Twilight GdR

Take me away...

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Jason°
view post Posted on 20/2/2010, 12:23




CITAZIONE
Privatissima (X Agness):P

Jason
Aprii lentamente gli occhi,ci mise qualche secondo a focalizzare la stanza,si mise seduto e con una mano cercò di fermare invano uno sbadiglio.
Dalle tapparelle non del tutto abbassate,filtrava la luce del sole,si alzò e le aprii completamente.
Buttò uno sguardo fuori dalla vetrata,naturalmente era tutto grigio come al solito e per chi era di Forks sapeva che quella era una bella giornata.
Per lui che non ci era ancora abituato,era una giornata di merda,era l'unico aggettivo e termine che trovava.
Forks aveva due cose che odiava,nebbie e l'odore orrendo dei freddi,stare in quel luogo era una vera tortura.
Ma una volta terminato il suo compito in quella città,quasi sicuramente se ne sarebbe andato,non c'era nessun motivo valido per stare in quel posto orrendo dopo la morte dei Cullen.
Accese la radio,mentre entrava a fare la doccia,Lady Gaga gli avrebbe fatto compagnia.


Ascoltò la musica,rimase fermo sotto la doccia,lasciò che l'acqua scorresse sul corpo,era piacevole e lo aiutava a svegliarsi.
Si asciugò i capelli,tirò fuori una bottiglia di latte,ne finiva una al giorno,accompagnato dai cereali.
Non aveva problemi con la linea,ma li adorava,fin da quando era piccolo.
Una volta finito,si lavò i denti e si mise degli abiti comodi,t-shirt grigia,jeans e giacca in pelle nera.
Non erano abiti scelti a caso,li metteva solo quando andava in moto e infatti poco dopo aprii il garage.
Un grossa moto nera lo attendeva,si infilò gli occhiali neri e sorrise al mezzo,un minuto dopo sfrecciava in strada.
Continuò a viaggiate senza mai rallentare e quando poteva,aumentava la velocità,aveva buoni riflessi,c'erano poche possibilità che facesse un incidente.
Lasciò che il vento accarezzasse il suo viso, ora sapeva perché amava la moto,lo faceva sentire vivo.
“Finalmente!,,
Uscii dalla nebbia,Forks era rimasta alle sue spalle,i raggi del sole lo avvolsero,era da un bel po' che non sentiva il sole sulla pelle.
L'odore salmastro arrivò al suo naso,prese una stradina fatta di sabbia,portava al mare,dove ovviamente lui stava andando.
Una volta arrivato,si tolse le scarpe,le lasciò vicino al mezzo,lasciò su anche le chiavi della moto,voleva vedere chi aveva il fegato di rubargliela.
Camminò sulla riva lasciandosi bagnare i piedi dall'acqua fresca.

Edited by Jason° - 21/2/2010, 12:06
 
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.°•. °•. stety .•° .•°.
view post Posted on 20/2/2010, 16:54




SPOILER (click to view)
AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA
matt... seguiresti il nostro codice di scrittura per piacere? XD
:P
 
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•°•QueenB•°•
view post Posted on 21/2/2010, 11:46




SPOILER (click to view)
Nome di chi ruolaaaaaa!!! Appena hai letto scrivi che cancello i messaggi....
 
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Jason°
view post Posted on 21/2/2010, 12:07




SPOILER (click to view)
Fatto. ò.ò
Bellissimo il tuo nuovo set*_*


Edited by .BettyBrown°° - 21/2/2010, 20:14
 
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agneSStyle
view post Posted on 21/2/2010, 12:50




SPOILER (click to view)
fatto io il settolo di B... ^^


Alina

*Una mattina come le altre, la sveglia suona, la pioggia fuori cade, mio padre in cucina prepara il caffè.*
Ecco cosa pensai quando la radiosveglia iniziò a trasmettere “Goodmorning America” in diretta dagli studi newyorkesi. Una mattina come le altre.
Non avevo nulla da fare, di lavoro ancora non se ne parlava se non all’interno della riserva. Vivevo ancora sulle spalle di papà, che lavorava come avvocato a Sequim, non molto distante da Port Angeles.
La Push mi piaceva, ma certo non quanto amavo il caldo sole della California, posto in cui avevo passato la mia infanzia. Mi alzai stiracchiandomi. La maglietta di Ribery del Bayer Monaco che indossavo alla mo’ di pigiama, mi arrivava neanche a metà della coscia.
Scostai le pesanti tende rosso carminio per assicurarmi che quella fosse come previsto, una mattina come le altre, ma dovetti ricredermi notando che nessuna goccia attraversava il plumbeo cielo di La Push. Non splendeva il sole, certo, ma almeno non diluviava.
Sorrisi e sbadigliai mentre mi portavo in cucina.
Il profumo di caffè che di solito invadeva la cucia al mio risveglio era praticamente scomparso, la tv era spenta come lo era anche la radio. Dalla mia camera la voce allegra di Diane Sawyer parlava ancora di un importante processo che si era tenuto a Chicago il giorno prima.
Vagai per la cucina in cerca di papà, ma trovai solo un biglietto appoggiato vicino alla macchina del caffè. Quel giorno era dovuto partire prima perché doveva essere in tribunale alle nove. Non mi aveva svegliato perché dormivo, a sua detta, troppo bene.
Quella non era affatto una mattina come le altre…
Bevvi sue sorsi di caffè tiepido, dopodiché non ci pensai due volte a buttarmi sotto la doccia.
Lasciai che l’acqua calda mi bruciasse sulla schiena, lasciai che le profumate note di mughetto mi cullassero infondendomi calma e tranquillità.
Non pioveva, quindi potevo andare a fare due passi. Mi vestii con un paio di skinny jeans chiari, sopra una t-shirt qualsiasi e la felpa dei Chicago Bears di tue taglie più grande di quella che avrei dovuto indossare.
Presi un berretto scuro, un paio di sneakers ed uscii di casa. Andai verso la spiaggia. Il rumore delle onde lasciava che la mia mente navigasse per mari lontani, nei quali non mi sarei imbattuta altrimenti. Ero seduta su di un tronco abbandonato lì da tempo immemore, e fumavo la mia Marlboro in tutta tranquillità, quando un rumore diverso da quelli che si potevano udire solitamente in quel posto desolato, giunse alle mie attente orecchie.
Era quello di un motore particolarmente potente. Non erano i pick up dei Quilute, non era la motocicletta di Jacob, l’amico spocchioso dei Freddi, era qualcos’altro.
Non mi voltai nemmeno, il rumore ormai era svanito.
Quel giorno non era come tutti gli altri, e lo si poteva leggermelo in faccia. Il mio immancabile sorriso sarcastico era sostituito da un’improbabile espressione meditativa che poco mi apparteneva. Era tutto così strano quella mattina, e non me lo aspettavo. Odiavo quei tipi di sorprese, quelle cattive. Mi piaceva quando mi facevano chiudere gli occhi e me li facevano riaprire davanti ad una torta alla panna, ma non quando mi dicevano: non ci sono e non te lo lascio detto perché dormi troppo bene.
Quelle sorprese lì non mi piacevano. Non mi erano mai piaciute.
Stavo pensando ai cavoli miei, quando sentii qualcosa infrangere le onde che si abbattevano lente sulla spiaggia, sentivo qualcuno camminare sul bagnasciuga. Solo allora mi voltai in quella direzione. Un ragazzo si stava avvicinando, un licantropo per meglio dire. Un ultimo tiro alla sigaretta poi la gettai a terra lasciando che si spenga tra la sabbia. Non m’interessava se inquinava o cazzate varie. C’era gente pagata che ripuliva la spiaggia, una sigaretta in più non gli avrebbe certo cambiato la vita…
“Ciao” gli dissi guardandolo camminare nella mia direzione, appena qualche metro lontano da me.
 
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4 replies since 20/2/2010, 12:23   181 views
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