Twilight GdR

Paris

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†Heidi~
view post Posted on 25/5/2010, 17:30




Heidi

Lo sentii rinfoderare la sua spada con la lentezza tipica di chi sta facendo qualcosa controvoglia riuscendo quasi perfettamente a nascondere il proprio vero impulso animale con il contegno. Come me, avrebbe voluto sbarazzarsi subito di quell'ibrido, ma a lui importava del destino di Daniel più di quanto importasse a me.
Ah, Demetri! Demetri e il suo arrogante narcisismo. Demetri e le sue ridicole, pericolose ma effettivamente affascinanti smanie di conquista e di totale dominio. Cosa avremmo fatto una volta dominato il mondo e sterminata la razza umana, privandoci così dell'unica cosa che adoriamo al di sopra di tutte e che è l'emblema e il motivo della nostra stessa natura ed esistenza? Avremmo dissanguato gli animali???!!! Non poteva dire sul serio! E una volta finiti quelli? Come avremmo potuto perpetuare la nostra specie nei secoli senza più nessun umano da contagiare??? Polvere in cambio di polvere...eh no, non era poi così geniale e conveniente...eccitante forse si, governare il mondo era una "bella cosa"...ma consideravo questo, e lui lo sapeva bene, come uno dei casi in cui la spietata determinazione di un essere sicuramente e straordinariamente capace e senza scrupoli cadeva in basso sfociando nella stupidità! E poi...dominare il mondo era un sogno vecchio quanto il mondo stesso...quanto banalità! Agire nell'obra era di sicuro più intrigante! Lo avrei ucciso io stessa se avesse davvero tentato di fare ciò che io, da secoli, sapevo benissimo lui volesse fare ( non ne aveva mai fatto un mistero, almeno con me)...e no di certo per fare un favore ad Aro! Anche perchè, come sapevo bene sapesse anche Demetri, motivo per cui la sua stima per me non era solo frutto del mio potere, non amavo il servilismo: io facevo quel che facevo per gratificare me stessa e ricevere i dovuti meriti solo da me stessa, ma l'impeccabilità delle mie azioni doveva sempre essere riconosciuta e mai messa in dubbio, e di certo non erano una manciata di complimenti sdolcinati e fanatici a soddisfare questa mia pretesa. Io non chiedevo che mi fossero riconosciuti i miei meriti...io, il riconoscimento.. ME LO PRENDEVO! Sicura di meritarlo, mi bastava indurre tutti i miei colleghi nella situazione di concedermelo senza che io fiatassi, in modo indiretto ma molto più concreto e soddisfacente: non credete che solo per aver pensato ed essere riuscita a mettere in pratica una tale strategia io non meriti riconoscimenti?! Bastavano, ad ogni modo, i fatti, fatti che ormai si concretizzavano da quando ero arrivata a Volterra, piu di cinquecento anni prima. Demetri, mi riconosceva i dovuti meriti proprio con quel suo atteggiamento sprezzante, freddo, ermetico e indifferente. La mia schiettezza nei suoi confronti, la mia bellezza, a prescindere o no dal mio potere, il mio modo di agire e pensare lo scuotevano, a volte in bene e a volte in male, e smuovere o interessare Demetri è praticamente impossibile. Non che mi interessasse di lui, ma perforare una personalità come la sua era motivo di soddisfazione per me, un nuovo traguardo, ritenuto invalicabile, superato! Com'ero sicura di esserci riuscita? Semplice: Demetri non avrebbe mai ammesso nulla e puntualmente nascondeva la sua ammirazione con un educato opposto di essa. Più mi punzecchiava, più si teneva alla larga da me con fare nauseato e ghignante, proprio come stava facendo in quel momento, più praticamente mi adorava! Sapeva bene che in fondo favorivo, non certo intenzionalmente o con interesse, anche lui. Infatti, il riconoscimento dei miei meriti da parte di tutti gli altri, infine, era inevitabile e sembrava giovargli ( ecco perchè mi divertivo solo con lui a pretendere quanto mi spettava, sapendo bene che lui lo avesse notato ormai da tempo). Li avevo viziati, fatti impoltrire e ubriacare, e la cosa buffa era che fosse stato proprio Aro a chiedermelo e a trasformarmi proprio per questo unico motivo! Mentre Lui credeva che io, "onorata" di una tale e IRRIPETIBILE "offerta", stessi facendo un grosso e prettamente altruistico favore o dovere nei suoi confronti, per riconoscenza e pur di restare viva e senza problemi, io lavoravo solo per me stessa, i miei interessi e il mio narcisismo.
Sicuramente se potevo farlo era davvero solo merito di Aro, o sarei già cenere e vermi da più di mezzo millennio. Ma non chiesi io ad Aro di venirmi a "salvare" la notte della vigilia della mia esecuzione e, anche se accettai la sua proposta di mia spontanea volontà, non fui io a chiedergliela e di certo il mio caro "salvatore" non si era fatto scrupoli nel risparmiarsi i particolari più importanti del "contratto"! Quindi, per quanto mi riguardava, la mia riconoscenza si decimava notevolmente!
In conclusione, a me non interessava manovrare i fili dei miei superiori, ma solo confermare ogni giorno il mio grande potere, compiacendomene. Sicuramente, come sapevo che Dementri stesso facesse, pensasse, e sapesse valere anche per me, ragion per cui mi era ulteriormente grato, era molto più comodo muoversi quando il capo era sedato e un po' fuori di testa, ma non avevo mai disobbedito agli ordini ricevuti, non per timore, semplicemente per astuzia: più svolgevo bene il mio lavoro, più sarei stata premiata e amata, più avrei superato chiunque altro dentro quella maledetta fortezza potendomi così compiacere ancora una volta e sempre di più di quanto fosse vero che sono perfetta sotto ogni aspetto! Tutto qui! Sono la donna più bella del mondo. Mi sembra ovvio che la vanità per me venga prima di tutto no?!! Di tutto questo a Dementri sfuggiva sicuramente qualcosa, lasciandolo nella convinzione che io e lui fossimo simili. Era una mezza verità. La sua malvagità, il suo opportunismo, egoismo, inesorabilità e sadismo erano immensi...ma scontati...i miei no..poichè derivavano da scopi un pò differenti, più sfaccettati e intricati, più reconditi e impensabili, più specifici e singolari. Agivamo e pensavamo sulla stessa frequenza si...ma in virtù di scopi e idee non del tutto congruenti o combacianti.

Ancora avventata sulla preda, continuai a dare a Demetri ben poca importanza, adagiando su di lui un numero notevolmente basso di sguardi, tral'altro fulminei, maliziosi, raggelanti ma sufficienti ad osservarlo, senza essere vista quasi mai, andare e venire, avvicinarsi e allontanarsi, guardarmi e voltarmi le spalle mentre, con quel suo freddo ghigno eloquente, confermava con le sue sibilanti parole quanto dimostrato con i gesti. Mentiva. Lo aveva fatto appositamente affinchè solo io, come al solito tra noi due ( e non posso negare che tale feeling mi accattivasse ogni volta che veniva a galla), potessi capire, eppure sapevo che lui stesse puntando forte sull'elemento della sorpresa su di me. Ma io conoscevo troppo bene Aro, più di una persona che come Demetri lo detestasse e che quindi non avesse interesse a conoscerlo davvero. Aro non avrebbe mai condannato a morte un reo senza prima aver conferito con lui anche nel caso in cui Aro stesso avesse riconosciuto l'initilità del gesto. Teneva "all'etichetta" e ci teneva in modo quasi maniacale. E poi, un mezzo vampiro, seppur in fin di vita, non sarebbe mai morto di freddo! Demetri si era inventato tutto di sana pianta, e la sua visita, era puramente di cortesia, cosa davvero inaudita da parte sua... Aveva voglia di perdere tempo con me e questo mi stupiva e mi compiaceva nella stessa misura in cui mi insospettiva e mi irritava...

Alzai gli occhi al cielo con aria di sufficienza e schizzinosa compassione e sospirai

Ahhh...La democrazia è il regno degli illusi...dovresti saperlo....

poi finalmente mi decisi a guardalo ricambiando il suo sguardo affilato con uno ancora più tagliente ma terribilmente suadente; le mie parole che seguirono furono melliflue, intrise di calma, equivoca malizia ma anche di scherno e disappunto.

Non hai bisogno di mentire o pavoneggiarti da grande messia degli ordini, Demetri: il signor Martin non può più sentirci ormai....cosa vuoi.....?

tagliai corto pronunuciando ancor più lentamente le ultime due parole, quasi a volerle rendere pensanti e pericolose come macigni di pietra intrisi di veleno. Avevo un lavoro da finire e non volevo perdere tempo. In questo modo gli sarebbe stato più chiaro il messaggio.

La prossima volta, menti meglio...non ti fa onore raccontare frottole come un ragazzino...così rischi di perdere il titolo di Re delle Bugie...

Abbozzai un sorriso maligno e divertito scuotendo ironicamente il capo in cenno di negazione.
Conosceva abbastanza bene la natura mentitrice di Demetri e il suo amore per l'inganno, ma a prescindere da questo non poteva ingannare una che come me, le bugie se le mangiava a colazione inzuppandole in una bella tazza di sangue caldo.
Adoravo giocare, in fondo...ed ero persino curiosa di sapere cosa bolliva in pentola. Ma solo il velo di malizia nei miei sguardi e nelle mie parole lasciava appena trasparire un tale interesse. In fondo non era importante. Non in quel momento. Non mentre lavoravo. Ad ogni modo mollai finalmente la presa...sicura di aver reso Daniel inoffensivo per un bel po e quindi disinteressandomi di come si sarebbe accasciato a terra o delle conseguenze che il mio improvviso abbandono avrebbe potuto causare. La preda prima di tutto. Poi, portando lentamente le mani ai fianchi con leggerezza e con sicurezza, divaricai appena le gambe scoperte spostando tutto il mio peso sul fianco destro con grazia, sensualità e austerità. Ed ecco scaturire dal mio corpo, dalle mie gambe toniche tese sui tacchi a spillo, dai miei fianchi mordibi e dal mio volto in seducente seppur rigido atteggiamento di sfida, tutto il mio potere...ancora un volta. Ero pronta ad ascoltare...o a qualunque cosa Demetri mi avesse riservato.

SPOILER (click to view)
ecco...adesso tocca davvero a roby...scusami se ho anticipato...ma mi è uscita di getto...e come conclusione prima di proseguire è migliore...


Edited by †Heidi~ - 25/5/2010, 21:18
 
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Quebec19
view post Posted on 26/5/2010, 13:30




color=blue]Daniel[/color]

Mi ripresi da uno stato di incoscenza,o almeno immaginavo visto che mi trovano accasciato a terra senza sapere come ci fossi finito lì,su quel suolo duro e ghiacciato. Mi faceva ancora male il collo e sapevo che se fossi stato umano sarei già morto. Improvvisamente intravidi un luccichio argentato.Affilai lo sguardo per notare con orrore che vi era un'altra persona e che questa,aveve sfoderato una spada e la puntava contro di me mentre parlava con la ragazza vampiro. Chi fosse quell'individuo misterioso proprio non lo sapevo ma ero certo che non si trattava di una persona amichevole.
Usai il mio super udito per ascoltare ciò che si dicevano.
Sembravano entrambi offesi dalla presenza dell'altro,lo capivo dai toni che entrambi usavano verso l'altro. Sembra quasi che provassero dell'odio.
Il nuovo ordine è di trasportare il prigioniero in Russia.
Disse l'uomo misterioso che nel frattempo aveva riposto la spada nel fodero.
Li l'obiettivo deve essere lasciato a morire in quelle lande desolate.Questo è l'ordine di Aro.
Il cuore iniziò a battermi più forte alla parola MORTE. Perchè ero così indesiderato ai Volturi?Era proprio questom il vero motivo?O c'era dell'altro?
Cosciente del fatto che mi avrebbero comunque scoperto,cercai di rimettermi in piedi visto che le forze mi stavano tornando.
Mi tolsi il cappotto facendo così posare il loro sguardo su di me e con il polso mi asciugai il rivolo di sangue che scendeva dalla mia guancia a causa della brutta caduta. Ma tanto il taglio si sarebbe subito rimarginato..
 
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view post Posted on 26/5/2010, 22:52
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Ci sono pugnali nei sorrisi degli uomini.

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Demetri

Seppur volendo potessi farti compagnia adesso non potrei più. Le distanza ci dividono nesorabilmente e se prima tendevano a ridursi ora invece diventano enormi; cos'ho fatto per poter meritare questo tormento non lo saprei nemmeno dire.

A volte era proprio come se non avessi più nulla da dire, come se fosse capace di mettermi con le spalle al muro in poche , ma concise , parole, eppure lo sapevamo entrambi che di scappatoie e di sorprese ero ben piu che Re, oltre al titolo dei bugiardi.
Le sue mosse sensuali sembravano volte quasi ad addolcirmi in maniera più che significativa ma il tentativo era vano, inutile spreco d'energie per un potere meraviglioso.
Ritiraì il ghigno quasi come a mostrare la mia sconfitta, ma così come il Re lascia il suo cavallo in segno di sconfitta per poi lanciarsi alla carica con un cavallo piu fresco ed un esercito alle spalle, così io , che non amavo perseverare, dovetti abbandonare il sentiero della menzogna e svelare la ragione della mia visita.



Rimasi completamente immobile , le provocazioni di Heidi erano forti e sapeva benissimo che dentro di me scatenvano quell'orribile sensazione e quel rivoltante malessere.
Che schifo...
Eppure sapeva bene che mai l'avrei dato a vedere, ne tanto meno mi sarei bettato ai suoi piedi solo perchè era la donna più bella del mondo, non era quello che mi interessava.

Di Heidi sapevo molto, ormai erano troppi secoli che la conoscevo, sapevo la sua storia e sapevo di lei una cosa fondamentale, era l'unica vampira capace di provare un sentimento: L'amore.
Eppure non era l'amore come lo intendevano gli umani, era un amore per se stessa, amava la sua stessa bellezza e bramava il suo stesso corpo, più passava il tempo e più il suo amore accresceva la sua psiche e l'avvolgeva un una gabbia tanto da farle amare perfino il suo stesso modo di pensare.
Nulla di quella vampira era certo, soltanto io ne conoscevo bene le mosse.
In effetti non avevo fatto altro che osservarla in tutti quei secoli, non lo nascondevo nemmeno a lei, l'avevo tenuta d'occhio tutto questo tempo.
Heidi.. sei in gamba... anzi fin troppo..
Forse lo era quasi come me, ma tale cosa non era assolutamente accettabile.

Risposi emettendo un suono gutturale direttamente dalla gola, adesso il sorriso lasciava spazio ad un volto dall'indifferenza più pura.
Era ancora il linguaggio del corpo, sempre quella complicità che io e lei capivamo , quel linguaggio del corpo le cui parole erano perfino palpabili, quello indicava la mia disapprovazione.

Come al solito i miei giochetti non ti sorprendono mai Heidi

Dissi discrociando le braccia mi avvicinaì di un passo verso di lei, sprezzante della sua sensualità e del suo potere immane.
su di me non hai potere..
Lo dicevo forse solo a me stesso, era una verità che mi imponevo da sempre e non avrei sopportato ;

Perchè sono venuto qui allora?

Aro mi aveva consegnato una lettera, si fidava ciecamente di Heidi e non avrebbe mai dubitato della sua fedeltà, eppure quel vecchiaccio non si riteneva mai soddisfatto; il suo gioiellino, certo così bello quello zaffiro che tutti lo avrebbero voluto, tanto bello che qualcuno avrebbe potuto pensare di rubarlo; non dubitava nemmeno della sua forza, eppure mi aveva mandato ugualmente a controllare la situazione, una missione che avrei potuto eludere, come avevo fatto tante altre volte, fingendo di averla compiuta, eppure mi piaceva fare visita ad Heidi; confrontarmi con lei mi faceva uscire, per qualche istante, da quel torpore in cui le nostre esistenze di vampi erano sprofondate.

Lo sai che non riesco a starti lontano;

Il tutto fu seguito da una risata, come a confermare ovviamente l'ironia utilizzata, eppure in quella frase anche si nascondeva un pizzico di verità; daltronde era come ogni cosa che facevo, c'era sempre una punta di verità in ogni bugia ma riuscire a coglierla era arte di pochi, forse la stessa Heidi vi riusciva ed in quel senso riusciva a competere con me, altro motivo indi per cui farle visita piu spesso.

Piuttosto... sei sicura di aver fatto capire all'Ibrido come funzionano le cose qui? Oppure , come al solito, deve scomodarsi il grande Demetri?

Era tutto emblematico e simbolo della mia personalità, ovviamente lei non poteva che aver svolto la missione con enorme puntigliosità e con l'unico risultato possibile: il successo.
Ovviamente il tutto era una mera provocazione, anche il dire che fosse necessario il mio intervento lo era, perchè con lei non ero mai dovuto intervenire per aggiustare una situazione, forse con gli altri molto più spesso, ma con lei, ovviamente, mai.

Hai ragione Heidi... la democrazia è solo per gli umani..

Sorrisi diabolico a quel pensiero.

Edited by sperminetor1991 - 27/5/2010, 00:44
 
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†Heidi~
view post Posted on 27/5/2010, 16:21




Heidi

E' meraviglioso come a volte più si cerca di nascondere e negare la verità agli altri a se stessi più questa verità sembra venire a galla con una violenza inesorabile e inaudita. Demetri con me lo faceva da secoli. Sapevo bene cosa gli provocasse il mio potere e in quale misura. Profondo ribrezzo, o almeno questo era quello che lui credeva di sentire. Non che non fosse vero, ma non era a me che era indirizzato. Il profondo e rivoltante rifiuto che provava era solo secondario a ciò che sentiva davvero, poichè era un disprezzo ed una negazione che Demetri aveva di se stesso come vampiro irrimediabilmente attratto da me, con o senza il potere del mio fascino. Non potendolo accettare per via del suo orgoglio e della sua natura che di umano e di buono non aveva praticamente niente, trasformava il sentimento in qualcosa di più commestibile per lui e di meno soddisfacente, almeno così lui credeva, per me. Chi disprezza compra. In realtà di umano, in questo, c'è davvero molto, e forse era un altro motivo per cui Dementri mi detestava...o per meglio dire...SI detestava. Mi chiedevo da sempre, infatti, se sapesse che in realtà, davanti ai miei occhi, con quel suo atteggiamento puerile e poco inumano, fosse la mia vittima più debole e più scoperta tra tutte...forse per questo, anche la mia preferita. Da secoli, in mia presenza, ripeteva con tracotanza, più a se stesso che a me, di essere immune al potere del mio fascino e della mia smisurata bellezza, ma entrambi sapevamo bene quanto questo non fosse vero. Tra tutti Demetri era sicuramente colui che meglio incassava i miei colpi: per bravura e orgoglio, poichè mai mi avrebbe dato il sazio di ammettere che sarebbe volentiri crollato ai miei piedi ritenendomi forse più di una sua pari ( ma del resto se lo avesse ammesso mi avrebbe profondamente delusa e annoiata), era colui che meglio riusciva a controllare e a non esternare ciò che però, quasi sicuramente, lo consumava dentro più di tutti gli altri. Come biasimare, dunque, il suo disprezzo "per me", se ero proprio io ad arrecargli tanto tormento? Non mi staccava gli occhi di dosso dal giorno del mio arrivo a Volterra, e il fatto che lo facesse in modo tanto spudorato senza per niente farmene un mistero, mi divertiva parecchio e, sebbene in modo superficiale, aumentava la mia ammirazione per lui. Fini strategici, aveva sempre fatto intendere lui con quel suo sguardo freddo, vuoto, acuto, tagliente e diffidente come quello di un kobra. Come me, del resto studiava tutto e tutti per divertimento e per non essere impreparato a nulla, astuto e diffidente coma daltronde sempre stato, e devo ammetere che nemmero Aro o Felix mi conoscevano quanto lui....Ma si aspettava davvero che io ci credessi!??? Che lui fosse estremamente convinto delle sue intenzioni io non avevo dubbi...come spiegargli o pretendere che lui capisse che tutto ciò che ci degnamo di osservare è causa e conseguenza del notevole interesse che noi diamo all'oggetto del nostro studio? Non lo avrebbe mai ammesso davanti a me, cosi come non avrebbe mai ammesso di reputarmi una sua pari, ma credo sapesse bene che io fossi a conoscenza di quanto mi stimasse, malgrado lui stesso, con mia grande soddisfazione, aborrisse alla sola idea confermando quanto da me ipotizzato. Tutto ciò che guardiamo, lo guardiamo perchè ci piace. La differenza tra me e lui? Io guardavo spassionatamente, potendo così godermi il bello delle cose...lui no, e prendendola sul personale si finisce col rodersi dentro...da qui la sua indole perennemente amara. Ciò lo rendeva si una delle creature più crudeli e imbattibili che io abbia mai conosciuto, ma pagava a sue stesse spese il suo talento. Come creature siamo già condannate al tormento...perchè aggiungerne dell'altro, dico io?
Ad ogni modo, quanto udii in quel momento non fece che provare tutto quello che vi ho appena raccontato, malgrado non mi aspettassi parole tanto esplicite quanto quelle che aveva appena usato, parole che nessuna delle sue risate sarcastiche e di scherno avrebbero potuto rendere vuote o piene di indifferenza. Non c'era proprio nulla da cogliere, nessuna lettura tra le righe, nessun mascheramento equivoco che rendesse più implicita e intrigante tutta quell'inaudita eloquenza. Demetri mi aveva servito la verità su un lucente piatto d'argento: aveva voglia di giocare, confrontarsi con me approfittando di quello che io sapevo fosse un semplice e solito capriccio di Aro: mandare un altro cavallo di battaglia ad accertarsi che la sua Heidi stesse bene e avesse svolto egregiamente il suo compito come sempre. Demetri mi considerava l'unica capace di distrarlo, ma se questo dipendesse o no dal mio potere non saprei proprio dirvelo. In ogni caso era piacevole e gratificante ricevere tanta importanza e particolarità. Vanità...come sempre....

Come lui, anche io sorrisi maligna avvicinandomi di pochi passi con un'andatura morbida, seducente, lenta e decisa, liberando tutto il mio charme soprannaturale verso di lui. Pieno o no, l'effetto su di lui lo avrebbe fatto ugualmente.

Attento, Demetri...così rischi di far saltare la tua copertura. Non è bene essere troppo sinceri...così come non lo è pavoneggiarsi coi colleghi. Finirai per non riuscire più a farti prendere sul serio. E sarebbe inaudito e imperdonabile da parte tua...

Iniziai ironica con voce accattivante e melliflua fulminandolo con lo sguardo. Avevo deciso di assecondarlo, di ricambiare i suoi messaggi di fumo.

Il tuo intervento qui è superfluo, posso risolvere la situazione anche senza l'intervento di Aro, se vuoi proprio saperlo, e non avrò bisogno di nessuna "moina speciale" per convicerlo di avergli fatto un favore, rendendo la mia missione ancora pù geniale di quella che mi aveva assegnato lui senza offenderlo e guadagnandoci solo tanti bei complimenti. Mi crederà la sua più abile lettrice dei suoi più profondi desideri e pensieri e come sempre crederà che io abbia agito in sua vece e nel suo interesse. Basterà dire a quell'ibrido quanto Aro gli avrebbe detto se lo avesse avuto davanti. Non mi va di caricarmi un peso morto fino a Volterra.

Continuai spavalda e sprezzante ma con tono sempre inalterato e disinvolto.

Ma...se vuoi partecipare.......io non amo lavorare in coppia, ma questo è un gioco no? e non c'è piacere o senso a giocare da soli...

conclusi squadrandolo dall'alto verso il basso con aria provocante e provocatoria...strascinando quell'ultima frase con distaccata intriganza.
Lo avevo invitato a pranzo...in fondo, io avevo sempre del tempo libero per me. Il contatto con i miei colleghi lo evitavo e non mi interessava, e così sarebbe continuato ad essere, almeno dentro casa. Felix avrebbe potuto raccontare molto a tal proposito. Un giorno aveva avuto tutto e l'indomani si era reso conto di quanto io fossi capace di disconoscere qualcuno nel giro di poche ore. Felix ne aveva risentito, lo sapevo per certa, ma come per lui, non mi interessava nemmeno la reazione di Demetri. Ma se avessi dovuto scommettere su quale fosse stata, avrei puntato quasi sicuramente tutto su una reazione negativa. Ma se mi ero spinta a tanto lo avevo fatto perchè ero più che convinta di una grande verità: Demetri era un vampiro incapace di schivare i colpi, ma abilissimo ad incassarli! Cos' era più divertente, non credete?
 
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view post Posted on 24/10/2010, 21:11
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Demetri

Quando muoio voglio andare all'inferno, perchè mi hann detto che è meglio così, non vorrai mica vivere in eterno, dicono tutti che il mio posto è lì.[..]

Quando ti perdi e non sai che fare, quando pensi che il mondo ti stia crollando addosso ecco che qualcosa arriva e salva tutto, sfortunatamente questo evento mistico e surreale è soltanto una tregua che ogni tanto la vita concede.
La vita di un uomo è monotona e fragile, una persona potrebbe morire a 30-40-50 anni, io invece vivrò per sempre.
Come dite voi?
Vivrò nel cuore delle persone, nella memoria e nell'immaginazione, sarò sempre vivo e attraverso i sogni farò cose che non avevo mai fatto o pensato.

Che in Heidi vi fosse un certo gusto perverso nel ammagliare gli altri con il proprio fascino questo era ovvio , cosa sorprendere, era invece, quanto quel suo modo di volersi mettere in mostra agli occhi degli altri era identico al mio.
Proprio come lei anche io adoravo stare al centro dell'attenzione ma soltanto per poco tempo, giusto il tempo per ammaliare l'altro e poi ucciderlo così che questi rimanga per sempre con il ricordo della mia figura nello sguardo.

Esiste una gioia immortale, una gloria per pochi che è quella che ti rende immortale più dell'immortalità stessa, il ricordo vero passa attraverso gli occhi dei morti.

Era più decisa che altro la mia cara Heidi, una donna risoluta ed assai determinata, una vampira che sembrava, dal comportamento e dal portamento, quasi una puro sangue della nostra razza.
Era affascinante ma ormai con il tempo il suo potere andava diminuendo il suo effetto su di me, benchè mi attraesse sempre e comunque adesso riuscivo meglio a controllare il mio animo in sua presenza.
Ancora ricordavo quando era arrivata la prima volta a castello, la sua bellezza ed il suo potere della malia mi aveva coinvolto e stregato allo stesso tempo , anche quella volta benchè l'aspetto non cambiasse la mia anima, seppur in minor portata, era comunque in tumulto.
Le sue parole furono giuste e pungenti, come al solito, aveva la lingua tagliente come una lama.
Le indirizzaì un sorriso.
Credi che a me piaccia lavorare in coppia?.
Le dissi iniziando a camminare in tondo osservando le sue iridi cremisi brillare al buio.
Fortunatamente vedo che non hai molte rogne da sbrigare in questo buco di mondo.
Dissi lanciando un'occhiata all'ibrio sdraiato al suolo privo di sensi.
CHe la francia non mi piacesse questo era un dato di fatto, ritenere addirittura Parigi un buco poi, il mio ego smisurato mi portava a considerare feccia tutto ciò che non fosse me stesso.
L'odio per il mondo mi permetteva di apprezzare ancora di piu me stesso ed io crescevo insieme a me stesso.
Con un salto all'indietro, facendo anche un'elegante capriola in aria, atterraì sul tetto del palazzo da cui ero praticamente sceso prima,
Indirizzaì alla mia collega un ultimo sguardo carico di malevola ironia.
Heidi... ci sono pugnali nei sorrisi degli uomini, lo stesso vale anche per noi.
Dopo averla messa in guardia scompariì praticamente alla sua vista diretto nuovamente verso casa.

Edited by sperminetor1991 - 26/10/2010, 18:05
 
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†Heidi~
view post Posted on 23/11/2010, 11:47




Heidi

Povero il mio "caro" Demetri, ancora dopo cinquecento anni, cercava di convincere se stesso di essere finalmente riuscito a sviluppare una qual certa immunità al mio essere. Non che non avesse fatto progressi (e li avevo fatti anche io, quindi le proporzioni rimanevano, purtroppo per lui, inutilmente le stesse), ma il suo girarmi attorno, mentre mi rivolgeva insulse provocazioni di copertura e osservava freddo e arrogante la mia divina figura immobile e altera, che con totale, gelida e naturale disinvoltura si rifiutava di degnarlo anche di un solo sguardo, non era frutto del desiderio di sfidarmi solo con il pomposo, superficiale ridicolo scopo di pavoneggiarsi. Era sempre stato in collera con me, forse come con nessun'altro: non poteva accettare che io, una donna, potessi annientarlo a quel modo, lui che sapeva di essere probabilmente uno dei più forti esponenti della nostra stirpe. E in quel momento, ancora una volta, forse senza neanche rendersene conto, lottava con se stesso, in un pericoloso bilico tra il secolare e famelico desiderio mai saziato di farmi sua, e il suo ego smisurato. Non poteva allontanarsi ne avanzare di un solo centimetro, sentivo quella tremenda tensione urlare nella distesa e rigida immobilità delle sue fattezze, delle sue movenze, ed era così forte, così disumana che, sebbene per un solo ma interminabile secondo, riuscì a scuotere persino me, che avevo letto migliaia di volte quella stessa emozione nelle anime degli uomini che avevo sedotto nel tempo. Ma poi me ne nutrivo avida, distaccata e compiaciuta. Godevo del suo tormento con distacco e appagamento.
Alla fine, come sempre, fu lui ad arrendersi, facendo piombare ancora una volta la mia ammirazione per lui nella noia e nella delusione: balzò via in uno dei suoi acrobatici e spettacolari balzi perfetti: meno di un secondo dopo mi osservava dal tetto di una delle case di quel vicolo stretto e buio, acquattato con la stessa selvaggia eleganza di un giaguaro sicuro della sua supremazia.
Parlò ancora, la sua voce sottile e limpida quasi quanto quella di un contralto era ancora più affascinante e terrificante se impegnata a proferire parole affilate come lame. Non mi sarei mai stancata di sentirla, una delle poche cose di lui che dopo 5 secoli avevo ancora piacere a trattare, seppure senza nessuna dipendenza. Era una buona musica e, a volte, sapeva anche trasportarmi.
Lo guardai dal basso con espressione incolore ma limpida mentre spariva nella notte, sembrando quasi che non avesse nemmeno finito di parlare. In realtà, ogni altro vampiro sapeva e avrebbe visto che persino io avevo avuto un'infinità di tempo, in quel lasso tanto impercettibile, per rispondergli. Con un volume ed una velocità nella voce che solo lui avrebbe udito gli dissi ghignando e fulminando i suoi occhi cremisi.

Peccato che tu abbia esaurito le tue scorte in armeria...mentre io non ho neanche avuto bisogno di aprire la porta della mia...

Sfrecciai lontana immediatamente dopo di lui, ma nella direzione opposta. Non lo volevo tra i piedi mentre tornavo a casa, avevamo già superato il limite di tempo massimo che a stento ci concedevamo insieme ogni giorno. Forse, tra le altre cose, mi sarei fermata per "cena", e per quanto fossi esibizionista, non amavo essere guardata mentre cacciavo gli uomini. Era pur sempre una donna inglese rinascimentale, seduzione e virtù andavano ancora di pari passo per me. Ridicolo se sposato all'omicidio e alla perversione, lo so. Ma era questo il bello. Quanto a quell'ibrido, ero sicura che avesse recepito il messaggio, ad Aro avrei pensato io, come sempre del resto. Lo lasciai semicosciente esattamente li dove lo aveva gettato, li dove meritava di stare insieme a tutti gli altri abomini come lui. Non avrei mai capito questo amore(opportunismo)-odio che Aro nutriva nei loro confronti. Avrei eseguito sempre e comunque i suoi ordini, ma poichè questo mi concedeva il privilegio di essere vista da lui come un'essere perfetto e infallibile, sapevo che, con qualche piccola bugia, omissione, o deformazione della verità dettate dal mio fascino e dalla mia reputazione, avrebbe tutt'altro che disapprovato, se per qualche volta, avessi fatto a modo mio. Su un'altra cosa potevo contare: Demetri non avrebbe mai fatto la spia. Non che non provasse orgoglio ad essere anche tanto meschino, una delle poche cose che, ai miei occhi, lo rendeva speciale; ma mi voleva troppo, e odiava troppo Aro per farlo. Beh si, in fondo, quando lo desiderava, sapeva davvero come farsi notare da me, ma ancora oggi, non saprei dirvi chi, tra noi due, fosse stato quello più illuso.
 
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