Twilight GdR

Behind the sun, x blair

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view post Posted on 7/1/2010, 20:09
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Ci sono pugnali nei sorrisi degli uomini.

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Irvine

Le indagini non portavano da nessuna parte , tutto sembrava sempre finire in un punto morto, un vicolo cieco impossibile da agirare, non vi era alcuna strada che conducesse ad una via razionalmente concepibile e questo mi faceva paura piu di ogni altra cosa...
Mi chiamo Irvine Keannes e lavoro per la polizia di Forks, con uno stipendio normale e tanto tempo per il lavoro da non essermi mai riuscito ad impegnare in una qualche relazione sentimentale.
Era stato quello forse il piu grande rimpiato della mia vita fino ad ora, non avere una ragazza al'età di 19 anni mi faceva sentire molto solo, ma le responsabilità prima di tutto e la sicurezza di chi avevo giurato di proteggere.

Morti inspiegabili, cadaveri assassinati o squartati in modo orribile , gli assassini non avevano nome ne volto e le bestie feroci dei boschi non sembravano assassini plausibili per quel tipo di morti.
I cadaveri spesso risultavano dissanguati e gli animali non bevevano sangue.

Mi ero svegliato con questi pensieri, l'ennesima notte senza aver dormito; vivevo ancora con i miei genitori dato che non avevo ancora nessuna con cui condividere una casa.
Dopo essermi così svagato mi allontanaì così verso la città spingendomi in qualche bar dopo il turno di servizio, e ormai era quasi sera.
Entraì così in uno dei pochi bar che c'erano a forks e ordinaì da bere sedendomi ad un tavolino; la testa mi faceva un po male.
Porcaì le dita alle tempie pensando in continuazione.
 
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~ QueenB ~
view post Posted on 7/1/2010, 20:57





Blair

Forks.....un nome, una leggenda....
Una cittadina, dove il numero di abitanti non andava sopra i 4 mila e dove ero stata di punto in bianco catapultata io, Blair Waldorf, la regina dell'Upper East Side.
Abitavo in quel paesello da circa un annetto ormai e diciamo che il fascino di Forks, del quale mi avevano tanto parlato, non l'avevo ancora trovato.
Vagavo senza un meta precisa.
Sapevo che non c'era pericolo che mi perdessi.
Mi sapevo orientare perfettamente a New-York, figurarsi se un paesello di 4ooo abitanti mi avrebbe fatto perdere...non esiste assolutamente.
Ero tornata da poco da un piccolo viaggetto, destinazione New-York, la mia città, casa mia.
Mi ero divertita un sacco nel rivedere i miei vecchi amici, Serena, Nate, Chuck....Già Chuck...
il mio ultimo amore, l'uomo per il quale, nell'ultimo anno, avrei dato la vita...
poi mi sono ricreduta...
Ma non stiamo parlando di come sono andate le cose nella Grande Mela, che fra parentisi sono andate benissimo.
Rivedere il mio vecchio attico, passeggiare di nuovo per la Fifth Avenue, andare a fare shopping con Serena.
Anche se ero tornata solo da due giorni, volevo di nuovo tornare in città.
Mia madre si era categoricamente rifiutat di otrnarci, così, noncurante, la lascia alle cure della mia fedelissima govrnante, Dorota, e presi l'aereo.
Quando tornai a Forks, mia madre fu felicissima, io meno.
Da due giorni non uscivo di casa, pensando alla vacanza e pensando a badare a mia madre non avevo trovato il tempo.
Ma dopo due giorni stavo sclerando, così rilascia Dorota a badare a mia madre, presi la mia Versace e uscii a piedi.
Quando l'autista mi vide, aprì subito la portiera posteriore della Mercedes, ma io con un gesto lo congedai, preferendo una bella e sana camminata.
Non sapendo dove andare mi diressi verso il cento di Forks e senza accorgermene entrai in uno dei pochi bar, deserto fra l'altro, della cittadina.
Non c'era nessuno, ad eccezione del barista, un vecchietto che leggeva il giornale ed un giovane agente della polizia.
Con la mia solita puzza sotto il naso e a testa alta mi diressi verso il primo tavolino vicino alla porta.
Mi ero ripromessa di cambiare i miei atteggiamenti da piccola principessa e per il primo anno che abitai a Forks ci riuscii, ma poi, ritornando a New-York, il carattere della vecchia Blair riscucitò, come una fenice rinasce dalle sue ceneri.
Appena il barista venne per le ordinazioni, chiesi un caffè.


Edited by ~ QueenB ~ - 8/1/2010, 09:37
 
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view post Posted on 8/1/2010, 22:10
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Irvine

Stavo sorseggiando la mia birra quando dalla porta entrò una ragazza.
Una ragazza davvero che da quelle parti non avevo mai visto; era come se avesse una strana puzza sotto il naso e la sua camminata era altezzosa al pari di quella di una regina.
Sarà qualche smorfiosetta di New York...
pensaì guardandola meglio mentre quella non degnò me nemmeno di uno sguardo.
Si avvicinò al barista e un po sembrava fare la schifettosa; il suo modo di camminare era davvero elegante.
Quasi senza volerlo la cosa mi parve divertente e pian piano una piccola risatina si disegnò sul mio volto.
A quel punto non ce la feci stavo per esplodere in una risata, ma riusciì a fermarmi, certo il suono che usciì dalle mie labbra si sentì rimbombare per tutto il locale.
Non ero il tipo da ridere dietro alle persone ma quella volta c'era stato qualcosa in quella ragazza di realmente comico.
Sembrava una ragazza per bene, una specie di strariccona di famiglia nobile e vederla così fare la perfettina in un bar come quello di Klarck(il barista) era davvero molto comico.
Comico come anche il fatto che non aveva degnato nessuno di uno sguardo ne me ne il barista , semplicemente si era seduta e basta con quella stessa aria altezzosa.
Riusciì a reprimere completamente la risata anche se ero convinto che lei si fosse accorta di tutto.
 
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~ QueenB ~
view post Posted on 9/1/2010, 18:51




Blair

Stavo giusto per estrarre dalla mia borsa una rivista patinata quando vidi per caso con la coda dell'occhio il poliziotto che mi squadrava e poi ridere di gusto.
Vedendo la scena lo fulminai con lo sguardo. Probabilmente lui se ne accorse perchè smise di ridere all'istante, tenendo comunque sulla faccia un sorriso, come se stesse per scoppiare a ridere un'altra volta.
-Qualche problema?- Dissi al giovane. Perchè Blair Waldorf è sempre Blair Waldorf, senza peli sulla lingua. Se doveva ridere rideva, se doveva dire qualcosa di certo non restava zitta.
Nel frattempo il barista arrivò con il mio caffè. Fulminai con lo sguardo pure lui, anche se, poveretto, non centrava niente con la scena. Ero solo infastidita dal poliziotto, che devo dire era anche molto carino: capelli neri, occhi verdi, altro e muscoloso...Non gli mancava niente. Era anche un poliziotto il che lo rendeva solo più affascinante...se non mi avesse riso in faccia.
Ritornai a bere il mio caffè, tranquilla, decidendo di non rispondere ad alcuna provocazione. La vecchia Blair Waldorf doveva cambiare assolutamente carattere. Anche se il mio caratterino mi piaceva parecchio.
 
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view post Posted on 10/1/2010, 17:45
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Irvine

La ragazza ovviamente si accorse della mia risata e non fece nulla per nascondere il disappunto che stava provando.
Puntaì i miei occhi nei suoi mentre la guardavo respingere il barista con uno sguardo aggiacciante.
che caratterino...
pensaì tra me e me alzandomi dal mio tavolino e sedendomi sull'altra sedia vicina al tavolino della ragazza.
Ha ragione sono proprio maleducato ..la prego di perdonarmi.
le dissi indirazzandole un sorriso e poi rivolgendomi al barista gli dissi.
Klarck il caffè alla signora lo pago io.
gli dissi poi tornando a fissarla; non era proprio niente male a dire il vero.
Io mi chiamo Irvine e tu?
le chiesi con tono gentile cercando di entrare immediatamente nelle grazie della ragazza.
 
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~ QueenB ~
view post Posted on 10/1/2010, 18:50




Blair

Ha ragione sono proprio maleducato ..la prego di perdonarmi.
Col cavolo che ti perdono....Mi ridi in faccia e poi pretendi pure che io, Blair Waldorf, ti perdoni?
Questo era ciò che avrei risposto a chiunque in altra see, New-York. Ma Forks non era neanche lontanamente come New-York. Prima di tutto non c'erano neanche 1 ottavo, ma che dico un ottavo, un cinquantesimo di quello che c'era nella Grande Mela, dai negozi ai teatri, poi li non ero una reginetta. Ero solo una dei 4000 abitanti, per niente conosciuta e che parlava con una o due persone in tutto: il lattaio e il giornalaio.
-Considerati perdonato. Ma prova a farlo un'altra volta....-
Era la frase più scorbitica che potessi dire in quel momento. Primo perchè era un poliziotto, poi perchè se volevo trovarmi bene in quel posto non dovevo trattare troppo male un ragazzo così carino...ma nemmeno soccombere....
-A cosa devo tutta questa gentilezza?-
Dissi con un sorriso sulle labbra quando sentii dire dal poloziotto che mi offriva il caffè.
*Forse dopotutto non è così male....*
Non una persona in quel paesello aveva cercato di essere in qualche modo gentile nei confronti miei e di mia madre. Erano troppo chiusi, troppo legati alle loro tradizioni ed alle loro usanze per uscire dal guscio che accomunava un po' tutti.
Una cosa positivo avevo visto al mio arrivo in città: c'era qualche ragazzo moooooolto carino. Pelle marmorea e pallida, occhi d'orati, affascinanti. Ma così come c'erano ragazzi così, non mancavano di certo le ragazze. Affascinanti come i ragazzi se non di più. Con loro in giro non c'era certo la chance di colpire con la propria bellezza qualche maschietto.
Davano un forte colpo all'autostima di una ragazza. Anche se la mia autostima era a mille, con vicino una di quelle ragazze mi sarei sentita parecchio a disagio.
Il ragazzo disse che si chiamava Irvine, nome alquanto strano e particolare, ma non mi dispiaceva.
-Blair. Comunque puoi sederti....-

Il ragazzo, senza chieder permesso ne niente si era seduto vicino a lei.
 
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view post Posted on 21/1/2010, 18:37
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Irvine

La bella ragazza parlava proprio come se fosse una specie di nobildonna, magari non era sua volontà ma sembrava avere un piglio così altezzoso e sprezzante che al suo cospetto tutti apparivano inferiori.
Un portamento regale , certo, perfino nello stare seduta era elegante come una regina, una donna che sicuramente avrebbe ammaliato qualsiasi uomo , a cui certo fosse piaciuto il tipo.
Aveva cmunque modi garbati e gentile in tutto quello perfino nel farmi notare che mi ero seduto senza "permesso" intorno al tavolino da lei scelto.
Puntaì i miei occhi dritti nei suoi, erano scuri e sembravano covare chissà quali misteri, forse era solo un'impressone comunque, ma quando rivolgeva a me il suo sguardo il cuore sembrava battere piu forte ed il sangue accellerare il proprio normale defluire.
Non preoccuparti non lo farò piu...
le dissi con un sorriso azzardanto il "tu" che comunque già avevo usato prima; il suo nome non era molto insolito, conoscevo perfino anche io una Blair, ovviamente nella mia breve esperienza a New York;
E' un piacere Blair....bhè diciamo che voglio sdebitarmi..non sono solito offendere le ragazze ridendole dietro.
Le dissi sorridendo ancora e poi rivolgendole un'altra domanda.
Non sembri di queste parti...
Era una considerazione piu che altro ma perfino un deficente avrebbe inteso la domanda che volevo porle.
Attesi la sua risposta gingillandomi le mani e osservandola ancora una volta in quegli occhi , il cui mistero dell'esistenza stessa sembrava perdersi nel vuoto.
 
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~ QueenB ~
view post Posted on 30/1/2010, 21:40




Blair

-In questo caso … grazie mille.-
Ok … un sorriso poteva starci, forza B, un piccolo debole sorriso basta, non chiedo la luna.
Dovevo imparare ad essere meno scorbutica, altrimenti altro che amici.
Già mi sentivo sola ed abbandonata in quel piccolo paesello, se poi dovevo pure esserlo, sola dico.
Ed era meglio iniziare da quel momento.
Mia madre mi aveva detto parecchie volte che non si va lontano se si trattava male la gente ….
Certo … Questo parecchi anni fa, quando non prevedeva ancora che io fossi diventata la regina dell’Upper East Side.
-Infatti … non sono di queste parti … New-yorkese … -
Da cosa l’aveva capito?
Accento particolarmente differente, probabilmente perché provenivo dall’altra parte del paese cosa che non era notata molto da una persona non-americana, ma per loro era abbastanza evidente.
Inoltre sapevo che in quel paesello si conoscevano tutti, quindi a meno che non fossi stata rinchiusa in casa per tutto il corso della mia esistenza fino a quel momento, per forza dovevo venire da fuori.
Inoltre i poliziotti sanno sempre tutto.
Hanno occhi ovunque, niente sfugge alla loro vigile sorveglianza, hanno sempre tutto sotto controllo, o almeno così dicono … io non c’ho mai creduto molto.
-Tu invece? Sei nato qui e ci abiti da tutta la vita?-
Non era difficile da intuire …
Era giovanissimo, avrà avuto circa la mia età, ma nonostante ciò aveva una strana confidenza con il barista, sulla sessantina di sicuro, quella confidenza che hai con una persona solo se la conosci da tutta una vita.
Quindi, evidentemente, lui era uno dei soliti bravi ragazzi, che tutti conoscono e che tutti ammirano, solo per il fatto che aveva intrapreso la carriera di poliziotto,magari per seguire le orme del padre o che altro ne so …
Come d’altro canto lo ero io: gli adulti mi consideravano una “brava” ragazza, anche se i giovani erano a conoscenza di quanto si sbagliavano i genitori o i nonni.
E pure io li consideravo degli illusi.
Certo … forse era anche colpa, o merito, mio se mi vedevano così: con i miei occhi e i miei sguardi che lanciavo, quegli sguardi da piccola ragazza indifesa, cadevano tutti ai miei piedi.
Questo naturalmente nel passato, perché adesso stavo per cambiare.
Quante volte me lo sarei dovuta ripetere ancora? Forse era difficile da credere persino per me. Quando avevo informato mia madre della mia volontà di diventare una ragazza comune, che non si dava delle arie e per niente scorbutica, mi aveva riso persino in faccia.
È la tua natura, tesoro. Non puoi rinnegarla.
Invece potevo eccome. A partire da quel momento.
Rispondere educatamente e non lasciarsi prendere dalla rabbia.
Contare fino a dieci prima di sparare una cavolata.
Stare attenta a quello che dico e alle espressioni di chi mi sta di fronte.
Far partecipare ai miei usuali monologhi interiori, nei quali descrivo me stessa, i vestiti e ancora me stessa agli altri, anche chi mi sta ascoltando.
Dovevo attenermi a queste piccole regole, semplicissime, e poi sarei andata benone.
Stavo per dare inizio alla mia rivoluzione interiore.
Bye bye Queen B …
 
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view post Posted on 1/2/2010, 14:59
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Irvine

Ogni sua risposta sembrava scritta , o meglio, stampata sul suo volto, le mie capacità intuitive riuscivano a ribaltare la gente come un calzino e nemmeno lei faceva eccezione a quella regola.
Come previsto la ragazza non era di quelle parti ma bensì di New York, la grande mela, un città della quale benchè non si potesse dire che fosse stupenda ceto era un esempio, un vero e proprio monumento, di città moderna ed avanzata.
Un pò la Roma del periodo , appunto, romano oppure l'Atene del periodo ellenistico, un punto di riferimento , un faro culturale e di civiltà ed in un certo senso tutti erao figli di quel modo di pensare e di quella cultura, piu in America che da altre parti ma comunque era un discorso che si estendeva in modo globale.
Icordavo ancora di quando avevo 17 anni e collaboraì con l'FBI per la risoluzione di un caso , un pluri omicida che aveva massacrato diverse persone in quella zona , fu la mia prima ed unica esperienza ed anche opportunità di entrare in quel mondo ma rifiutaì ogni cosa scegliendo infine la vita paesana e emplice di Forks a quella sofisticata si ma anche frenetica e infelice NewYorkese.
Non avevo mai rimpianto la scelta, lo avevo fatto perchè li vi ero cresciuto e ci vivevo ancora oggi senza rimpiangere nulla, quella per me era la vera felicità; certo il lavoro non mi faceva guadagnare troppo ma d'altronde in un paesino come Forks nemmeno serviva guadagnare molto per tenere un tenore di vita superiore alla media.

SI esattamente, sono nato, vivo e morirò in questo posto.
Dissi con un sorriso rispondendo alla sua ultima domanda puntando i miei occhi nei suoi e scorgendovi un qualcosa di diverso da quello che normalemente vedevo nelle ragazze di Forks, quel piglio di superiorità quasi regale sembrava non volerla mai abbandonare, ovviamente la cosa non mi irritava per niente, doveva essere stata abituata in modo diverso, si vedeva che era parecchio raffinata, una vera donna d'alta classe insomma.

Invece tu ti sei stancata di New York? La vita a volte può essere assai piu monotona li che qui a Forks.

Una considerazione abbastanza inteligente insomma, era una cosa vera anche il cambiare troppo spesso poteva risultare nocivo per la mente, a volte mangenere le proprie abitudini e la propria quotidianità era banale e monotono ma regala quel qualcosa di diverso anche nell'accontentarsi dei cambiamenti piu piccoli.
 
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~ QueenB ~
view post Posted on 7/2/2010, 21:30




Blair

-Addirittura morirai qui? Devi proprio amarlo questo posto. D'altro canto non posso di certo biasimarti. Ognuno vuole morire nel paese nel quale è nato.-
Dissi con una certa nota di rammarico nonchè di malinconia.
Pure io volevo tornare nella mia amata New-York e chissà se un giorno vi avrei fatto ritorno in pianta stabile e non solo per una vacanza. Speravo di non dover vivere per sempre in quel paesello qual era Forks.
Di certo era molto pittoresco ed emozionante, ma in confronto a New-York era pari ad una pulce vicino ad un elefante.
Forse ero di parte, essendo una vera e propria New-yorkese, ma d'altonde non potevo farci niente.
Io amavo quella città, il caos, la frenesia, la vita sofisticata, i brunches della domenica mattina, le cene di gala.
Tutto di New-York mi mancava.
Avevo un infinito bisogno di ogni cosa che fosse new-yorkese, in quel momento.
-Non mi sono assolutamente stancata della Grande Mela.-
Dissi in rimando alla domanda che mi aveva fatto.
-E non dubito che Forks sia un paese dalle mille emozioni, ma penso che niente possa battere New-York. Ma a causa di forze maggiori ho dovuto abbandonarla.-
Di certo era questione di punti di vista, ma Forks non assomigliava nemmeno lontanamente alla mia città natale.
Era trooooppo tranquilla, non c'era mai niente da fare e per divertirsi ci si doveva spostare a Port Angeles.
Di sicuro io c'ero stata pochissime volte, visto la mia vita casalinga da quando mi ero trasferita.
Non avevo conosciuto nessuno di interessante, se non per scambiarci due chiacchiere dal giornalaio.
-Sei mai stato a New-York?-
Ma potevo già intuire la risposta.
Se aveva detto quella frase sulla monotonia di New-York, doveva pur esserci stato.
E poi olevo rompere un po' il ghiaccio.
Non conoscendo nessuno non volevo far scappare l'unica persona che si era degnata di rivolgermi la parola da quando mi ero traferita.
 
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view post Posted on 7/3/2010, 14:44
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Ci sono pugnali nei sorrisi degli uomini.

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Irvine

Le parole della bella ragazza mi fecero sorridere, non credeva forse che qualcuno si potesse legare tanto ad un posto come forks, ed in effetti sembrava quasi anormale che qualcuno volesse restare per sempre in quel posto dimenticato da tutti, ma solo chi non era nato e non viveva li da sempre poteva non comprendere la logica di quella scelta.

La sua domanda mi riportò alla mente ricordi di quel viaggio fatto nella grande mela quando ebbi l'oppurtunità lavorativa importante di collaborare con l' FBI , ma una volta ritornato a Forks tutto cambiò ed entraì nella polizia locale per una carriera piu tranquilla, tra gente che conoscevo alla perfezione.
si... ci sono stato, ed è davvero bella come città. Ovviamente ha ritmi diversi e ... non li ho molto apprezzati.
Le dissi con un sorriso un po finto.
Tu invece? Come hai trovato Forks? Immagino che per chi non vi abbia mai vissuto risulti difficile inserirsi vero?
Le chiesi sempre con lo stesso sorrisetto .

SPOILER (click to view)
perdona il post da schifo .-. ho fatto di tutto pur di risponderti ora.
 
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10 replies since 7/1/2010, 20:09   151 views
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