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Impossible Dreams, privata - x Demetri (e Jane??)

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Hatrax
view post Posted on 2/12/2010, 18:48 by: Hatrax
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Ci sono pugnali nei sorrisi degli uomini.

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Demetri

Chi vuol esser lieti sia, del diman non c'è certezza.

Nel frattempo scende va la notte sulle nostre teste, a ricordarci che la madre vegliava sempre su i propri figli.
Da vegliare però c'è poco e niente , in queste condizioni , alle quali ognuno di noi era stato elevato, non esistevano più pericoli alla nostra incolumità, l'unico pericolo era che ormai ci saturassimo della notte stessa.
La nostra madre non cullava noi come invece era abituata a fare con i mortali, mentre , infatti, questi venivano illusi con il sonno a noi regalava la sua intera pienezza accompagnandola con la sua essenza più vitale.
I prescelti della notte eravamo noi, costretti per l'eternità ad impiegare ogni secondo della nostra vita, costretti per sempre a non chiudere mai gli occhi.
Dei suoi prescelti però ce n'era uno in particolare , saturatosi ormai da tempo delle noie della vita restava immobile come una statua di sale.

"[...]Sono aperti i cancelli dell'oblivion, chiuderli è una fatica. Il buio è come una coperta che ti avvolge e non ti lascia mai andare, ti protegge dai nemci ma è un' arma a doppio taglio, semplicemente potrebbe rivoltartisi contro nascondendo nel buio, più buio, i tuoi nemici. "

Alzaì lentamente lo sguardo dal foglio ingiallito , una sensazione mi aveva distratto dalla mia lettura.
In quelle notti senza luna, quando ogni bagliore era spento e sopito in me tendevo a passeggiare nei corridoi del castello , libro alla mano .
Leggere mentre camminavo per i corridoi non era un problema, potevo benissimo fare diverse cose contemporaneamente, nella mia mente era impressa a forza la cartina del castello, ne conoscevo ogni corridoio , ogni anfratto almeno quanto conoscevo prefettamente la posizione attuale di ogni membro della famiglia , le loro occupazioni attuali ed abitudinarie, vi fosse stato qualcosa fuori la norma l'avrei percepito chiaramente.
Non a caso alzaì la testa dal libro distraendomi dalla mia lettura preferita, "le cronache del Buio" era una lettura divertente più che interessante, narrava di una teoria delle ombre ed il paragone scontatissimo con la luce.

Quella sera indossavo il classico abito che a noi volturi veniva imposto da Aro, la dimostrazione più palese di quanto fosse patetico ed inutile quel suo controllo, dopo tutto avrei potuto ribellarmi a quella sua imposizione.
Nessuno può imporre nulla al grande Demetri, però era anche vero che un contentino al capo lo si doveva anche dare, dovevo avere una parvenza di controllo no?

Diedi un'annusata lieve all'aria, il mio terribile potere si scatenò portando alle mie narici non solo gli odori ma addirittura pensieri, sentimenti , angosce e malumori.
Come al solito i tre erano in biblioteca a spulciare volumi su volumi, cosa importante per loro il sapere.
Alec e Jane torturavano chissà quali creature.
Nell'aeree, invece, rieccheggiavano i colpi di Felix come un tamburo.
Questa è musica per le mie orecchie , fratello!
Tale consideravo il mio più antico ed unico amico, un fratello i cui colpi mi erano il pane della mia anima.

La creatura che però aveva spostato l'ago della bilancia era come al solito lei.
La più interessante e la meno monotona di tutti, Heidi aveva una strana confusione mentale quella sera, l'avvertivo.
Sorrisi malefico.

Che abbia iniziato a sognare?

Era una vampira relativamente giovane , Heidi non sapeva che i vampiri fossero in grado di sognare, non lo imaginava nemmeno, come del resto tutti noi.
Mi accorsi di tale questione perchè in lei sentiì la stessa confusione mentale che provaì io la prima notte che sognaì.
Il sogno apre un periodo della vita del vampiro molto strano, una specie di nuova consapevolezza entra nel suo essere e lo strasforma , lo tormenta e non gli lascia più pace, fortunatamente io ero entrato in nuova ulteriore fase che stavo tutt'ora sperimentando ma quella del sogno mi aveva da sempre affascinato.

Appoggiaì il libro su un mobiletto e con la velocità disumana che mi ritrovavo la seguiì sul tetto.
Era appoggiata al parapetto, mezza nuda, ancora più provocante, ancora più sensuale, ancora più attraente del solito.
Ormai ci avevo fatto il callo ma il mio desiderio, seppur ben mascherato, non si era mai spento e mai si sarebbe placato finchè non l'avessi avuta mia.
Questione d'orgoglio, un pò per entrambi a mio parere, alla fine se ci imbeccavamo in continuazione era solo per rendere più interessante la nostra vita.

La Odiavo.
Già, mi dava disgusto, mi provocava rabbia, il fatto che riuscisse ad ottenere semplicemente con la bellezza ciò che io avevo ottenuto con enormi sacrifici, sia da vivo che da morto.
Per questo non smettevo di starle dietro, perchè ciò che odiavo mi veniva istintivo di amarlo, in un certo senso amavo lei più di ogni altra donna , forse perfino più di Elena, la cugina di Isabelle Swan, il mio rapporto con lei tendeva essenzialmente allo stesso che avevo con Heidi, di cercarla per far si che la mia vita non divenisse monotona.

Mi avvicinaì lentamente ad Heidi.
I suoi capelli svolazzavano qua e la, non ero sicuro che fosse riuscita ad avvertirmi, il mio passo era impercettibile perfino ad un vampiro, figurarsi se si trattava di un vampiro sovrappensiero.
come mai questa improvvisa visita al tetto?
Le chiesi appoggiandomi al parapetto accanto a lei, tanto vicini che per poco le nostre braccia appoggiate quasi si toccassero, mi piaceva provocarla un pò eppure dovevo ammettere che un pò mi preoccupava questo suo fare.

La osservaì in tutta la sua bellezza, i glutei erano coperti dalla vestaglia color notte, d'altronde lasciava scoperte le bellissime gambe, i seni a malapena coperti dal reggiseno venivano sbandierati come un trofeò, ancor più messi in evidenza dal fatto che sotto vi tenesse le braccia.

Hai cominciato forse a sognare?

Azzardaì con un sorriso malefico puntando lo sguardo affilato e lungimirante verso di lei, d'altronde sapevo già che non mi avrebbe degnato di uno sguardo certo però che se l'avesse fatto , per me , sarebbe stata una gran bella vittoria.
 
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