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Impossible Dreams, privata - x Demetri (e Jane??)

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Hatrax
view post Posted on 3/12/2010, 01:04 by: Hatrax
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Ci sono pugnali nei sorrisi degli uomini.

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Demetri

La mia storia, la tua storia; questa è la storia di un ragazzo che sa quanto vale, lui vuole distinguersi dalla gente normale, crescendo ha visto il meglio il peggio. Ora vuole toccare il futuro, sfidare il destino e fargli uno sfreggio.

In breve tempo l'aura che accompagnava i miei desideri e le mie passioni più spinte torno a solcare la mia anima, cavalcandola come un serf sulle onde.
Heidi mi sorprendeva ogni volta di più, perchè sapeva farlo bene, sembrava saper fare tutto bene.
Sembrava sapesse odiare meglio di me ed amare meglio di me, quelle sensazioni, che da sempre ritenevo unicamente umane e che tendevo ad abbandonare, era proprie del suo ego lussurioso.

Quel contatto appena appena accennato, tanto lieve da essere stato quasi immaginato, sembrava quasi che avesse fattoeffetto ad entrambi.
Più di ogni altra cosa però poterono le mie parole, azzeccate certo, e mai banali, grazie ad esse, infatti, per la prima volta lei mi concesse uno sguardo.
Qualcosa l'agitava incredibilmente dentro l'anima, quela volta mi aveva concesso una piccola vittoria, l'assaporaì fino in fondo leggendo nel suo sguardo le sue emozioni e le sue più vivide sensazioni.
Mi rividi sotto forma umana, come mi aveva immaginato lei, rividi casa mia, rividi il desero e rividi una tenda. Proprio sul più bello però lei distolse lo sguardo e non mi regalò più la gioia di aver ragione di lei oltre modo.

La mente mi riporto a quando ero umano.
In illo tempore , quando vagavo per il deserto sotto forma umana, così imperfetto eppure già così bello, così esperto, così forte , tanto da non aver bisogno di nessuno se non di Felix.
Una tristezza improvvisa mi colse nell'animo. Felix era l'amico mio più fidato , lui sapeva già tutto di me senza che gli e lo dovessi raccontare, così come io sapevo tutto di lui.
Fondamentalmente però io ero solo.
Già, nemmeno la più triste era davvero sola al mondo, perfino i vermi si facevano compagnia, nelle mele e nelle tane sotto terra.
Ecco perchè dopo tutto gioivo di quelle piccole vittorie sulla mia amata Heidi, ecco perchè in fondo l'amavo, perchè mi forniva la compagnia necessaria, perchè mi faceva sentire ancora oggetto di una qualche emozione, non importava che fosse odio o amore, in un certo senso ci amavamo da 500 anni circa.

Era così rivoltante il suo modo di parlare, si dovevo ammetterlo , mi dava , molto, su ai nervi.
Altezzosa quasi quanto me, chissà che nona vesse idea di eguagliarmi in quello,
Eppure riuscivo ancora ad interpretare le sue parole.
Era una donna, una donna unica nel suo genere, ma come tutte le donne aveva un lunguaggio scritto nella pietra, secolare , quasi vecchio quanto la razza umana.
Frasi scontate come:" vattene via" oppure "mi annoi" in realtà erano delle bugie.
Avrebbe voluto dire" resta, non andartene via. Con te mi diverto", lo sapevo e sapevo interpretare quel lunguaggio a memoria.
Era tutto suo ed era elegante ma era pur sempre linguaggio di donna.

Considero priorità soltanto la mia sete, il resto è tutto possibilità.

Dissi ridendo leggermente , quasi a prenderla in giro, dopo tutto era vero, in quella frase in realtà v'era tutto me stesso.
L'animale che viveva dentro di me, che altro non voleva soddisfarre i propri bisogni poichè egoista, e che bisogni aveva un vampiro se non quello di abbeverarsi?
Per me era diverso, Heidi per me era un bisogno, che riuscivo a soddisfarre anche solo passando poco tempo con lei e non mi stancava mai, eppure non ci tenevo proprio a farglielo sapere, seppur facendolo capire , ma mai in modo esplicito.

Rimanemmo in silenzio per qualche istante, sapevo a cosa stesse pensando, ovviamente al suo sogno. Dopo tutto non sognare per 500 anni e farlo così all'improvviso era un evento abbastanza insolito e traumatico.

Nel frattempo cambiaì posizione mi voltaì lascinado la schiena al parapetto, al vuoto, al quale mi appoggiaì con i gomiti lasciando tutto il peso leggiadro del corpo su quelle giunture.
Piegaì la testa all'indietro come a farla cadere nel vuoto, così potevo osservarla meglio, dal basso le guardavo i seni quasi del tutto scoperti e gli occhi che fissavano il paesaggio, una cosa che mai avrei potuto vedere negli occhi di quella donna sarebbe stato uno sguardo vuoto.

Dovetti ammettere che successivamente mi stupì, non sembrava più propensa a parlarmi , spesso quando faceva così friggeva nell'animo aspettando che mi stancassi di guardarla e mi dirigessi altrove, invece per la prima volta si mostrò a me vulnerabile, dopo tutte le volte che mi aveva visto lei in quel modo.
Già , vulnerabile e ferito nell'orgoglio, quante volte mi ero ferito nell'orgoglio quando ero con lei, per questo la odiavo, perchè a volte sapeva essere più forte di me, ed era per questo che l'amavo, perchè in fondo ammiravo quella forza.

La domanda era strana, chiedeva di me stesso, non avevo mai parlato di me con nessuno.
Con Felix non ve n'era necessità ed ad altri non interessava minimamente .

Risi in modo sommesso ancora una volta, soffocando le risa leggere, ancora a prendere in giro, come al solito facevamo noi due.

Sono più antico di quel che immagini Heidi. Ho primavere da ancor prima che i crociati prendessero Gerusalemme. Per me ormai il tempo non esiste più.

Continuavo a guardarla ed il mio tono nell'ultima frase aveva assunto una tristezza inaudita , per la prima volta nei suoi confronti ero stato quasi... sincero nel condividere una sensazione.

Ma la tua domanda non voleva essere : quando?

Le sorrisi famelico e maligno.

Forse la domanda giusta che volevi pormi era: Dove?

La mia voce si fece flebile come un sussurro, nei suoi occhi avevo visto il deserto, era quella la sua domanda, era quella la domanda sommessa.

Si dice che stando a contatto per tanto tempo con uno della nostra razza si sogni il passato di quell'individuo, forse un passato miscolato alle emozioni del momento da vita a sogni strani.

non staccavo gli occhi da lei, sperando che voltasse ancora lo sguardo, sperando che mi desse qualche indizio, sperando che mi regalasse ancora qualche frammento, forse perchè così m'avrebbe fatto sentire ancora vivo.

La mia vita umana la trascorsi tra i regni dei sultani.

Quella fu la definitiva confessione riguardante una vita mortale , una vita fa.

Che sia tanto triste e maliconico, che sia dannato o che sia buono, non vorrei mai e poi mai viver solo.
 
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9 replies since 1/12/2010, 14:38   639 views
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