, se tieni alla sua, non costringermi ad aprire la bocca e stà lontana da lui! Se non sarò io ad ucciderti, lo faranno loro, potrebbe persino pensarci lui, se si dovesse rendere conto che tu rappresenti una seria minaccia alla sua vita...e tu rimpiagerai che non sia stata io a farlo! Rimpiangerai di averlo conosciuto mentre loro ti faranno in mille pezzi! Perchè è esattamente questo quello che accadrà se non ti deciderai a cancellare ogni ricordo di lui: ti uccideranno lentamente, dissanguandoti, staccandoti un arto per volta come se fosse burro! Lasciandole la mano sinistra ormai completamente rotta, le mollai un tremendo ceffone in pieno viso, con la mia mano destra, tanto rapido che non avrebbe potuto nemmeno vederlo arrivare, tanto forte - se lo fosse stato troppo però di sicuro le avrei spezzato il collo e perforato la guacia - da provocare uno schiocco più che limpido e sonoro e da lasciarle qualcosa di simile ad un'orribile bruciatura su tutto lo zigomo. Sfilai via la mano sinistra dalla carne del suo braccio destro e non riuscii a fare a meno di guardarla, terribilmente tentata ad avvicinarla alle mie labbra per assaggiare il sangue di cui era completamente intrisa, entrando per qualche secondo come in una specie di violenta trans. Mi ripresi in tempo scostandola malamente e ricomponendomi come se non mi fossi ma alterata. Sorrisi crudelmente ancora china su di lei. Oh, no, mia cara... non mi sporcherò la lingua con tuo sangue! Non voglio avere nessuna tua traccia dentro di me! Ringrazia il tuo Dio di essere una donna, perchè la mia dieta è fatta di soli uomini. Quelle come te mi limito semplicemente ad ucciderle! le sussurrai melliflua e sprezzante, un sussurro terrificante eppure angelico nel timbro. Ma tu adesso te ne andrai, il più lontano possibile da me... con tutta la velocità che quelle tue gambette deboli ti permettono: non è un caso che siano ancora sane. Mi sono ben guardata dal rovinartele, perchè devi andartene, ora! E farai in fretta... prima che io possa cambiare idea. Purtroppo mi servi viva, dolcezza, o non avrò nessuna vendetta! E adesso corri, e mentre ti allontani, allontana da te Demetri, Me, e qualunque cosa che possa farti penasare a noi e a ciò che non avresti mai dovuto vedere! Farai meglio a tenere la bocca siggillata anche con i Cullen! Non vogliamo più altre inutili grane con quegli stupidi vegetariani! E non voglio far perdere la missione e il posto ad un collega. Ci tiene così tanto, Demetri! Un vero peccato, per te, che i Cullen non siano la sua unica missione, o sarebbe arrivato in tempo per salvarti! Ma in questo momento è dall'altra parte del mondo a mozzare chissà quante altre teste. E' la sola idea che possa sentirci senza poter fare niente è davvero divertente...non trovi? Ad ogni modo...Conto su di te, so che farai un pulizia accurata: sei una fanciulla molto intelligente, sarebbe un peccato sprecare la tua dote!
Edited by †Heidi~ - 27/12/2010, 21:16
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