Twilight GdR

[Guida] Storia del GdR, in continuo aggiornamento...

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†Heidi~
view post Posted on 9/12/2010, 23:22




Quanto verrà qui riportato è una guida, un punto di riferimento, un percorso di base per facilitare, puntualizzare e rendere coerente l'ambientazione di questo GdR. Pertanto siete tenuti ad attenervi a questa trama il più possibile e a tenerla sempre presente, poichè in continuo aggiornamento.


Storia del GdR

La storia del nostro GdR inizia la dove Stephanie Meyer la conclude. Siamo esattamente ai giorni nostri, stesso anno, stessi luoghi. E' quindi passato qualche anno dalla fine degli avvenimenti narrati in Breaking Dawn (2007) e le cose cominciano a prendere percorsi più definiti e... diversi.

Forks
I Cullen abitano ancora nella loro splendida tenuta nel bosco, e proseguono la loro vita serenamente: decidono però di entrare sempre meno a contatto con gli abitanti della cittadina che, ormai, iniziano a domandarsi come i Cullen riescano a mantenersi tanto "in forma" nonostante il passare degli anni. Anche Carlisle ha ceduto il suo posto di primario nella clinica locale, trovando lavoro fuori città e facendo solo degli sporadici straordinari all'ospedale di Forks quando casi davvero gravi necessitano della sua straordinaria competenza.
Charlie, irremovibile dalla sua decisione di non voler sapere più del necessario sulla verità dei Cullen e dei Quileutes, passa comunque molto più tempo a La Push insieme al suo grande amico Billy Black e ad una nuova, inaspettata, ma ormai tanto cara compagnia: Sue Clearwater. Non dimentica mai la sua amata figlia, e decide nonostante tutto di vederla ogni tanto, incantato e nostalgico anche della sua amata, "straordinaria" nipotina. Tra le altre cose, non è più da solo a casa Swan. Deve prendersi cura di nuovo di qualcuno che, ironia della sorte, rappresenta una degna sostituta della figlia: Elena, la diciannovenne cugina di Bella, simile a lei sia fisicamente che caratterialmente, è arrivata a Forks perchè rimasta orfana di entrambi i genitori, e adesso dorme nella vecchia stanza della figlia dello Zio Charlie, l'unico parente materno che le è rimasto. Un particolare fondamentale la contraddistingue però dalla cugina: non le ci vorrà molto tempo per capire cosa c'è che non va in quella piccola, nebbiosa, umida e fredda cittadina dello stato di Washington…
Intanto, Bella ed Edward continuano felici la loro eterna vita insieme, lì nella loro casetta nel bosco, mentre Renesmee, che rallegra ulteriormente i loro giorni e completa il loro amore, cresce ancora, rapidamente, più bella e intelligente che mai, circondata da tutte le persone che ama e che la amano, e ovviamente sempre accompagnata da Jacob, con il quale adesso è praticamente inseparabile. Ma improvvisamente accade qualcosa, qualcosa di inaspettato, qualcosa che, purtroppo sembra resuscitare timori e pericoli che ormai sembravano lontani e dimenticati: Demetri, il pericolosissimo e potente segugio delle guardie scelte di Aro e dei Volturi, si presenta in casa Cullen con lo strano ordine di proteggere perennemente Bella e la piccola e prodigiosa Nessie. Mentre Carlisle ed Esme, maturi, prudenti e consapevoli di cosa significhi andare contro i Volturi, accettano in silenzio quella nuova condizione, Jasper, ha una reazione decisamente diversa. Avendo convissuto, per numerosi dopo la sua trasformazione, con inganni, intrighi e lotte per il potere, e potendo percepire le emozioni e gli stati d'animo di chi gli sta intorno, intuisce immediatamente che qualcosa non quadra e, essendo anche il meno abile a controllarsi, va su tutte le furie, seguito dal competitivo Emmett, sempre pronto allo scontro. Mentre una temperante ma rabbuiata Alice (che stranamente non riesce a vedere le decisioni di Aro e Demetri nei confronti della sua piccola nipote) trattiene Jasper, Rosalie, morbosamente attaccata a quell'unica cosa che le ricorda la sua tanto amata e perduta umanità (Nessie), si controlla dall'incoraggiare Emmett solo per paura. Infine, mentre Bella cade preda dello sconforto e del terrore, Edward, infuriato per la sua impotenza di fronte una tale situazione, e intollerante alla sola idea di mettere in pericolo la sua famiglia e la sua finalmente ritrovata felicità, non può che abbassare la cresta a malincuore, mettendo da parte il suo spirito competitivo e iperprotettivo, e sforzandosi di tranquillizzare la moglie: neanche lui riesce a leggere nel pensiero di Demetri, o per lo meno, nella mente del segugio, non trova assolutamente nulla che riguardi Renesmee. Questo perchè probabilmente, oltre che per via della maggiore esperienza e potenza, Demetri ha un potere in qualche modo simile a quello di Edward, e sa quindi come eluderlo e giostrarlo a suo piacimento. Ogni pensiero su Renesmee sembra essere ermeticamente chiuso e nascosto in un angolo dimenticato della sua mente.
Jacob, oltre che costretto, dalle disperate suppliche di Bella, a reagire passivamente alla situazione, si ritrova da solo a dover combattere questa nuova guerra: il branco, infatti, ormai non ha più pace. Uno strano afflusso di vampiri potenzialmente pericolosi sembra essersi incrementato e indirizzato esclusivamente verso Forks, mentre, come se non bastasse, sempre più Volturi, giustificati dalla missione di Demetri, si aggirano nella foresta della città come fossero a casa.

Volterra
Qui i reali piani e progetti di Aro, sempre più vanitoso e assetato di potere, ma anche in qualche modo "amareggiato" dallo scontro mancato con i Cullen, non hanno bisogno di essere nascosti. Sostenuto da un consenso più o meno generale, sopratutto quello di Caius, vuole per cosi dire "reclutare" tutti gli ibridi come Renesmee, sfruttarne i poteri, e infine ucciderli. E' convinto che siano una razza speciale e dal grande potenziale, ma... inferiore, debole e, malgrado le diverse smentite ottenute qualche anno prima, pericolosa per la segretezza e la purezza della razza dei veri vampiri. Benché si confondano più facilmente tra gli umani potendo quindi usufruire di un contatto più intenso con loro, Aro pensa che sia proprio la loro maggiore vicinanza con i mortali a compromettere l'intera stirpe degli immortali. In visione di ciò, è deciso più che mai ad eliminarli tutti: una volta venuto a conoscenza dell'esistenza di Nahuel, ha disperso il suo esercito minore e Demetri per tutto il mondo, trovandone molti altri, nati proprio in quegli ultimi anni. Ma la sua perversa idea dell'estetica lo costringe quanto meno ad "usarli" prima di buttarli via. Nella sua ipocrisia e nel suo maniacale rispetto per l'immagine, ha deciso di attuare il suo piano con i suoi soliti metodi falsamente galanti e osservati: così, mentre Demetri e Felix vanno in giro per il mondo eliminando gli ibridi più pericolosi o quelli senza alcun potere, Chelsea modifica nel cuore dei restanti i legami con la casata, e Heidi, a sua volta, incanta e seduce gli esponenti più speciali con i suoi poteri da ammaliatrice, portandoli dritti a Volterra, quasi di loro spontanea volontà. Alle volte, di fronte le prime resistenze, è aiutata anche da Alec ed il suo "bonario" potere di annullamento sensoriale. Nei più gravi, ma rarissimi casi, è Jane ad intervenire in definitiva, sebbene preferisca di gran lunga seguire Demetri e Felix e i loro metodi più "diretti", anche se questo significa separarsi dal suo amato fratello e dall'unica vampira che non detesta dopo Aro: Heidi, come lei, condannata a morte per stregoneria prima di essere trasformata da Aro.
Ma nonostante il consenso generale nei confronti di questa missione, Aro non sa ancora di avere una questione ben più urgente e ben più grave di cui doversi occupare: comincia ad esserci noia e malcontento tra le guardie scelte dei Volturi. Questo è quanto una di loro, proprio Heidi, riporta nelle sue memorie.

CITAZIONE
In conclusione: invidiavo Demetri nella stessa misura in cui deridevo, un po' irritata, la sua persona. Il suo coraggio era per me al limite con la tracotanza. Ma io, a differenza sua, non mi divertivo a battibeccare e contraddire Aro. Non che lo temessi o che non avessi motivo per discutere con lui, ma mi faceva fin troppo comodo restare nelle sue più alte grazie: significava soddisfazioni, lodi, onori e concessioni senza che io aprissi la bocca per averle, ne in modo garbato, ne alla maniera di Demetri.
Mi domandavo infine chi, ormai, in quel castello, non avesse adottato, a suo modo, la mia stessa filosofia. Jane era l'eterna bambina, si teneva stretto Aro solo perchè le piaceva ricevere da lui più attenzione e istruzione di tutti noi, in altre parole lo adorava e lo chiamava Maestro solo perchè adorava essere la sua prediletta. Ma i bambini, si sa, sono capricciosi, più egoisti e narcisisti degli adulti: pretendono e ricevono tutto per loro stessi, per poi non dare niente in cambio; ti succhiano via tutte le energie, tutto ciò che puoi insegnare e dare loro, per poi rivoltartelo contro al momento giusto. Non sono mai riconoscenti. E probabilmente Jane si era anche stufata di essere la pistola carica di Aro e, come me, se ne restava buona solo perchè amava essere coccolata dal suo mentore. Alec, beh Alec era sempre andato dietro a sua sorella: quei due erano inseparabili, una sola mente, un affetto maniacale, morboso e ambiguo a livelli inverosimili. Felix...lui era semplicemente abituato a prendere ordini, a perseguire caparbiamente un obiettivo datogli, senza sbagliare né fare strappi alla regola, né variazioni all'ordine che riceveva: non aveva importanza di cosa si trattasse, a lui bastava agire e agire bene, senza fallire ne uscire fuori dagli schemi. E questo Aro glielo assicurava con tanto di vitto e alloggio. Un ex militare ha difficoltà a ragionare con la propria testa, almeno quando si tratta di ordini, ed è una deformazione professionale che difficilmente un soldato si scrolla di dosso, ma nonostante questo, Felix non era uno stupido al di fuori del proprio lavoro e se Aro non gli avesse più dato nessuna ragione per agire, se Felix stesso avesse ricevuto ordini da qualcun'altro altrettanto valido per lui, non avrebbe esitato a voltare le spalle al suo attuale signore, senza contare che avrebbe seguito ad occhi chiusi il suo caro amico Demetri, che tale era sin da prima che arrivassero a castello, sin da prima che diventassero immortali (e la posizione di Demetri al riguardo non era di certo un mistero!) Renata, santi numi, Renata era una povera vittima! Sempre costretta ad essere l'ombra incollata di Aro! Le si leggeva in faccia il desiderio di usare, almeno per una volta, il suo scudo solo su di se! Poi....i fratelli che Aro considerava così cari e fidati: Marcus. Se Marcus non aveva ancora tolto di mezzo Aro, dopo che Lui gli aveva accuratamente ammazzato la moglie, era solo perchè amava più di ogni altra cosa stare sul quel trono. Ma non avendo più interesse ne stima per l'operato di Aro, il minimo che poteva fare per vendicarsi era mostrargli la sua passività vegetativa per il resto dei loro giorni. E poi Caius: Caius, che aveva sempre criticato e sdegnato ogni decisione del fratello, ogni sua elegante ipocrisia! Avrebbe fatto il diavolo a quattro, non avrebbe esitato a sacrificare Aro pur di veder concretizzarsi anche una sola delle sue metodologie. Non aveva mai avuto scrupoli, se poi lo scrupolo coincideva con l'ostacolo... era ancora peggio. Caius non aspettava altro se non il momento adatto per sbarazzarsi di Aro. E infine Demetri. Non sarebbero serviti commenti ne spiegazioni. Quel vampiro detestava il mondo e tutto ciò che non era se stesso, aveva sempre avuto smanie di protagonismo e di grandezza, adorava litigare e se ne stava buono solo perchè gli piaceva guardare il mio decolté e oziare quando non aveva voglia di fare il superuomo, e in fondo, forse, anche perchè gli sarebbe mancato non avere più un allocco con cui pizzicarsi.
In altri termini nessuno di noi aveva paura di Aro, e nessuno se ne stava buono per questo. Tutti avevamo un altro fine più grande che ci spingeva a "sopportare" e a nulla servivano i tentativi di Chelsea di tenerci uniti e devoti con il suo potere, considerato che anche lei si era stancata di usarlo per ragioni non diverse dalle nostre. Senza contare che con i secoli, ormai quasi tutti le eravamo immuni, a insaputa di Aro ovviamente. Ognuno di noi, anche andando da solo, anche senza nessuno dei nostri poteri, sarebbe stato in grado di farlo fuori, o Renata non avrebbe avuto senso se Aro fosse stato davvero così forte. Se poi ognuno di noi avesse anche solo considerato la propria capacità speciale, beh, mi domandavo in affetti cosa ci facessimo ancora sotto il suo comando e come diavolo avesse fatto Aro ad imporsi come capo della nostra stirpe. Non mi ero mai posta il problema, ad essere sincera, come nessuno di noi, credo. Tutti avevamo dato per scontata e per giusta la situazione e le sue dinamiche così per come ce le avevano spiegate e presentate. Così per come ognuno di noi le aveva trovate e conosciute: "C'è un capo, due sottocapi, il corpo di guarda fatto da vampiri scelti per talento e stima, e tutti gli altri.; lo scopo è mantenere ordine, anonimato e conoscenza, far rispettare la legge; ci si nutre due volte al mese e solo di stranieri". Ora, per quanto potesse andarci bene, per quanto riconoscessimo l'ovvietà, l'utilità, la comodità e l'inevitabile necessità di tutto questo....chi diamine lo aveva deciso?? Perchè?? E perchè Aro o solo Aro???
Vi starete domandando come avessimo fatto ad essere ancora tutti vivi e stimati agli occhi di Aro, con tutti questi pensieri di ammutinamento letteralmente "alla portata della SUA mano". Semplice: ognuno di noi, nei secoli, si era talmente guadagnato la sua fiducia a tal punto da rendergli impensabile anche solo l'idea di poterci prendere per mano e spulciarci la testa. E poi non per niente noi eravamo il corpo di guardia e non membri qualunque del clan! Il corpo di guardia è fatto dai migliori, i più talentuosi, i più fidati. Io, dal canto mio, avevo anche altri metodi. Nemmeno Aro era immune ai miei poteri, sebbene fosse il più abile a resistere loro e ad accorgersi dei momenti in cui me ne servivo. Ma adorava l'effetto che avevano su di lui e per questo non si negava di gustarselo: in quei momenti la sua voglia di "leggermi la mano" era pari a zero. So essere molto persuasiva, me ne rendo conto.
In totale conclusione: ci stava bene così e quindi tutto diventava irrilevante. Ma il giorno in cui le cose sarebbero diametralmente cambiate, di sicuro non saremo rimasti con le mani in mano. Nessuno di noi era uno sciocco. Tutti sapevano e avevano capito

La rivolta, l'ammutinamento, il rovesciamento di un governo vecchio di tre millenni, è ormai alle porte, aspettando solo il pretesto adatto per scatenarsi.

Edited by .°•. °•. stety .•° .•°. - 25/7/2011, 11:38
 
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