Twilight GdR

Paris

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†Heidi~
view post Posted on 25/5/2010, 17:30 by: †Heidi~




Heidi

Lo sentii rinfoderare la sua spada con la lentezza tipica di chi sta facendo qualcosa controvoglia riuscendo quasi perfettamente a nascondere il proprio vero impulso animale con il contegno. Come me, avrebbe voluto sbarazzarsi subito di quell'ibrido, ma a lui importava del destino di Daniel più di quanto importasse a me.
Ah, Demetri! Demetri e il suo arrogante narcisismo. Demetri e le sue ridicole, pericolose ma effettivamente affascinanti smanie di conquista e di totale dominio. Cosa avremmo fatto una volta dominato il mondo e sterminata la razza umana, privandoci così dell'unica cosa che adoriamo al di sopra di tutte e che è l'emblema e il motivo della nostra stessa natura ed esistenza? Avremmo dissanguato gli animali???!!! Non poteva dire sul serio! E una volta finiti quelli? Come avremmo potuto perpetuare la nostra specie nei secoli senza più nessun umano da contagiare??? Polvere in cambio di polvere...eh no, non era poi così geniale e conveniente...eccitante forse si, governare il mondo era una "bella cosa"...ma consideravo questo, e lui lo sapeva bene, come uno dei casi in cui la spietata determinazione di un essere sicuramente e straordinariamente capace e senza scrupoli cadeva in basso sfociando nella stupidità! E poi...dominare il mondo era un sogno vecchio quanto il mondo stesso...quanto banalità! Agire nell'obra era di sicuro più intrigante! Lo avrei ucciso io stessa se avesse davvero tentato di fare ciò che io, da secoli, sapevo benissimo lui volesse fare ( non ne aveva mai fatto un mistero, almeno con me)...e no di certo per fare un favore ad Aro! Anche perchè, come sapevo bene sapesse anche Demetri, motivo per cui la sua stima per me non era solo frutto del mio potere, non amavo il servilismo: io facevo quel che facevo per gratificare me stessa e ricevere i dovuti meriti solo da me stessa, ma l'impeccabilità delle mie azioni doveva sempre essere riconosciuta e mai messa in dubbio, e di certo non erano una manciata di complimenti sdolcinati e fanatici a soddisfare questa mia pretesa. Io non chiedevo che mi fossero riconosciuti i miei meriti...io, il riconoscimento.. ME LO PRENDEVO! Sicura di meritarlo, mi bastava indurre tutti i miei colleghi nella situazione di concedermelo senza che io fiatassi, in modo indiretto ma molto più concreto e soddisfacente: non credete che solo per aver pensato ed essere riuscita a mettere in pratica una tale strategia io non meriti riconoscimenti?! Bastavano, ad ogni modo, i fatti, fatti che ormai si concretizzavano da quando ero arrivata a Volterra, piu di cinquecento anni prima. Demetri, mi riconosceva i dovuti meriti proprio con quel suo atteggiamento sprezzante, freddo, ermetico e indifferente. La mia schiettezza nei suoi confronti, la mia bellezza, a prescindere o no dal mio potere, il mio modo di agire e pensare lo scuotevano, a volte in bene e a volte in male, e smuovere o interessare Demetri è praticamente impossibile. Non che mi interessasse di lui, ma perforare una personalità come la sua era motivo di soddisfazione per me, un nuovo traguardo, ritenuto invalicabile, superato! Com'ero sicura di esserci riuscita? Semplice: Demetri non avrebbe mai ammesso nulla e puntualmente nascondeva la sua ammirazione con un educato opposto di essa. Più mi punzecchiava, più si teneva alla larga da me con fare nauseato e ghignante, proprio come stava facendo in quel momento, più praticamente mi adorava! Sapeva bene che in fondo favorivo, non certo intenzionalmente o con interesse, anche lui. Infatti, il riconoscimento dei miei meriti da parte di tutti gli altri, infine, era inevitabile e sembrava giovargli ( ecco perchè mi divertivo solo con lui a pretendere quanto mi spettava, sapendo bene che lui lo avesse notato ormai da tempo). Li avevo viziati, fatti impoltrire e ubriacare, e la cosa buffa era che fosse stato proprio Aro a chiedermelo e a trasformarmi proprio per questo unico motivo! Mentre Lui credeva che io, "onorata" di una tale e IRRIPETIBILE "offerta", stessi facendo un grosso e prettamente altruistico favore o dovere nei suoi confronti, per riconoscenza e pur di restare viva e senza problemi, io lavoravo solo per me stessa, i miei interessi e il mio narcisismo.
Sicuramente se potevo farlo era davvero solo merito di Aro, o sarei già cenere e vermi da più di mezzo millennio. Ma non chiesi io ad Aro di venirmi a "salvare" la notte della vigilia della mia esecuzione e, anche se accettai la sua proposta di mia spontanea volontà, non fui io a chiedergliela e di certo il mio caro "salvatore" non si era fatto scrupoli nel risparmiarsi i particolari più importanti del "contratto"! Quindi, per quanto mi riguardava, la mia riconoscenza si decimava notevolmente!
In conclusione, a me non interessava manovrare i fili dei miei superiori, ma solo confermare ogni giorno il mio grande potere, compiacendomene. Sicuramente, come sapevo che Dementri stesso facesse, pensasse, e sapesse valere anche per me, ragion per cui mi era ulteriormente grato, era molto più comodo muoversi quando il capo era sedato e un po' fuori di testa, ma non avevo mai disobbedito agli ordini ricevuti, non per timore, semplicemente per astuzia: più svolgevo bene il mio lavoro, più sarei stata premiata e amata, più avrei superato chiunque altro dentro quella maledetta fortezza potendomi così compiacere ancora una volta e sempre di più di quanto fosse vero che sono perfetta sotto ogni aspetto! Tutto qui! Sono la donna più bella del mondo. Mi sembra ovvio che la vanità per me venga prima di tutto no?!! Di tutto questo a Dementri sfuggiva sicuramente qualcosa, lasciandolo nella convinzione che io e lui fossimo simili. Era una mezza verità. La sua malvagità, il suo opportunismo, egoismo, inesorabilità e sadismo erano immensi...ma scontati...i miei no..poichè derivavano da scopi un pò differenti, più sfaccettati e intricati, più reconditi e impensabili, più specifici e singolari. Agivamo e pensavamo sulla stessa frequenza si...ma in virtù di scopi e idee non del tutto congruenti o combacianti.

Ancora avventata sulla preda, continuai a dare a Demetri ben poca importanza, adagiando su di lui un numero notevolmente basso di sguardi, tral'altro fulminei, maliziosi, raggelanti ma sufficienti ad osservarlo, senza essere vista quasi mai, andare e venire, avvicinarsi e allontanarsi, guardarmi e voltarmi le spalle mentre, con quel suo freddo ghigno eloquente, confermava con le sue sibilanti parole quanto dimostrato con i gesti. Mentiva. Lo aveva fatto appositamente affinchè solo io, come al solito tra noi due ( e non posso negare che tale feeling mi accattivasse ogni volta che veniva a galla), potessi capire, eppure sapevo che lui stesse puntando forte sull'elemento della sorpresa su di me. Ma io conoscevo troppo bene Aro, più di una persona che come Demetri lo detestasse e che quindi non avesse interesse a conoscerlo davvero. Aro non avrebbe mai condannato a morte un reo senza prima aver conferito con lui anche nel caso in cui Aro stesso avesse riconosciuto l'initilità del gesto. Teneva "all'etichetta" e ci teneva in modo quasi maniacale. E poi, un mezzo vampiro, seppur in fin di vita, non sarebbe mai morto di freddo! Demetri si era inventato tutto di sana pianta, e la sua visita, era puramente di cortesia, cosa davvero inaudita da parte sua... Aveva voglia di perdere tempo con me e questo mi stupiva e mi compiaceva nella stessa misura in cui mi insospettiva e mi irritava...

Alzai gli occhi al cielo con aria di sufficienza e schizzinosa compassione e sospirai

Ahhh...La democrazia è il regno degli illusi...dovresti saperlo....

poi finalmente mi decisi a guardalo ricambiando il suo sguardo affilato con uno ancora più tagliente ma terribilmente suadente; le mie parole che seguirono furono melliflue, intrise di calma, equivoca malizia ma anche di scherno e disappunto.

Non hai bisogno di mentire o pavoneggiarti da grande messia degli ordini, Demetri: il signor Martin non può più sentirci ormai....cosa vuoi.....?

tagliai corto pronunuciando ancor più lentamente le ultime due parole, quasi a volerle rendere pensanti e pericolose come macigni di pietra intrisi di veleno. Avevo un lavoro da finire e non volevo perdere tempo. In questo modo gli sarebbe stato più chiaro il messaggio.

La prossima volta, menti meglio...non ti fa onore raccontare frottole come un ragazzino...così rischi di perdere il titolo di Re delle Bugie...

Abbozzai un sorriso maligno e divertito scuotendo ironicamente il capo in cenno di negazione.
Conosceva abbastanza bene la natura mentitrice di Demetri e il suo amore per l'inganno, ma a prescindere da questo non poteva ingannare una che come me, le bugie se le mangiava a colazione inzuppandole in una bella tazza di sangue caldo.
Adoravo giocare, in fondo...ed ero persino curiosa di sapere cosa bolliva in pentola. Ma solo il velo di malizia nei miei sguardi e nelle mie parole lasciava appena trasparire un tale interesse. In fondo non era importante. Non in quel momento. Non mentre lavoravo. Ad ogni modo mollai finalmente la presa...sicura di aver reso Daniel inoffensivo per un bel po e quindi disinteressandomi di come si sarebbe accasciato a terra o delle conseguenze che il mio improvviso abbandono avrebbe potuto causare. La preda prima di tutto. Poi, portando lentamente le mani ai fianchi con leggerezza e con sicurezza, divaricai appena le gambe scoperte spostando tutto il mio peso sul fianco destro con grazia, sensualità e austerità. Ed ecco scaturire dal mio corpo, dalle mie gambe toniche tese sui tacchi a spillo, dai miei fianchi mordibi e dal mio volto in seducente seppur rigido atteggiamento di sfida, tutto il mio potere...ancora un volta. Ero pronta ad ascoltare...o a qualunque cosa Demetri mi avesse riservato.

SPOILER (click to view)
ecco...adesso tocca davvero a roby...scusami se ho anticipato...ma mi è uscita di getto...e come conclusione prima di proseguire è migliore...


Edited by †Heidi~ - 25/5/2010, 21:18
 
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