Twilight GdR

Paris

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†Heidi~
view post Posted on 27/5/2010, 16:21 by: †Heidi~




Heidi

E' meraviglioso come a volte più si cerca di nascondere e negare la verità agli altri a se stessi più questa verità sembra venire a galla con una violenza inesorabile e inaudita. Demetri con me lo faceva da secoli. Sapevo bene cosa gli provocasse il mio potere e in quale misura. Profondo ribrezzo, o almeno questo era quello che lui credeva di sentire. Non che non fosse vero, ma non era a me che era indirizzato. Il profondo e rivoltante rifiuto che provava era solo secondario a ciò che sentiva davvero, poichè era un disprezzo ed una negazione che Demetri aveva di se stesso come vampiro irrimediabilmente attratto da me, con o senza il potere del mio fascino. Non potendolo accettare per via del suo orgoglio e della sua natura che di umano e di buono non aveva praticamente niente, trasformava il sentimento in qualcosa di più commestibile per lui e di meno soddisfacente, almeno così lui credeva, per me. Chi disprezza compra. In realtà di umano, in questo, c'è davvero molto, e forse era un altro motivo per cui Dementri mi detestava...o per meglio dire...SI detestava. Mi chiedevo da sempre, infatti, se sapesse che in realtà, davanti ai miei occhi, con quel suo atteggiamento puerile e poco inumano, fosse la mia vittima più debole e più scoperta tra tutte...forse per questo, anche la mia preferita. Da secoli, in mia presenza, ripeteva con tracotanza, più a se stesso che a me, di essere immune al potere del mio fascino e della mia smisurata bellezza, ma entrambi sapevamo bene quanto questo non fosse vero. Tra tutti Demetri era sicuramente colui che meglio incassava i miei colpi: per bravura e orgoglio, poichè mai mi avrebbe dato il sazio di ammettere che sarebbe volentiri crollato ai miei piedi ritenendomi forse più di una sua pari ( ma del resto se lo avesse ammesso mi avrebbe profondamente delusa e annoiata), era colui che meglio riusciva a controllare e a non esternare ciò che però, quasi sicuramente, lo consumava dentro più di tutti gli altri. Come biasimare, dunque, il suo disprezzo "per me", se ero proprio io ad arrecargli tanto tormento? Non mi staccava gli occhi di dosso dal giorno del mio arrivo a Volterra, e il fatto che lo facesse in modo tanto spudorato senza per niente farmene un mistero, mi divertiva parecchio e, sebbene in modo superficiale, aumentava la mia ammirazione per lui. Fini strategici, aveva sempre fatto intendere lui con quel suo sguardo freddo, vuoto, acuto, tagliente e diffidente come quello di un kobra. Come me, del resto studiava tutto e tutti per divertimento e per non essere impreparato a nulla, astuto e diffidente coma daltronde sempre stato, e devo ammetere che nemmero Aro o Felix mi conoscevano quanto lui....Ma si aspettava davvero che io ci credessi!??? Che lui fosse estremamente convinto delle sue intenzioni io non avevo dubbi...come spiegargli o pretendere che lui capisse che tutto ciò che ci degnamo di osservare è causa e conseguenza del notevole interesse che noi diamo all'oggetto del nostro studio? Non lo avrebbe mai ammesso davanti a me, cosi come non avrebbe mai ammesso di reputarmi una sua pari, ma credo sapesse bene che io fossi a conoscenza di quanto mi stimasse, malgrado lui stesso, con mia grande soddisfazione, aborrisse alla sola idea confermando quanto da me ipotizzato. Tutto ciò che guardiamo, lo guardiamo perchè ci piace. La differenza tra me e lui? Io guardavo spassionatamente, potendo così godermi il bello delle cose...lui no, e prendendola sul personale si finisce col rodersi dentro...da qui la sua indole perennemente amara. Ciò lo rendeva si una delle creature più crudeli e imbattibili che io abbia mai conosciuto, ma pagava a sue stesse spese il suo talento. Come creature siamo già condannate al tormento...perchè aggiungerne dell'altro, dico io?
Ad ogni modo, quanto udii in quel momento non fece che provare tutto quello che vi ho appena raccontato, malgrado non mi aspettassi parole tanto esplicite quanto quelle che aveva appena usato, parole che nessuna delle sue risate sarcastiche e di scherno avrebbero potuto rendere vuote o piene di indifferenza. Non c'era proprio nulla da cogliere, nessuna lettura tra le righe, nessun mascheramento equivoco che rendesse più implicita e intrigante tutta quell'inaudita eloquenza. Demetri mi aveva servito la verità su un lucente piatto d'argento: aveva voglia di giocare, confrontarsi con me approfittando di quello che io sapevo fosse un semplice e solito capriccio di Aro: mandare un altro cavallo di battaglia ad accertarsi che la sua Heidi stesse bene e avesse svolto egregiamente il suo compito come sempre. Demetri mi considerava l'unica capace di distrarlo, ma se questo dipendesse o no dal mio potere non saprei proprio dirvelo. In ogni caso era piacevole e gratificante ricevere tanta importanza e particolarità. Vanità...come sempre....

Come lui, anche io sorrisi maligna avvicinandomi di pochi passi con un'andatura morbida, seducente, lenta e decisa, liberando tutto il mio charme soprannaturale verso di lui. Pieno o no, l'effetto su di lui lo avrebbe fatto ugualmente.

Attento, Demetri...così rischi di far saltare la tua copertura. Non è bene essere troppo sinceri...così come non lo è pavoneggiarsi coi colleghi. Finirai per non riuscire più a farti prendere sul serio. E sarebbe inaudito e imperdonabile da parte tua...

Iniziai ironica con voce accattivante e melliflua fulminandolo con lo sguardo. Avevo deciso di assecondarlo, di ricambiare i suoi messaggi di fumo.

Il tuo intervento qui è superfluo, posso risolvere la situazione anche senza l'intervento di Aro, se vuoi proprio saperlo, e non avrò bisogno di nessuna "moina speciale" per convicerlo di avergli fatto un favore, rendendo la mia missione ancora pù geniale di quella che mi aveva assegnato lui senza offenderlo e guadagnandoci solo tanti bei complimenti. Mi crederà la sua più abile lettrice dei suoi più profondi desideri e pensieri e come sempre crederà che io abbia agito in sua vece e nel suo interesse. Basterà dire a quell'ibrido quanto Aro gli avrebbe detto se lo avesse avuto davanti. Non mi va di caricarmi un peso morto fino a Volterra.

Continuai spavalda e sprezzante ma con tono sempre inalterato e disinvolto.

Ma...se vuoi partecipare.......io non amo lavorare in coppia, ma questo è un gioco no? e non c'è piacere o senso a giocare da soli...

conclusi squadrandolo dall'alto verso il basso con aria provocante e provocatoria...strascinando quell'ultima frase con distaccata intriganza.
Lo avevo invitato a pranzo...in fondo, io avevo sempre del tempo libero per me. Il contatto con i miei colleghi lo evitavo e non mi interessava, e così sarebbe continuato ad essere, almeno dentro casa. Felix avrebbe potuto raccontare molto a tal proposito. Un giorno aveva avuto tutto e l'indomani si era reso conto di quanto io fossi capace di disconoscere qualcuno nel giro di poche ore. Felix ne aveva risentito, lo sapevo per certa, ma come per lui, non mi interessava nemmeno la reazione di Demetri. Ma se avessi dovuto scommettere su quale fosse stata, avrei puntato quasi sicuramente tutto su una reazione negativa. Ma se mi ero spinta a tanto lo avevo fatto perchè ero più che convinta di una grande verità: Demetri era un vampiro incapace di schivare i colpi, ma abilissimo ad incassarli! Cos' era più divertente, non credete?
 
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20 replies since 22/5/2010, 16:41   286 views
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