Twilight GdR

Looking in the shadows

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view post Posted on 22/3/2010, 19:05
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Ci sono pugnali nei sorrisi degli uomini.

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Titolo: Looking in the shadows
Genere: \\
Autore : Daniele N.

Storia, breve prefazione dell'idea e sintesi dell'antecedente:

CITAZIONE
Anno 2030, Italia. Lester è un giovane di 16 anni che conosce per caso una ragazza senza nome. Per uno strano scherzo del destino i due si innamorano ma abitano in città diverse e i loro destini sono separati. Lui vuole abbattere questa barriera ma nel momento stesso in cui cerca di andare da lei, scoppia un guerra tremenda contro creature sovrannaturali.
Nello stesso periodo scoppia un'epidemia terribile che decimerà la popolazione , i fatti descritti sono ambientati 5 anni dopo nel 2035, non verranno riportati nomi di città e i nomi delle persone saranno irreali o trattati attraverso degli pseudonimi.

(ogni riferimento inserito è puramente casuale ed è il totale frutto della mia fantasia :) spero la trama non vi annoi troppo )

Prologo: The moonlight

La porta cigolò un po troppo nell'aprirsi , la casa era vuota eccetto per i due giovani, il buio regnava incontrastato e donava alle cose un aspetto grigiastro e cupo piu di quanto in realtà non lo fossero.
L'orologio a pendolo scandiva i secondi con un ticchettio silenzioso che dava dell'arrodante, chi sarebbe al suo posto riuscito a capire che ora fosse o che di che giorno si trattasse?
La luce della luna che entrava dalla finestra la faceva ancora piu bella.
I capelli neri e ricci le cadevano lungo le spalle, il suo viso era adombrato e la luce della luna proiettava riflessi sul volto di lui.
La stringeva abbastanza debolmente come non fosse convinto della scelta, i loro occhi erano però vogliosi d'amore , pronti a lasciare che il tutto esplodesse nel fragoroso boato della passione carnale.
Un bacio , poi un altro ancora , il tempo che si ferma, l'orologio a pendolo un ricordo lontano , li in quella dimenzione non valevano le stesse regole.
Le sue mani delicate, mani di donna, percorrevano le sue spalle muscolose, gli tormentavano la pelle tentandola con un tocco delicato , come ogni donna sa inconsciamente fare.
<<mi piaci...>>
La voce di lei, era un sussurro inudibile per chi avesse ascoltato al di fuori della "dimenzione", soltanto loro avevano la facoltà di scambiarsi parole e sguardi, contavano solo loro e nessun altro, poi ancora le labbra unite, quasi a pizzicare ed ancora loro.
Quelle mani delicate ed invadenti sul suo corpo, a regalare emozione fino a togliere il gillet che lo lascio solo con una maglietta nera sgualcita.
Allora lo fece anche a se stessa , ma calati i lembi del vestito si ritrovò nuda davanti a lui, ormai erano anni che non si usava piu per le donne portare i reggiseni, era una moda passata.
Lui le cingeva i fianchi con le mani, lei aveva voglia e dentro di se sentiva un fuoco come ardere violento, insieme alla voglia di farlo suo da quella notte in poi, per sempre.
Per sempre è il vago e l'indefinito, per sempre è un attimo , un bacio o un abbraccio, ovvero tutta la vita , oppure il nulla, nella dimensione non c'è il tempo erchè esso si moltiplica, come le sue mani che adesso piu decise portarono via anche la maglia lasciando scoperto il petto o quasi.
Quanto lo aveva desiderato; Angela, sciocca , quanto aveva bramato il suo corpo e quanta voglia repressa avrebbe sfogato quella sera?
Passo le mani lungo il petto, il suo respiro era sul suo collo, ma le dita incontrarono un tintinnio strano.
Una catenina, la percorse con le dita e seguì con lo sguardo la serie interminabile di anellini dorati.
Alla catenina era assicurato un anello, una Vera d'oro al cui interno era inciso qualcosa, ma la luce della luna non avrebbe dato modo di leggere.
<<che cos'è questo?>>
Un altro sussurro smosse la dimensione, ma lo sguardo che seguì dopo dagli occhi azzurri e profondi di Angela era piu che uno scossone, quasi un terremoto , due braci infuocate lo fissavano e tra le dita l'anello era mantenuto quasi con orrore, con la punta.
Lui portò il palmo della mano ed avvolse l'anello con la mano quasi dovesse proteggere una reliquia o un oggetto preziosissimo.
Lester , i capelli tagliati corti e lo sguardo vuoto con le iridi blu mare a fissare il vuoto con disinteresse, senza voglia , come al solito, come si addiceva ad uno come lui.
Gli occhi di lei sembravano distrutti lascio cadere una mano su una sua coscia, Angela ci aveva sperato tanto.
<<che cosa significa questo per te?>>
Un'altra domanda , ma come la prima non trovò risposta, adesso nessuno dei due guardava l'altro, sulla bocca di Lester c'era un espressione neutra , forse gli veniva così naturale.
Un altro scossone, l'orologio a pendolo scandiva i secondi, era tornato il ticchettio , la magia era finita.
Lester si alzò e lei lo guardò incredula e triste, non lo avrebbe fermato.
Raccolte le sue cose si rinfilò la maglietta e rimise sopra di essa il gilet nerò assai piu lungo del normale, alla cintura c'erano attaccate le sue anime gemelle.
La mano destra era libera, mentre l'altra mano era coperta da un guanto che copriva solo il palmo e non le dita, dava esattamente l'idea giusta: Aveva qualcosa da nascondere.
Si avviò alla porta della camera da letto e fece per uscire, Angela si girò per guardarlo e la sua voce adesso piu alta lo fece arrestare di colpo.
<<aspetta!>>
Una lacrima cadeva dagli occhi rovinando il trucco e lasciando un segno nero sotto l'occhio sinistro, come un fiume che taglia una collinetta quale può essere la guancia.
<<e' da parte sua non è vero?>>
Lester esitò lo sguardo basso perso nel vuoto, istintivamente portò la mano al petto stringendo l'anello assicurato alla collanina, un mare d'emozioni gli investì il cuore, ma tra esse riconobbe la vergogna.
<<si>>
La sua voce scandì il monosillabo in modo ineccepibile e sicuro, una punta d'orgoglio nella voce.
<<l'Ami ancora? Dopo tutto questo tempo?>>
Non le importava di essere nuda o di sentire freddo, lui l'aveva umiliata, l'aveva illusa eppure la sua voce non era isterica ma solo malinconica e triste come di chi vorebbe liberarsi alla lacrime ma non vuole.
<<mi dispiace>
Altro suono ineccepibile dalle sue labbra, questa volta l'unico, in risposta a parecchie delle sue domande eppure in risposta a nulla.
Uscì dalla camera e lei sentì i suoi passi fino all'ingresso , aspettò ancora prima di smettere di tendere l'orecchio, attese che il suono della porta che si stava chiudendo arrivasse all'orecchio forte e deciso , ma non si arrese , aspetto ancora finche non sentì piu il rumore dei passi, poi fu come avere l'asma.
Il respiro le mancò e si sentiva morire, era così Angela, delicata in ogni suo apsetto , sensibile oltre ogni modo, fissando l'oscurità come per cercarlo dove in realtà non c'era, quando le lacrime infine divennero fiumi in piena.


Edited by sperminetor1991 - 22/3/2010, 23:46
 
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view post Posted on 22/3/2010, 22:17




bello lele *-*
chi è la ragazza che ha regalato l'anello a Lester?
voglio leggere il seguito!!!
ma non ho capito una cosa.. hai scritto intenzionalmente dimenZione o è un errore?
 
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view post Posted on 22/3/2010, 23:41
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ovviamente non l'ho fatto apposta XDDD figura di merd. mo correggo .-. grazie per l'aiuto domani il seguito ;)
 
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view post Posted on 23/3/2010, 14:46




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ah no xk avevo visto che l'avevi scritto più volte, pensavo fosse fatto apposta XD
 
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view post Posted on 23/3/2010, 18:09
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ihihi comq spero ti piaccia anche questo capitolo...


capitolo I: In my Dream

"Si dice che nei sogni la verità , spesso almeno, non sia così frustrante, o meglio si vocifera ormai che al di là del Lagher ogni cosa abbia connotati diversi e che le città siano piene di brava gente che si occupa dei loro affari senza interessarsi ai fatti altrui. Si dice ma non lo si pensa più ormai, al di là del grigiore di quelle stesse barriere che noi stessi ci siamo imposti, al di là del lagher ed al di là della nebbia ."

Cosa non avrebbe dato per ricordare tutto quel pezzo, ormai nel Lagher solo i suoi passi si udivano a quell'ora della notte, anche se ormai di differenza non ce n'era proprio più.
Erano 5 anni che non si vedeva più il sole, coperto com'era dalle solite nuvole nere in cielo, soltanto il calore passava attraverso di essere e qualche volta al tramonto o all'alba Lester avrebbe giurato di aver visto i tanto bramati riflessi cremisi .
I suoi passi risuonavano per le strade vuote, palazzi nuovi, o alcuni per metà distrutti, una città in decadenza , anzi di città non si poteva parlare, quello era un Lagher.
Ormaì c'erano abituati tutti, quelle strade sempre bagnate e squallide con un tasso di umidità che sfiorava limiti indecenti.
Lester aveva passo svelto e sicuro, risoluto nelle parole così come nel camminare fino ad un vecchio edificio che assomigliava ad una baracca , una specie di Bar .
Sulla porta un uomo armato di mitra indossava un'uniforme ormai in disuso, l'esercito almeno li non esisteva ma di sicuro uomini come lui servivano sempre.
Bastò uno sguardo per lasciar passare il giovane dai capelli biondi , bastava uno sguardo nei suoi occhi di tenebra, uno sguardo al guanto che avvolgeva la mano sinistra per far si che la guardia si discostasse da lui almeno di 3-4 metri.

Gocce d'acqua cadevano dal soffitto e penetravano nella piccola locanda, c'era tutta gente in piedi che andava avanti ed indietro , tutti lo scansavano e si tenevano lontani dal giovane, eccetto alcuni che , come lui, portavano lo stesso guanto, ma i loro volti non erano esattamente felici.

Uscito nuovamente dalla locanda una sola cosa era cambiata nel suo vestiario, indossava una cintura ed assicurata ad essa vi erano due pistole color argento.

<<schiena contro le barriere! Al riparo ! Avanti ! Avanti!>>

Gli spari erano acuti , proiettili fendevano l'aria intorno ai soldati, Lester come altri, riparato o accovacciato dietro muri, pronto a sparare verso il nemico invisibile.
SPari, proiettili ed ancora spari, ma la mente era altrove, stringeva le pistole con entrambe le mani, ora fuori dal muro per sparare qualche colpo alla nebbia, ora dietro il muro con lo sguardo basso ed i pensieri lontani dal corpo.

<<lester!>>

Un colpo lo perforò in pieno alla spalla destra, la pistola che teneva bassa in quella mano cadde a terra , ma nemmeno un urlo, il colpo subito l'aveva riportato in se stesso.
Uscì dal nascondiglio, ombre si muovevano veloci, sparò tre colpi, e gli spari cessarono.

<<e' finita ragazzi!>>

Comunicò qualcuno alle retrovie, lui non lo ascoltò nemmeno, raccolse la pistola e si diresse al centro del lagher.
Aveva uno sguardo scocciato come al solito ed era coperto dal suo sangue.
Un tizio con i capelli lunghi tirati indietro in una specie di coda lo attendeva sulla soglia di un'altra baracca con le braccia conserte.

<<quando imparerai?>>

Gli chiese aprendo la porta al suo posto e facendolo accomodare su una sedia di legno al centro della baracca.
Li c'era un letto, e qualche mobile di legno impregnato d'umido con la muffa che usciva fino a fuori, quella era l'infermeria.

<<ah... se avessi io la tua bella faccia!>>

Disse il tizio che aveva qualche tratto orientaleggiante, quasi fosse stato cinese o giapponese, ma quella era un'altra vita ed un'altra storia diversa da quella.
Nel frattempo adoperando gli strumenti del mestiere estrasse la pallottola, la clavicola si era lussata e l'articolazione era slogata.

<<le donne cadono ai tuoi piedi, Angela è pazza di te e tu non fai altro che deluderla>>

Lester ascoltava passivo, quante volte aveva ascoltato l'amico dire quelle cose.

<<e inoltre tu non fai che farti del male, ti fai colpire apposta dai nemici e ogni volta che tenti di attraversare la nebbia torni ancora più vuoto di prima,>>

Applicò una fasciatura alla spalla e rimise apposto le ossa in posizione naturale.

<<ora si che dovraì stare buono per qualche settimana! così potrai goderti una di quelle che ti fa la corte!>>

Lester non alzò nemmeno la testa.

<<leeroy... vaffanculo..>>

La sua voce era serie e triste il suo sguardo atterrito e vuoto, lo stesso Leeroy sapeva cosa gli frullava nella testa e vedere che non si dava pervinto lo faceva sentire in qualche modo meglio.

<<tanto non c'è speranza lo sai...>>

Gli disse il medico.

<<la nebbia è insuperabile... e se non ci riesci tu noi non abbiamo speranze di farcela... >>

Lester alzò lo sguardo per la prima volta da quando era entrato li, Leeroy gli dava le spalle asciugandosi le mani con un panno.

<<io posso... ho affinato i miei poteri e le mie abilità, non fallirò...>>

Ci furono attimi di silenzio imbarazzante tra i due.

<<quando?>>

<<domani.>>

Ancora silenzio tra i due , lo sguardo di Lester aveva una nuova luce, istintivamente portò una mano al petto, l'anello.

<<lo fai per lei, lo so, ma quanto tempo è che non ricevi una sua mail?>>

Lester abbassò lo sguardo, chissa se era viva, chissa se non aveva trovato un altro, chissa se stava bene.

<<si... hai capito... sono 4 anni che le comunicazioni si sono interrotte, non ricevi messaggi da 4 anni, il Lagher è isolato Lester, le ipotesi sono tante ma di concreto non c'è nulla, il tuo è un salto nel vuoto.>>

Fece poi una pausa, molto lunga.

<<da retta a me.. goditi quelle poche donne che ci sono rimaste, bevi un po di vino in più.. dimentica lei e vivi la tua vita, per quanto lunga essa possa essere ormai... lo sai che il morbo non lascia scampo, se non ti ammazza la nebbia lo farà lui.>>

Il rumore delle gocce che cadevano dal soffitto si era fatto assordante, Lester si alzò con molta calma e uscì lasciando solo Leeroy.
Le mani del medico tremavano , il suo respiro era irregolare e i suoi occhi lucidi, anche lui come tutti li aveva perso molto, aveva perso tutto tranne l'illusione, grazie a Lester quella sopravviveva ancora.
 
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view post Posted on 24/3/2010, 19:56




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oh si mi piace anche il secondo :)
anche se c'è carenza di componente femminile XDXD
 
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view post Posted on 25/3/2010, 00:46
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eheh vedraì che colpi di scena che ho previsto uhuh


Capitolo II : Angela

Oramai s'era fatto così assordante che non quasi non lo si poteva sopportare.
Il ticchettio invadeva le stanze vuote dell'appartamento, giungeva alle orecchie assordante nel silenzio.
Nessuno si sarebbe mai spiegato il perchè, ma mentre il sole era sempre assente ormai attraverso le nuvole , ove passava la luna, tutto si illuminava di un chiarore strano.
Il Lagher traeva da essa la sua fonte primaria di illuminazione, ormai sulla corrente elettrica si poteva fare poco affidamente, lampade ad olio , candele e quant'altro erano state piu che utili in quegli anni, ma quella sera non sarebbero servite.
Ormai solo i singhiozzi si potevano ascoltate, le lacrime le aveva piante tutte ma avrebbe voluto tirarne fuori ancora ed ancora, avrebbe voluto sfogarsi, magari Alice l'avrebbe ascoltata piu in la, ma adesso era sola.
Il viso schiacciato contro il cuscino , i segni dell'umilizione ancora all'aperto, i seni nudi premuti contro le lenzuola , il cuscino bagnato soltanto da lacrime.

Un amore incompreso, mai sbocciato , a causa di qualcuno che non esiste o semplicemente è sparito.
Angela ricordava bene la scena di poco fa, quell'anello, lo odiava, odiava lei, perchè glielo aveva portato via.
Si rimise seduta , sconsolata ed amareggiata.
Quanto tempo era passato? Un ora o forse due, ma che importanza poteva avere ormai, di certo il freddo non l'avrebbe sentito.
Era come se li sdraiata su quel letto un piccolo demone le fosse salito sullo stomaco esercitandole una pressione immane che le impediva di sentire ogni cosa, dalla fame al dolore fisico,
Finalmente trocò la forza di alzarsi, Angela, chissa quanta forza aveva quella ragazza dai ricci neri e gli occhi azzurri come il mare, una bellezza naturale , un po tutti nel Lagher speravano di avere una storia con lei, ma tutti sapevano anche che il suo cuore apparteneva ad un solo uomo, ed egli era tanto stupido, oppure tanto assennato, da rifiutare la sua corte o addirittura da non ricambiare il suo amore.

Finalmente copertasi le vergogne la ragazza infilò le scarpe e si sedette sul materasso, gli occhi ormai erano completamente neri intorno, le lacrime avevano sciolto il trucco, si alzò dirigendosi in bagno ed aperta l'acqua se la getto in faccia .
Alzando gli occhi rivide i suoi al buio nello specchio, erano splendidi, potevano prescindere da un uomo, ma lei non ce la faceva a rialzarsi, aveva una sola idea in mente, lei poteva renderlo felice e lui poteva rendere felice lei, una specie di consapevolezza che non le faceva perdere la speranza.

<< nel profondo lui mi ama..>>

Sussurrò abbassando la testa , non riusciva piu a guardarsi.
Torno in camera, non aveva voglia di dormire.
Prese il solito cappotto e lo appoggiò sule spalle, sarebbe uscita , fuori c'era il Lagher.

Tutte le strade erano sempre uguali, ed ovunque v'era sempre lui, Lester sembrava onnipresente, ogni sera tornava con qualche fasciatura e si aggirava per il Lagher con gli occhi spenti d'ogni emozione.

<<lester..>>

Lo fermò quella che lo guardava girato di spalle, al suono della sua voce Lester sembrò ridestarsi dai suoi pensieri, ma non si girò.

Adesso Angela non sapeva che dire, il silenzio le era testimone d'un sentimento che andava oltre le parole stesse.

<<ami più lei che non vedi da 5 anni che me..che invece ti amo alla follia>>

Una pizzola lacrima scese lungo la guancia.
Lester non rispose, memore di quanto l'avesse fatta soffrire , nei piu recogniti e nascosti angoli della suo cuore sentiva di essere paragonabile ad un verme, ma l'amore che provava dentro e l'angoscia , la frustrazione , occultavano bene ogni sentimento , la vergogna non sarebbe fuoriuscita.

<<com'è possibile questo? Sono forse brutta? Oppure ritieni che non sia degna?>>
La voce era tremante dal pianto, ma Lester non proferì parla.

<<quando ti avventureraì nella nebbia... voglio venire anche io>>

La rivelazione non provocò alcuna reazione in Lester, normalmente ci si sarebbe aspettato un " è troppo pericoloso".

<<ebbene? Non dici nulla?>>

Quello nemmeno la guardò.

<<non posso costringerti a non venire, la vita è tua , se sbagli pagheraì il prezzo.>>

Dicendo questo, porto la mano al petto e strinse ancora una volta l'anello, un senso di sfrustrazione lo pervase ancora una volta.
Lui aveva uno scopo per andare nella nebbia, ma quello di Angela?

<<qual'è il tuo scopo Angela?>>

<<non vivrò senza di te Lester>>

<<non posso essere io il tuo scopo>>

<<allora morirò cercando di convincerti del contrario.>>

Ci fu un minuto quasi di silenzio.

<<sei libera di farlo... ci vediamo al confine nord.>>

Detto questo girò leggermente la testa guardandola di sottecchi.

<<ti aspetto li..>>

Edited by .°•. °•. stety .•° .•°. - 1/4/2010, 11:51
 
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view post Posted on 1/4/2010, 10:56




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*.*
l'ultimo pezzo in particolare è bellissimo... quando c'è lo scambio di battute tra Angela e Lester :)
scusa sono arrivata in ritardo a leggere, spero tu abbia già scritto l'altro capitolo u.u
 
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view post Posted on 2/4/2010, 00:39
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grazie stety ... non immagini quanto mi facia piacere :*


Capitolo III : Illness

L'apparenza ti sconvolge, come al solito, ti trasporta in un mondo che è solo conoscenza sensibile, al di là delle cose non si può vedere nulla, tutto appare annebbiato come un manto fittissimo di gas, rarefatti e puri, eppure densi e inattraversabili.
Cosa c'è al di là della nebbia?

Il Lagher appare distorto, come il tempo stesso , i palazzi e le baracche di legno sembravano avere un'altra consistenza, sembravano allungarsi e stressarsi, oppure accorciarsi o restringersi in certi punti.
Ogni passo costa fatica e la fasciatura stringe, tanto che se non serve piu, visto che il dolore fisico è effimero e fugace, può anche essere tasgliata con un coltello da caccia e il braccio destro , ancora tramortito lasciato a penzolare così lungo il fianco, mentre le bende in parte sporche di sangue cadono a terra.

CHissà dove voleva arrivare .
Fissare la luna e da li prendere spunto per tracciare un cammino assai difficile ed arduo.
La nebbia ed il confine si stagliavano davanti agli occhi di lester, Sebrava calma ed il colore biancastro tradiva la sua ferocia, dentro c'era solo il buio.

<<hey! Infastidisci stando li davanti alla nebbia!>>

<<già! lo sai che non puoi! torna indietro..>>

Due compagni del lagher si avvicinarono, ma appena lester si voltò i due si arrestarono sul colpo, tra le braccia avevano i fucili-mitragliatori quasi scarichi ; la paura li fece arretrare quando il loro sguardo si posò sul guanto, che copriva la mano sinistra di Lester.
Esso era il segno inequivocabile del morbo, c'era chi si rifiutava di portarlo, lasciando libero l'orrore che esso nascondeva, ma altri come lui invece volevano nasconderlo per cercare , almeno a prima vista di apparire normali.

<<no, no! Aspetta! puoi fare quello che ti pare tu... basta che non ti avvicini..>>

<<si, si! E' decisamente consigliabile, meglio la nebbia no?!>>

I due impauriti tornarono indietro senza mai dare le spalle al giovane che come per ignorarli si rivoltò verso la nebbia e portò una mano all'anello.
*lo faccio per noi...*
Pensò muovendo il primo passo verso la nebbia, lo sguardo basso e perso, senza di lei non era la stessa cosa; pur di risentire la sua voce almeno una volta, si sarebbe gettato ancora nella nebbia, chissà cosa avrebbe visto questa volta.

<<lester!>>

Angela, un'altra reietta della società, come lui anche lei aveva contratto nil morbo ed era guarita ma il segno sulla mano sinsitra restava comunque vivido ed indescrivibile, seppur lei non lo coprisse.

<<avevi detto che mi avresti portata con te!>>

Quello immediatamente si arrestò e rinsavì guardandosi alle spalle.

<<non hai futuro con me Angela>>

Una mossa che mirava a romperle ogni speranza ed a eliminare ogni dubbio su chi appartenesse il suo cuore.
Diverse volte Lester ed angela avevano unito le loro labbra, diverse volte avevano anche unito i loro corpi, per lei atto di amore puro, per lui semplice soddisfazione del desiderio sessuale, il suo cuore non le apparteneva e lei aveva imparato questa lezione fondamentale ma ancora non riusciva ad arrendersi, convinta com'era, di poterlo rendere felice e soprattutto di essere l'unica che potesse farlo.
In effetti era questa convinzione che la spingeva sempre verso di lui, sapeva che all'interno del Lagher lester aveva rapporti con diverse donne ed era anche a conoscenza del fatto che a lui di tutte quelle ragazze non importava proprio nulla.

<<non mi arrenderò mai...>>

<<mi dispiace averti presa in giro..>>
Disse lui con un tono sempre vuoto e schivo.
<<ma il mio cuore è solo suo... fattene una ragione.. per te nella nebbia non c'è nulla...moriresti in vano>>

<<allora lascia che muoia>>

<<ti ostini sempre troppo Angela, ti spingi troppo al di là delle tue possibilità, è lo fai per un motivo che non esiste... io non ti amo Angela, amo un'altra.>>
Nel dirlo aveva sempre le dita a sfiorarsi il petto , li ove legato ad una catenina d'oro risiedeva il ricordo del suo amore.
Soltanto un ricordo, soltanto un sogno, forse una passione andata, che non si era comunque in lui mai spenta e che nelle altre non aveva trovato consolazione.

<<non mi importa.... io amo te! Morirò per dimostrartelo!>>

Lester si girò di spalle. Loro erano stati esclusi dalla società sana del lagher, erano delle bestie , dei reietti, non avevano amici e si consolavano l'uno tra le braccia dell'altra, soltanto Leeroy conosceva abbastanza Lester in quel posto, gli altri dopo la prima volta che aveva attraversato la nebbia , e quindi contratto il morbo, non lo avevano più nemeno considerato , era come se della carne morta camminasse per le strade,

<<fai come ti pare..>>

Il suo disinteresse si tramutò in decisione, si voltò e mosse un passo verso la nebbia, dopo tutto che cosa aveva da perdere?
 
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capax93
view post Posted on 11/4/2010, 09:45




dani ti prego devi continuare perchè mi stai tenendo sulle spine *.*
 
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view post Posted on 16/4/2010, 18:49




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io dico che angela deve mandarlo a cagare e trovarsi qualche figone XD
no dai apparte gli scherzi... lo seguirà o no?
e poi cos'è sto morbo? cioè che malattia?
O.O
lele continuaaaaaaaaaaaaaaaaaaa
 
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view post Posted on 17/4/2010, 14:01
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dani nun ce stà xD dovete aspettare martedì xD
 
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view post Posted on 22/4/2010, 21:06
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Ringrazio lia che ha tenuto buone le mie numerose fan XDDDDD

x stety: ebbhene ha sortito l'effetto voluto, ovviamente non volevo lasciar capire tutto all'inizio ma a tempo debbito saprete che cos'è il morbo.

x laurettina: mi fa piacere che ti piaccia , aspettetrò altri tuoi commenti in seguio ^^


Capitolo IV: Feeling inside

Insegui per anni qualcosa che non potrai mai avere, non riesci a trovarla ma insisti, ancora e ancora, poi trovi il tuo scopo, trovi l'obiettivo ma non hai i mezzi per raggiungerlo.
E' sempre strano sentirsi così , come uno schieramento di cavalleria medievale armato di spade che si lancia contro una trincea che spara con mitra e fucili.
Forse è davvero così che si vive l'amore , come una continua lotta con se stessi, pensando a cio che si è fatto , a cio che si è perso e quante persone non ti vogliono più.
La nebbia era tutto questo, la nebbia era religioso silenzio, essa rappresentava una barrirera invalicabile che si parava dinnanzi agli occhi e confondeva i sensi.

Lester era solo, nella nebbia sentiva muoversi qualcosa, ma non aveva paura.
Il suo passo era lento e insicuro, intorno a se soltanto enormi banchi di nebbia.

<<fermo straniero>>

Era una voce metallica, quasi doppia come quella di un demone, lontana e trasparente.
Da dove arriva? non lo so.
Perchè si rivela? e chi lo sa.

Ebbhe però il potere di arrestare il ragazzo, che immediatamente estrasse le due pistole.
Fu li allora, immobile a scrutare la nebbia, il bianco era troppo, non vedeva ad un palmo dal naso.

<<sei folle tu straniero del Lagher?>>

<<si>>

<<qual'è il tuo scopo?>>

<<attraverserò la nebbia!>>

<<ah... la nebbia.. certo...>>

Lester rimase pietrificato.

<<cosa vuoi dire?>>

Il tono era alto, quello di lester almeno.

<<non insinuo nulla straniero di te stesso>>

<<straniero.. di me stesso...>>

<<la nebbia non è semplice da superare, tu sei entrato svariate volte, ma il morbo ti ucciderà prima, tu non sei dotato per attraversare la nebbia...>>

<<cosa vuoi dire? Perchè bisogna essere dotati?>>

<<sei infantile straniero di te stesso, la tua voce ha il tono tremulo dei ricordi, la tua luce è solo quella della luna.>>

<<..chi sei tu?>>

<<io?>>

<<si, tu!>>

<<straniero di te stesso...>>

<<così hai chiamato me prima>>

<<a te mi riferivo>>

<<non hai risposto>>

<<non serve una risposta, esattamente non hai domanda.>>

Una sensazione lo colpì alla schiena come un brivido.

<<aspetta!>>

Il suo rulo si sentì ad eco ma nulla rispose, come aveva fatto a sapere che il demone era andato via?.

<<lester...>>

<<come hai fatto a... trovarmi?>>

Angela non si era avviata con lui ma aveva tentato di seguirlo, come aveva fatto a trovarlo nella nebbia.

<<come facevi a sapere che ero qua?>>

<<ti troverei anche se fossi cieca , sorda e muta...>>

<<non ha senso.>>

Un minuto di pausa, il ragazzo girava la testa nella nebbia.

<<con chi stavi parlando?>>

<<non lo hai sentito?>>

<<sentivo solo la tua voce...ma dicevi cose senza senso..>>

Gli occhi di Lester si spalancarono di colpo.

<<basta parlare...>>

Si procedette così, a passo piu deciso, Angela dietro di lui, le speranze davanti a fare da scudo , e piu ne parava dinnanzi e piu sentiva un freddo strano ghiacciargli le ossa.
Camminarono per quasi 20 minuti, senza parlare , senza fare gesti.
Angela si fermò di colpo.

<<lester...>>

Aveva lacrime agli occhi.

<<ho paura...>>

Lester si fermo a guardare.

<<hai visto? Già al primo stadio...>>

Era la voce.

<<chiudi il becco.>>

<<e' la prima difficoltà della nebbia straniero di te stesso, La paura.>>

<<taci. Lo superorò.>>

<<ma la senti non è vero?>>

<<si! >>

<<allora affrontala...La prossima è la paura!>>

Il pianto aumentò, intorno a loro era come se tutto girasse.

<<lester! Che cosa stai dicendo! Ho paura Lester!>>

Angela aveva cominciato ad urlare.
Un brivido percorse la schiena del ragazzo, le pistole caddero a terra e lui arretrò di qualche passo. Dalla nebbia intravide sagome scure farsi avanti.

 
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capax93
view post Posted on 23/4/2010, 12:56




*o*
ma che diavolo??? e lasci così in sospeso???? XD
bravo bravo tu *.*
 
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.°•. °•. stety .•° .•°.
view post Posted on 23/4/2010, 15:18




ma chi saranno mai le sagome mo???
uffa lele continuaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa XD
 
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17 replies since 22/3/2010, 19:05   186 views
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