In giro per la foresta

Jasper

Quel giorno uscì di buon mattino da casa, due cose mi portarono fuori, la caccia, ma anche la voglia di star da solo. Si, a volte avevo bisogno dei miei spazi, di momenti tutti miei da dedicarmi.
Con un agile e abile salto raggiunsi un ramo dalla mia finestra, c'era una leggera brezza, il sole era nascosto da una folta di nubi nere che presagivano l'arrivo di un temporale.
Da quel ramo osservai un pò il panorama, mi ero affezionato a quei luoghi, ormai mi davano pace, persino un senso di appartenenza. Non era stato facile per me abituarmi a quella situazione, ma giorno dopo giorno ce la mettevo tutta per non ricader nel baratro in cui in passato mi ero infilato. Lo facevo soprattutto per il mio dolce angelo, la mia Alice, colei che mi salvò da una vita dannata e riprovevole.
Un altro salto, un altro ramo. Poi giù, sul terreno cominciai a correr, le mie gambe si muovevano in movimenti agili, svelti e ritmici, era come se la mia mente fosse diventato un tutt'uno con le mi gambe.
Intorno a me gli alberi passavano veloci, un intenso odore di pioggia mista a erba e fango arrivò alle mie narici, inspirai profondamente. Adoravo l'odore della pioggia, così fresco e naturale. Cominciò a piovere.
In fretta, sempre più, raggiunsi il nostro territorio di caccia. Mi fermai all'improvviso tenendo i miei sensi più in allerta alla ricerca di qualche preda. Un piccolo fruscio verso destra, un grosso Grizly stava passeggiando tranquillamente con il suo piccolo. Sorrisi.
No.. tu no.
Dissi ad alta voce, in fondo ero solo, dovevo pur parlare con qualcuno, e nessun problema se quel qualcuno ero proprio io.
Mi spostai velocemente verso un altro punto. E fu lì che decisi chi puntare. Balzai in un ramo e mi misi in posizione d'attacco, braccia e gambe appoggiate sul ramo, corpo in avanti. La mia preda? Un ghepardo, cosa assai rara, ma fortuna volle che ne incontrassi uno.
I momenti che seguirono dopo furono molto veloci, l'ennesimo salto che mi portò sulla preda e finalmente placai la mia sete.

Jasper

Finalmente avevo placato un pò la mia sete, era proprio quello di cui avevo bisogno. Sorrisi seppur alla mia vista c'era il povero felino morto.
La legge della natura..
Ironizzai sempre parlando ad alta voce da solo.
Poi un piccolo fruscìo, un leggero rumore di piccoli passi e... il suo profumo. Il mio sorriso si allargò di più quando il suo odore, dolce e fresco, arrivò alle mie narici. Il mio angelo non era riuscita a resister e mi aveva raggiunto.
Ma come non perdonar il mio piccolo folletto?
Mi voltai verso di lei guardandola in quei suoi occhi vispi e profondi. Tutto amavo di lei e mi chiedevo sempre, ogni istante, cosa sarebbe successo di me se lei non mi avesse salvato. Lo so sono un pò paranoico, ma cosa potevo farci.
Mi avvicinai a lei spostandole poi una ciocca di capelli dalla fronte.
Non potevo trovare di meglio.
Dissi con dolcezza dandole un piccolo bacio sulle labbra. Forse la mia frase era più riferita a lei che al puma appena cacciato.

Jasper

Mi accarezzò il viso con le sue piccole mani bianche e marmoree, quel contatto mi procurò tanta dolcezza da farmi sorridere ancora. Poteva un piccolo esserino come lei togliermi qualsiasi dubbio o qualsiasi preoccupazione? Si, poteva. E ci riusciva ogni volta, come se anche lei, forse meglio di Edward, potesse leggermi nella mente.
Ti mentirei se ti dicessi molto.
Le risposi alzandole il mento con un dito.
Perchè mi sei mancata di più.
L'unica cosa che odiavo dei "miei spazi" è che non c'era Alice con la sua solarità a rimettermi in pace con me stesso.

Japer

Lei che non frugava nel mio futuro? Mi sembrava una cosa alquanto strana. Ero continuamente controllato, non solo da lei ma anche da Edward e gli altri, e anche se la cosa mi dava parecchio fastidio, sapevo che lo facevano a fin di bene. Quindi il fatto che Alice non stava vedendo nel mio futuro un pò mi sorprese e mi rese anche sereno. Sapevo che ero il più istintivo tra tutti a causa del mio passato, ma dopotutto ultimamente me l'ero cavata piuttosto bene non uccidendo nessun essere umano.
Presi la sua mano tra le mie e la portai sulle mie labbra sfiorandola con un piccolo bacio.
Sai bene che puoi violarla tutte le volte che vuoi.
Si lei poteva, non mi dava fastidio. Tra noi non c'erano segreti e anche se comunque l'avrei voluto evitare non potevo. E anche con Ed riusciva impossibile la cosa per questo a volte mi allontanavo da casa.
La pioggia continuava a scendere dolcemente sui nostri corpi perfetti.
Bella giornata non credi?
Dissi un pò ironico sorridendo alzando un pò lo sguardo al cielo plumbeo.

Jasper
La vidi arricciare il naso come solo lei sapeva fare, o forse ero solo io a stare attento ad ogni minimo particolare dei movimenti del suo viso. Anche il più piccolo, anche il più insignificante.
Al contrario di me a lei sembrava non piacere la pioggia, io la trovavo rilassante e soprattutto amavo l'odore della pioggia, soprattutto quell'odore che ti porta il vento ancor prima che si metta a piovere.
Certo Forks esagerava, ma avevamo deciso quella meta per poter uscire anche di giorno visto la nostra predisposizione a brillare sotto i caldi raggi del sole.
Sorrisi mentre l'accoglievo tra le mie braccia abbracciandola a mia volta.
Se ti va possiamo fare una piccola vacanza, devo dire che è da tanto che non facciamo un piccolo viaggetto io e te. Forse è tempo di partire per un pò.
Di solito i viaggiatori per eccellenza erano Rose ed Emmett, ma anche a noi non avrebbe fatto male un piccolo break dalla solita routine di Forks.
Poi l'idea di stare un pò da solo con Alice mi attirava, non ci sarebbero state altre violazioni di privacy, anche se non volute, dal potere particolare di Edward.
Si era un ottima idea.

Jasper

Sorrisi alla sua piccola smorfia. Era bellissima anche quando storceva il naso o faceva una pernacchia. Era bellissima sempre anche quando rimaneva con lo sguardo nel vuoto a causa delle sue visioni e io non potevo non perdermi nell'osservarla.
Ormai avevo imparato a memoria i tratti del suo viso, uno per uno, ne conoscevo i segreti e i movimenti. Sapevo come si formava il suo sorriso allegro spingendo all'insù gli angoli della bocca. Sapevo quando il suo era un sorriso triste per nascondermi qualche sua preoccupazione.
Tutto di lei amavo profondamente.
Pensavo che già avessi visto noi due sull'isola.
Ridacchiai prendendola un pò in giro.
Devo ammettere che con lei sembravo un altro vampiro. Non il solito solitario che stava sulle sue, con lei mi sentivo libero di esprimere il mio essere. Ero libero di essere semplicemente Jasper. Nulla di più.
Mi propose infine un pomeriggio di totale relax, noi due appollaiati su un divano abbracciati come due normali essere umani che guardano la tv. Mai prospettiva poteva esser migliore.
Milady...
Le feci un gesto con il braccio per farle capire che ero pronto per tornare a casa. Sapevo che aveva già visto la mia decisione. sapeva già che l'avrei accontentata.

Jasper
Contro ogni previsione, la mia naturalmente, Alice ancora una volta mi sorprendeva.
Mi saltò addosso rannicchiandosi sulla mia schiena e baciandomi sul collo bianco e duro come il marmo. Un piccolo brivido di piacere passò proprio sul punto in cui le sue labbra si erano appoggiate.
Sorrisi felice anche io. Misi le mie mani a sorreggerle le gambe incrociate sul mio corpo, non che ne avesse bisogno quella piccola scimmietta, ma serviva più a me per darmi slancio sulla corsa.
Ai suoi ordini!
Dissi divertito mente con un leggero balzo cominciai a correre per ritornare a casa.
Pochi minuti e saremmo stati sdraiati sul divano a coccolarci come nella sua visione.