Twilight GdR

Rain

« Older   Newer »
  Share  
°Josh
view post Posted on 17/2/2010, 02:07




CITAZIONE
Privata

“E anche oggi ho finito.,,
Aveva svolto ben due operazioni durante il suo turno,non si era annoiato,tranne alla fine quando aveva dovuto sostituire un suo collega.
Dare consigli su come curare il raffreddore o spiegare ad una madre paranoica,che il mal di testa era una cosa comune,lo annoiavano da matti.
Dopo essersi disinfettato le mani,mise via il camice,rifiutò la proposta di andare andare a vedere la partita di calcio con i suoi colleghi.
Quella sera aveva altri programmi,con il suo secondo lavoro stava lavorando ad un caso, ed era arrivato ad un buon punto,non poteva permettersi di distrarsi.
Una volta entrato in casa,mise via la giacca e dopo essersi tolto le scarpe si lanciò sul letto, cosparso di foto,che sembravano sparse casualmente,invece per lui avevano una logica.
Le fissò,la sua mente le riorganizzò in un ordine ben preciso,il soggetto in questione era stato dato per disperso,tre mesi fa e ora era ricomparso,completamente diverso.
Sembrava quasi che il suo volto fosse cambiato,se aveva ricorso alla chirurgia,il suo medico era davvero bravo.
Il suo volto era perfetto senza imperfezioni,era passato da un viso comune a quello di un modello.
Era sicuro che fosse lui,era difficile riconoscerlo sotto quella maschera perfetta,ma il taglio degli occhi della bocca e antri piccoli dettagli,conducevano tutti a confermare che era lui.
Solo lo sguardo degli occhi era cambiato,tendeva al rossiccio e la cosa più inquietante era che ogni singola foto,guardava verso l'obiettivo.
Non capiva come facesse,lo individuava sempre,come se lo sentisse..
Josh si alzò,quella sera lo avrebbe pedinato e questa volta era sicuro che non li sarebbe scappato.
Quindi doveva prepararsi,conosceva le sue abitudini,fra un'ora lo avrebbe trovato a Port Angels.
Dopo una bella doccia,si fece la barba,prese degli abiti puliti,tendenti all'elegante,si infilò il suo capotto nero.
Dopo pochi minuti,dentro la sua Bmw nera,stava percorrendo la strada che portava a Port Angels,era libera quindi poteva permettersi di andare ad una certa velocità.
Trenta minuti dopo,le sue ruote entrarono a Port Angels,cercò parcheggio in centro città,a fatica lo trovò.
Girò la chiave,prese il portafoglio,nel momento in cui infilò il piede fuori,iniziò a piovere.
“Non è possibile...,,
Si tirò sul l'orlo della giacca per proteggersi,evitò con cura le pozzanghere,fu in quel momento che alzò lo sguardo e lo vide.
Il suo uomo era davanti a lui che lo fissava,ognuno dei due aspettava che l'altro facesse una mossa.
Poi Josh scattò in avanti,l'altro si mise a correre,in quello scattò rischio quasi di finire sotto una macchina.
Ma era troppo concentrato a correre per rendersi conto,lo vide entrare in un vicolo,si guardò attorno,non lo vedeva.
Poi un pungo in pieno petto lo fece balzare indietro contro un muro,rimase accasciato per qualche minuto.
Si alzò barcollante,sentiva tutte le ossa gemere per il dolore,ma di più il naso,doveva averlo sbattuto.
“Proprio Clark Kent dovevo inseguire.,,
Commentò ironico mentre usciva dal vicolo,ed entrò nel primo locale che vide aperto,si girò e guardò fuori dalla vetrata,fuori diluviava.
Per il momento l'operazione era rimandata,anche perché dubitava di avere ancora le forze per fare l'eroe.
Si voltò per vedere dove era finito,un grosso candelabro di cristallo illuminava la sala,al centro si trovavano tavoli ornati con l'argenteria e tovaglie di un bianco candido,quasi innaturale.
Realizzò, che non era un locale qualunque,ma uno di quelli super lussuosi,che se prendeva qualcosa,il suo portafoglio avrebbe pianto per qualche settimana.
Decise di andarsene,ma la pioggia gli fece cambiare idea quasi immediatamente,quini si mise a sedere al primo tavolo libero.
La porta annunciò l'arrivo di qualcuno,si guardò attorno,tutti i tavoli erano occupati,probabilmente avrebbe avuto compagnia,visto che la sedia davanti alla sua era l'unica libera.
Alzò lo sguardo divertito verso colei che avrebbe conosciuto con tutta probabilità,naso rotto e uno sguardo vacuo non dovevano essere una buona presentazione.
SPOILER (click to view)
image
 
Top
agneSStyle
view post Posted on 17/2/2010, 19:36




Agness

L’indomani sarebbe stato il compleanno di Zio Carter.. Cavolo, e perché mia madre c’aveva messo così tanto a ricordarmelo??? E il bello è che non si era limitata al misero preavviso, ma mi aveva anche insignito dell’ingrato compito di comprargli un regalo. Il giorno prima.
Odioso… mio fratello disse che non ci voleva andare, che “i maschi non vanno a comprare regali per altri machi”, mia madre si limitò ad annuire e ad incolpare una montagna di compiti da correggere per decretare me vincitrice dell’ambitissimo titolo di vicario dello shopping per quel pomeriggio.
Il saluto che rivolsi ai miei familiari somigliò più ad un ringhio che a un comune “ciao”, e sbattendo il portone d’ingresso mi diressi verso l’audi nera parcheggiata nel vialetto.
Buttai la borsa sul sedile del passeggero, allacciai le cinture e accesi il potente motore. Una volta lasciata Forks imboccai la strada che conduceva a Port Angeles.
Come gli avevo promesso, inviai un messaggio ad Irvine per avvisarlo del mio inaspettato spostamento, ed infilai nell’autoradio uno dei cd di Ethan, e subito il groove dei Rolling Stones invase ‘abitacolo della macchina: erano già le cinque e mezzo del pomeriggio. Premetti il piede sull’acceleratore, così da rendere la mia sosta-shopping di Port Angeles il più breve possibile.
Parcheggiai in centro nel primo buco libero che trovai, e una volta scesa dalla macchina mi strinsi forte nella giacca tirandone su il colletto per il freddo pungente e la tipica umidità che annunciava un’imminente temporale.
Camminavo svelta, sapevo esattamente cosa avrei comprato al caro zio Carter: l’ennesima cravatta. Entrai da Paul’s e il campanello annunciò alla commessa l’arrivo della nuova cliente, e subito mi chiese se poteva essermi d’aiuto. “una regimental Blu aviatore e avorio ad intervallo regolare. Ho visto la Dolce in vetrina”
La signora mora che dimostrava una quarantina d’anni mi guardò accigliata, e solo dopo qualche secondo di silenzio si diresse verso un’alta scaffalatura. Guardavo i manichini vestiti di tutto punto che si affacciavano sul marciapiede. Sfiorai con i polpastrelli la camicia di seta indossata dall’uomo di plastica che più mi era vicino, e ne apprezzai la raffinata fattura. M’interruppe solo la commessa, che mi avvertì di aver trovato l’articolo richiestole. Senza neppure guardarla le chiesi di farne un pacchettino ed iniziai a cercare nella borsa il portafoglio. “ scusi” le dissi poi porgendole la carta di credito “mi faccia la cortesia di salutare Mr Paul da parte di Agness Van der Vaart” lei annuì cortese, e dopo aver firmato lo scontrino me ne andai.
Non feci in tempo a fare due passi che alcune gocce iniziarono a cadere sempre più velocemente sul marciapiede. Non avevo nemmeno un ombrello!!!Notai con piacere di trovarmi molto vicina a Lumiere, il ristorante di lusso in cui venivo spesso con i miei genitori per festeggiare qualche evento. Ultimo ma non meno importante, il diploma di mio fratello Ethan lo scorso luglio. Certo ero passata anche per un paio d’aperitivi lungo l’inverno, ma la mia permanenza a Vancouver m’impediva l’assidua frequenza di sempre.
Entrai e chiesi al Maitre un tavolo: Avrei aspettato che cessasse la pioggia per ripartire. Albert, che conoscevo da tempo, non mi fece aspettare anche se mi premesse che avrei avuto compagnia per quell’aperitivo. Sorrisi. L’uomo in livrea mi fece largo fra i tavoli ingombri che riempivano la sala, quand’ecco comparire una sedia vuota. L’uomo seduto mi rivolse un fugace sguardo dopodiché lo riabbassò come a contemplare la candida tovaglia.
“Grazie Albert” dissi mentre l’uomo mi aiutava a togliere la giacca e mi faceva accomodare sulla sedia. “qui andrà benissimo”
“si figuri Miss Van der Vaart. È sempre un piacere averla nostra ospite”
Aspettai che il cameriere si allontanasse per rivolgermi all’uomo che avevo di fronte“ciao” dissi. Aveva capelli corvini inumiditi dalla pioggia che gli coprivano parzialmente la fronte, spalle larghe e mascella squadrata, il suo abbigliamento era elegante ma non troppo rigoroso. Non avrà avuto più di trent'anni.
“scusami, non avrei disturbato se ci fossero stati altri posti” gli dissi poi sistemandomi sulla sedia. Finalmente riuscii a rubagli uno sguardo che durò più di un mezzo secondo. I suoi occhi nocciola mi scrutarono a fondo, e la mia attenzione si spostò velocemente dalle sue iridi scure al naso, che sembrava riportare un recente trauma…particolarmente recente…. insomma, mica ero un medico, ma a dirla tutta mi sembrava che quell’uomo fosse appena uscito da una rissa. “comunque piacere, io sono Agness” e abbassando un po’ la testa sulla spalla destra, allungai una mano sul tavolo.

SPOILER (click to view)
image
 
Top
°Josh
view post Posted on 18/2/2010, 11:18




La ragazza appena arrivata aveva classe,si muoveva perfettamente a suo agio in mezzo a quel lusso.
Non come lui,che senza accorgesi aveva spalancato le braccia fino a coprire quasi tutto il suo schienale.
Lo sguardo truce di una signora tutta truccata e ornata di gioielli grossi come noci ad un tavolo più avanti lo fece ricomporre,la ricchezza e il bon ton esagerato non facevano per lui.
“Mi scusi.,,
Sussurrò in direzione della signora,certa gente si offendeva per poco,alla fine non aveva mica messo i piedi sul tavolo.
E poi era un medico,si sapeva che i medici erano perfetti e impeccabili solo al lavoro,ma fuori erano completamente diversi.
Si guardò attorno nella speranza di vedere il suo uomo,detto cosi può sembrare equivoco,ma intendeva il sospettato.
Ma era quasi sicuro che per un bel po' non l'avrebbe visti e poi ad esseri sinceri non voleva essere ripreso a calci nel...Beh avete capito.
La nuova arrivata doveva essere una persona importante,oppure ricca, lo si capiva dalle attenzioni che li dedicava il Maitre.
Un pinguino la accompagnò al tavolo,lei era gentilissima naturalmente e aveva ancora una cosa “issima”,era bellissima.
Snella,bionda e occhioni di un colore non definito tra il blu e il verde,forse era dovuto alla luce.
Spiegato il mistero,ora capiva perchè il ristorante aveva tutti quei riguardi,era un cliente abituale.
“Ciao.,,
Disse in risposta.
“A dire il vero sono io che dovrei scusarmi per averti rubato il tavolo.,,
Ed era cosi,era entrato nel primo locale a caso e si era seduto senza controllare se era riservato,infatti solo ora notò il cartellino con il cognome della ragazza.
“Ho bloccato un pugno con il mio naso. Ma non preoccuparti l'altro è messo peggio,è in ospedale per via di tutte le risate che si è fatto.,,
Con un sorriso mise in bocca un grissino,mandò giù rapido il pezzo per presentarsi.
“Josh.,,
Le prese la mano,era morbida,la osservò e poi guardò la ragazza.
“Te la devo baciare?sai non sono molto pratico e non so come funziona la galanteria in questi posti e soprattutto non vorrei che la signora la infondo si offenda.,,
Indicò con lo sguardo la signora di prima.
SPOILER (click to view)
Scusa è pessimo
 
Top
agneSStyle
view post Posted on 18/2/2010, 20:49




Ness.

CITAZIONE
“Ho bloccato un pugno con il mio naso. Ma non preoccuparti l'altro è messo peggio,è in ospedale per via di tutte le risate che si è fatto.,,

Risi educatamente a quell’inaspettata battuta. Ritornai a fissare gli occhi del ragazzo. Malgrado la cornice malandata per via della botta, il suo viso era incredibilmente piacevole. Chissà la pioggia… ci aveva fatto entrare entrambi in quel ristorante e ci aveva fatto sedere allo stesso tavolo. Mi dovevo ritenere fortunata, e per una volta dovetti ringraziare il maltempo.
“a dire il vero non mi sento derubata di niente.” Gli dissi con un tono neutro ma con il sorriso sulle labbra "e credimi, il naso rotto ti dona particolarmente. Sai cosa intendo… il tipico fascino alla James Bond” sorrisi ancora, mentre mi stringeva la mano. La sua stretta era forte ma moderata, la mano curata. Di certo non faceva il boscaiolo il nostro Josh… al massimo faceva a pugni con qualcuno che non era propriamente della sua taglia.
“lieta di conoscerti. Josh”
Mi stupì quando mi chiese se era necessario un baciamano, gesto di galanteria che avevo visto fare pochissime volte, nessuna delle quali sembrava esercitare il fascino che esercitava nei film romantici.
Alluse poi ad una signora che si trovava ad un tavolo in fondo alla sala, alla quale davo le spalle e che mi costrinse a girarmi per vederlo. Sempre con la mano stretta delicatamente nella sua mi girai senza dare nell’occhio fingendo di controllare se lo schienale della mia sedia fosse apposto. Certo la grassona ingioiellata incuteva un certo timore, soprattutto quando i miei occhi incrociarono i suoi coperti da un pesante ombretto lillà. Le sorrisi per educazione, e ritornai a fissare il giovane moro che avevo di fronte non riuscendo a trattenere una risata.
Mi piaceva il tono che aveva usato, mi piaceva la sua voce, mi piaceva la luce che sembrava brillare nei suoi occhi nocciola quando sorrideva.
“credo si potrebbe offendere perché sarebbe un gesto di mancato rispetto nei confronti di una giovane ragazza che ti accompagna per l’aperitivo” risposi utilizzando lo stesso tono ironico che aveva usato lui. “ma io sicuramente non mi offenderei” si vedeva che non era un cliente abituale del Lumiere o di locali simili, ma non tentò di nascondere il suo impaccio, e questo mi fece davvero piacere. Volevo fargli capire che io non ero certo un’aristocratica snob, e che se ero abituata a frequentare certi posti era semplicemente perché ero una fan delle costolette d’agnello ai champignon che lo chef preparava in modo sensazionale, e che nemmeno mia nonna nelle sua giornate migliori riusciva a riproporre.
Mentre stavamo parlando si avvicinò la cameriera, che aspettò il termine della nostra conversazione per chiederci se gradivamo qualcosa.
Probabilmente per chi ci vedeva da fuori sembravamo essere una coppia di fidanzatini alle prime armi, così, con le mani strette sul tavolo pronte a sciogliersi all’arrivo della cameriera.
Sorrisi pensando a ciò che poteva frullare nella sua testa in quel preciso istante. Di sicuro avrebbe preferito essere seduta al mio posto piuttosto che stare lì in piedi a chiederci cosa preferivamo bere elencando a memoria la lista dei vini e degli aperitivi.
“Per me uno chardonnet” dissi alla giovane ringraziandola con un sorriso, ed aspettai che Josh ordinasse da bere per se.

SPOILER (click to view)
andava benissimo caro <3


Edited by agneSStyle - 22/2/2010, 19:27
 
Top
°Josh
view post Posted on 20/2/2010, 09:07




Sorrise quando lei si mise a ridere alla sua battuta,i loro occhi tornarono a studiarsi,il suo sguardo si postava ogni tot di secondi per non sembrare che la fissasse.
Poteva essere ricca,ma non era sicuramente snob,lo si capiva dal suo sguardo e dal fatto che non si fosse lamentata della sua presenza al suo tavolo.
Era sicuro che chiunque altro in quella sala lo avrebbe fatto,pensando che fosse un vandalo o qualcosa di simile.
Lei era davvero bella,forse un po' troppo,si ritrovò a chiedersi cosa avrebbe pensato di lui,per via del naso.
“Bene!Perché non avevo voglia di restituirtelo tanto facilmente,sai sono un tipo pigro,una volta seduto,difficilmente cedo il posto,anche quando la donna in questione è uno schianto..,,
Scherzò quando lei gli disse che non si sentiva derubata,rimase sorpreso quando lei tirò fuori Bond.
“Hai appena guadagnato punti tirando fuori 007.,,
Lo aveva sorpreso,le ragazze non amavano la spia inglese,lo trovavano noioso e maschilista e ad essere sinceri non avevano torto.
Ora che ci pensava,non era stata un mossa geniale farla girare,rischiava di beccarsi anche lei uno sguardo truce,da parte di Crudelia Demon.
Ma non successe nulla,anzi la donna sembrò compiaciuta di essere osservata,non si rese conto che loro due ridevano alle sue spalle.
“Giuro che se venivi conciata cosi,sarò sincerò,non so se mi sarei presentato.,,
Gli piaceva le donne che si curavano,ma quella che esageravano con il trucco,non lo attiravano per nulla.
Non si accorse che teneva ancora la sua mano,forse la sua mente inconsciamente l'aveva classificata come un gesto abituale,quasi come se fossero una coppia.
“Bene allora non lo farò.Sai una cosa ho fame!,,
Portò la mano di lei alla sua bocca e finse di morderla,l'alzò di lei in direzione della cameriera e disse.
“E' tenerissima,carne di prima scelta. Me la può cucinare o dice che il cannibalismo è illegale?,,
la cameriera sorrise appena,era evidente che comunicare con i clienti non faceva parte del suo lavoro.
“A me un Pinot,grazie.,,
Prese il menù e iniziò a studiarlo,mentre leggeva concentrato,prese un dito di lei e lo usò come indicatore per leggere.
“Stavo scherzando.,,
Le lasciò la mano ridacchiando e le chiese con un sorriso.
“Visto che non ho ancora magiato,ti va di farmi compagnia?,,
 
Top
agneSStyle
view post Posted on 22/2/2010, 19:27




Ness.

“tranquillo, a casa ho la fortuna di avere degli specchi, e fortunatamente conservo ancora un briciolo di senso del gusto” affermai riferendomi alla signora ingioiellata che c’aveva fulminato con lo sguardo. “non metterei piede fuori dalla porta conciata in quel modo” conclusi abbassando il tono di foce ed avvicinandomi un poco a Josh come per essere sicura che mi sentisse. Finita la frase riappoggiai la schiena sulla sedia, lui continuava a scherzare, il tono allegro che difficilmente gli avrei associato vista la situazione in cui si trovava, e risi alle sue battute. Ancora teneva la mia mano nella sua quando se la portò alla bocca, facendo finta di addentarla. Il baciamano era cosa insolita certo, ma il cannibalismo lo superava di gran lunga essendo più unico che raro. La cameiera segnò il tutto sul suo palmare e se ne andò sorridendo sotto i baffi.
“illegale a dir poco” dissi col sorriso sulle labbra incrociando sul tavolo le mani ormai liberate “sarà meglio allora non limitarsi alla lista dei vini, se non vuoi finire in galera”. Lui aveva già implicitamente dichiarato di volermi invitare a fermarmi per la cena quella sera, ma solo dopo quella mia risposta, arrivò la richiesta ufficiale:
CITAZIONE
“Visto che non ho ancora magiato,ti va di farmi compagnia?,,

Le persone difficilmente accettano un invito a cena conoscendosi così poco, ma il sorriso di Josh mi infondeva tranquillità. Aveva il naso ridotto parecchio male, ma era un bravo ragazzo, me lo sentivo.
“perché no” dissi allora dopo una breve esitazione. Le labbra erano piegate all’insù in un sorriso sincero “anch’io inizio ad avere fame, e non vorrei divorarti un braccio qui davanti a tutti avendo a disposizione un ristorante che fa le costine d’agnello più buone di tutta la contea”
Sorrise ancora. Cristo, l’avrei guardato sorridere per tutta la serata. Mi sarei messa d’impegno per tirar fuori la mattatrice che è in me se solo fosse servito a godere di quel sorriso un altro po’.
Distolsi lo sguardo, buttandolo al di la delle vetrate rigate dall’acqua che a fiumi scorreva fuori. Non volevo notasse che lo stavo fissando, e per due secondi calò tra noi il silenzio. La pioggia mia aveva portato da lui, e per nessuna ragione al mondo avrei varcato la porta del Lumiere almeno per un paio d'ore.
“poi con questa pioggia chi vuole prendere la macchina per tornare a casa?” lo guardai ancora. Poi la cameriera interruppe prepotente quel gioco di sguardi, servendoci il vino.
 
Top
°Josh
view post Posted on 24/2/2010, 18:23




Quando lei si avvicinò per rispondere alla sua battuta,i suoi occhi seguirono il profilo delle sue labbra carnose,poi salirono lungo il suo naso sottile,per perdersi nei suoi occhioni blu,gli arrivò il suo profumo inebriante,faticò a restare concentrato.
Ma voleva ascoltarla assolutamente,perché non era solo bella,ma anche interessante,insomma era un caso raro.
Che fosse simpatica,non c'era dubbio,rideva alle sue terribili battute e la cosa lo divertiva,perché non sapeva se lo faceva perché era gentile e per non offenderlo o perché la divertivano veramente.
Ma la cosa non importava,perché lei riusciva a farlo ridere e fidatevi che quasi nessuno ci riusciva,forse la colpa era della sua sindrome,oppure perché era semplicemente annoiato dalla vita,eppure lei ci riusciva e senza sforzarsi.
Quella ragazza lo incuriosiva,voleva sapere tutto di lei,conoscerla,non conosceva il motivo,ma lo voleva fare.
“Ok,forse sono meglio le costine.,,
Sorrise,non resisteva più,stava per scoppiare.
“Con permesso.,,
Quando lei accettò la sua proposta di mangiare assieme,ebbe l'impulso improvviso di voler andare in bagno.
Si alzò,si fece indicare da uno dei pinguini dove fosse la toilette,una volta dentro,si guardò allo specchio.
Si sciacquò la faccia,aspettò che un uomo uscisse dal bagno e quando fu solo,sulla sua bocca comparve un sorriso.
“Yahhu!Ha accettato!,,
Urlò felice allo specchio,era solo un pranzo,eppure sentiva che doveva gioire,per fortuna era scoppiato in bagno,perché se lei avesse visto quella scenata,di sicuro sarebbe fuggita.
Si ricompose,si guardò allo specchio per essere sicuro di essersi sistemato,si sistemò la giacchetta,era soddisfatto.
Prima di raggiungere il tavolo di lei,si fermò alla cassa,tirò fuori il portafoglio e prese il suo bancomat.
Pagò tutto immediatamente,si assicurò con la ragazza alla cassa,che Agness non pagasse nulla,non era il re del bon ton,ma a certe cose ci teneva.
“Eccomi.,,
Si sedette e la guardò,di nuovo i loro occhi iniziarono a studiarsi,automaticamente buttarono uno sguardo fuori dalla finestra.
Una cosa era certa,non avrebbe dovuto chiamare un macchina,perchè se voleva l'aveva già trovata.
Prese il calice e lo alzò verso di lei e si avvicinò un pochino.
“A cosa brindiamo?,,
 
Top
agneSStyle
view post Posted on 1/3/2010, 19:38




Ness.


Lo guardai allontanarsi dal tavolo, la camminata sicura ed elegante, in perfetta linea col suo atteggiamento da galantuomo-macho, mentre si dirigeva verso la toilette. Estrassi dalla borsetta lo specchietto portatile. Ero carina??
L’umidità non aveva influito particolarmente sulla mia chioma bionda, che era ancora piacevolmente mossa, con i ciuffi che ricadevano lungo le spalle. Il trucco era appena accennato, siccome la cena non era prevista, non mi ero particolarmente curata nei particolari del make-up, ma l’effetto nel totale era buono.
Riposi lo specchio ed afferrai il blackberry, e velocemente scrissi un messaggio ad Ethan.
Mi fermavo a cena da Lumiere perché non me la sentivo di guidare con quel tempo, sapendo che la mia premurosa mamma avrebbe sicuramente appoggiato la mia scelta.
La cravatta l’avevo comprata, io la mia parte l’avevo fatta, mi sarei potuta godere tranquillamente la mia ricompensa.
Vidi Josh ricomparire nella sala, camminare tra i tavoli sembrando veramente a suo agio in quell’ambiente al quale mi aveva confidato di non appartenere. Un bello spettacolo, e quello rientrava in quella che consideravo la mia “ricompensa”.
Si sedette, e io gli sorrisi educata.
Il vino era in tavola, e propose un brindisi.
“alla pioggia” dissi prendendo il calice in mano e facendo tintinnare il fine cristallo contro il suo bicchiere.
“alla pioggia che ci ha fatto incontrare”.
Nel pronunciare quelle parole un brivido mi corse lungo la schiena. Un brivido che era da tanto che non provavo. Era simile all’adrenalina, ma con qualcosa di diverso. Non ci volli pensare. Dopotutto non avevo mai brindato con qualcuno per il nostro fortuito incontro, e se l’avevo fatto non era di certo stato con un giovane uomo affascinante, se l’avevo fatto non avevo certo utilizzato quel tono.
Lo guardi negli occhi e trassi un sorso del vino piacevolmente freddo, come tutti i bianchi che si rispettino, sempre senza smettere di fissarlo.
“che ne dici 007, se mi racconti un po’ come ti sei fatto quel brutto taglio?” avvicinai i polpastrelli al suo viso, sfiorandogli l’ematoma che si iniziava ad intravedere nell’incavo che sta tra l’occhio e il setto nasale. Non volevo assolutamente fargli male, anche se sembrava che la botta non gli desse poi tanto fastidio.
“o sono faccende top secret?” sorrisi e ritirai la mano sul tavolo
 
Top
°Josh
view post Posted on 4/3/2010, 16:37




Josh.

La guardò sorpreso quando lei decise di brindare alla pioggia,alzò il sopracciglio in modo ironico,ma quando spiegò il motivo,avvicinò il suo calice a quello di lei.
“Alla pioggia allora...,,
Toccò il suo calice e bevette un sorso,i suoi occhi cercarono quelli di lei,ogni secondo che passava gli sembrava sempre più bella.
Erano mesi che non usciva con una donna,aveva avuto due o tre storielle,ma nulla di interessante o destinato a durare,solo piccole avventure.
Sperava di essere ancora in grado di essere di compagnia e di non spaventarla con i suoi atteggiamenti.
Lui avvolte era troppo spontaneo e questo terrorizzava le persone o peggio ancora le faceva scappare.
Sorrise quando lei lo chiamò 007,di sicuro se lo fosse stato,non sarebbe stato lui ad avere il naso rotto.
Chiuse involontariamente gli occhi quando lei sfiorò l'ematoma,non gli faceva male,era piacevole sentire il suo dito.
E poi in meno di un ora sarebbe guarito,succedeva sempre,da quando aveva fatto quella trasfusione tanto tempo fa.
“Più che 007,sembravo John English.Hai presente? La parodia di 007 con l'attore che interpreta Mr.Bean,non è male.,,
La guardò e si avvicinò con il viso a quello di lei,di nuovo si inebriò del suo profumo.
“E se ti dicessi che sono un poliziotto sotto copertura!?,,
La osservò con aria impassibile,era curioso di vedere la sua reazione.


Edited by °Josh - 2/5/2010, 06:53
 
Top
agneSStyle
view post Posted on 8/3/2010, 21:28




Ness.

Ok, forse non ero una fan dell’umorismo inglese, ma Mr. Bean lo conoscevo, la parodia che faceva dell’agente segreto bello e dannato, quella no.
“l’episodio mi manca” dissi allora scusandomi “anche se riesco ad immaginare di cosa si possa trattare” sorrisi, e per qualche istante chiusi gli occhi come se mi stessi sforzando ad immaginare un pacchiano 007 che sono più i guai che combina di quelli che riesce a risolvere.
“ no” dissi poi sbattendo le palpebre e scuotendo la testa “preferisco tenermi ben stretta l’immagine che ho di Daniel Craig che sconfigge i cattivi a bordo di un’Aston Martin.
Chiamami pure tradizionalista, ma resto legata al classico”

Appena ebbi finito di parlare, mi ritrovai a fissare gli occhi castani di Josh ad una vicinanza tale da poter studiare tutte le sfumature delle sue iridi scure. La bocca era appena socchiusa, il suo profumo mascolino nel quale bouquet si potevano riconoscere note di mela verde, un cuore di lavanda, un fondo di patchouli… sembrava avermi messo in stanby il cervello. Avevo già sentito quella fragranza, ogni volta che la sentivo addosso a qualcuno non potevo fare a meno di soffermarmi e godere di quella splendida creazione di… Hugo Boss.
Le sue parole mi fecero tornare alla realtà, a quel ristorante, a quel bellissimo volto che avevo di fronte. Guardai le sue labbra scandire le parole “poliziotto sotto copertura” la mia mente elaborò la parola “sotto” associandole un considerevole numero di pensieri che per il momento era meglio reprimere.
Sorrisi. Non era da me pensare certe cose… ma era tutto così piacevolmente strano quella sera…
“Ecco, adesso sì che si torna a ragionare! Stavi perdendo la mia attenzione agente speciale Josh” le labbra incurvate, e le nostre schiene tornarono ad appoggiare agli schienali delle rispettive sedie.
“anche se ovviamente questo non sarà nemmeno il tuo vero nome” scherzai, e la mano andò automaticamente ad afferrare il calice di vino che avevo davanti. Notai che gli occhi del mio interlocutore si soffermarono sulla cicatrice che avevo sul palmo della mano, ricordo di una scampagnata nel bosco con Irvine. Strinsi forte il pugno e ritrassi velocemente la mano appoggiandola sulle ginocchia, lasciando momentaneamente perdere il vino.
Lo sguardo imbarazzato, il sorriso di circostanza, e la mia mente volò verso qualche conversazione alla quale potevo agganciarmi per evitare l’argomento, anche se di fronte a me stava un uomo col naso sanguinante. Avevo imparato a convivere con quel segno lasciatomi dal tempo, ma ero ancora restia a farlo vedere agli altri. Un taglio di sette centimetri che percorreva l’intera lunghezza del palmo sinistro non si sposava certo bene con la mia immagine!
“ e sotto quale copertura saresti?” lo sguardo si fece tagliente, indagatore, carico di trasporto. “ uomo d’affari? Agente tributario?” provai ad indovinare mantenendo la testa leggermente piegata sulla spalla destra “ anzi no.” Trattenni una risata “avvocato, funzionario governativo, ammaestratore di pitbull, anatomopatologo forense… chiropratico” dopo quella sfilza di professioni sparate letteralmente a caso, feci di tutto per evitare di esplodere in una sonora risata, limitandomi ad un ampio sorriso nascosto dietro la mano.
" se addestri realmente pitbull sappi che sarai il benvenuto a casa Van der Vaart... Bucefalo non è sempre educatissimo"
sorrisi ancora ed addentai un croccante grissino.

Edited by agneSStyle - 9/3/2010, 19:49
 
Top
°Josh
view post Posted on 13/3/2010, 03:30




Josh.

Quando lei gli disse che non l'aveva mai visto,la parodia di 007 ovviamente,ebbe l'impulso di invitarlo da lui a vederlo.
Ma li sembrava troppo presto e affrettato per dirlo al presente,cosi usò il futuro e sperò in un altro si.
“Magari una sera te lo faccio vedere. Sono sicuro che ti piacerà.,,
Lo disse avvicinando leggermente la testa,sorrise quando lei tirò fuori Daniel Craig.
“Non ho dubbi che ti piaccia!.,,
Rise e portò alle labbra un altro po' di quel vino delizioso,era davvero un posto tranquillo.
Quello era il lato positivo dei locali chic e costosi,non avei il rischio che qualcuno ti disturbasse o ci fosse troppo rumore
Si domandò se l'invito a vedere un film fosse stata una buona mossa,se per lei noioso avrebbero sempre potuto fare qualcosa altro,lui di certo non si sarebbe offeso.
L'importante era vedersi e poter stare insieme,quello era il vero scopo di un incontro,poi tutto il resto era secondario.
Alzò lo sguardo e incrociò gli occhi di lei,lo stava studiando,non si imbarazzò gli piaceva avere addosso quello sguardo intenso.
Quella mezza confessione l'aveva divertita,sorrise di nuovo,non era sotto copertura,ma era veramente un poliziotto.
Non lo faceva per arrotondare,non gli serviva di certo,diciamo che aveva sempre avuto un senso di giustizia.
Non era un poliziotto tradizionale,era quasi un detective privato,aveva più libertà e non doveva sempre fare rapporto al suo superiore.
Era stata l'unica nota positiva quando aveva prestato servizio nei militari,permesso di possedere armi e qualche grado in più del normale sbirro facevano comodo.
Il suo sguardo seguì pensieroso la mano di lei,quando allungò la mano per prendere per il vino,vide qualcosa che lo riportò alla realtà.
Involontariamente si attivò la sua abilità,tutto attorno a se divento grigio,mentre la cicatrice risaltò di una luce azzurrina.
Era vecchia,quasi sicuramente se lo era fatto da piccola.
Le dimensioni erano notevoli,ma non sembrava causata da un oggetto artificiale,forse se lo era fatto giocando.
Tornò tutto normale,alzò lo sguardo e le regalò un sorriso tenero.
Lei nascose la mano,come se si vergognasse di un suo giudizio,proprio da lui che aveva il naso rotto.
Lei iniziò a scherzare sulla sua confessione,decise di non indagare al momento.
“Ma che simpaticona!,,
Rise alle sue battute e le fece il verso ridendo.
“Se è un maschio castratelo,vedrai che starà più tranquillo,ma non sono sicuro che ti perdonerà.,,
Le fece l'occhiolino prima di bere un altro po' dal suo bicchiere.
“Con permesso.,,
Poi allungò la mano e prese quella morbida di lei,quella ferita e le aprì le dita con delicatezza.
Ci passò un dito sopra e chiuse gli occhi,fece finta di vedere qualcosa,si divertiva a scherzare fingendo di essere un veggente.
“Vediamo...te lo sei fatta da piccola giocando. E per un lungo periodo i tuoi “amichetti” ti prendevano in giro..Chiamandoti...Mmh..Cicatrice,giusto?!,,
La osservò con uno sguardo intenso.
 
Top
agneSStyle
view post Posted on 20/3/2010, 12:21




Ness.


Era più forte di me, mi era difficile togliere il sorriso dalle labbra quel giorno. Allora lui allungò una mano sul tavolo, fino ad afferrare la mia, ritratta vicina al busto. L’espressione beata di poco prima svanì lentamente, e seguii la sua mano mentre girava la mia, mentre con le dita accarezzava la cicatrice.
Per me significava tanto mostrarmi così vulnerabile. Mi faceva sentire guidicata, e senza il potere di cambiare i pensieri della gente. Era come quando presentavo un lavoro ad un docente, o semplicemente ad alcuni amici. Essere sottoposta a giudizio mi faceva sentire “violata”, perché nessuno poteva davvero capire il vero significato che io davo alle cose. Solo con pochissime persone ero riuscita a scoprirmi senza nessun timore: Ethan, papà, ed Irvine. Tutti uomini, tutti GLI uomini della mia vita.
Il tocco delle sue mani era piacevole, dolce, come una carezza. Nel sentire il contatto ritrovato delle nostre mani ulteriori brividi mi corsero lungo la schiena. Se qualcuno di mia conoscenza mi avesse visto in quel momento probabilmente avrebbe pensato che un qualche spirito estraneo si fosse preso il mio corpo, comandandolo a suo piacimento contro la mia volontà.
Ma tutto ciò non era successo. Ero io a dire al mio corpo cosa fare, e nel farlo, dovevo ammettere, provavo un certo piacere.
in quel momento Il tono di Josh era scherzoso, teatrale, mentre cercava di tracciare la mia storia guardandomi quel sottile solco diafano che mi divideva la mano. Capì che era un ricordo del passato, si vedeva dal colore della cicatrice che non era cosa recente, l’associò alla mia infanzia, e l’aver indovinato esattamente il periodo in cui mi ero tagliata, mi lasciò di stucco.
CITAZIONE
E per un lungo periodo i tuoi “amichetti” ti prendevano in giro..Chiamandoti...Mmh..Cicatrice,giusto?!,,

i miei occhi scattarono veloci ad incrociare i suoi, la mano si chiuse istintivamente a pugno, stringendo ancora al suo interno quella di Josh. Il cuore accellerò di qualcosa le sue pulsazioni, Le labbra si sistrinsero appena, e i miei occhi non riuscivano a staccarsi dai suoi. Nei miei si poteva leggere paura, inquietudine, forse, ma cosa effettivamente Josh ci avesse visto dentro, non lo avrei mai saputo. I suoi occhi invece ridevano ancora, quasi come fosse ancora uno scherzo.
Com’era possibile che avesse indovinato pure quello? Non si poteva certo deudrre dal colore e dalla grandezza della cicatrice, il fatto che i ragazzini della mia età mi chiamavano Scar.
E se Josh fosse stato uno di quei ragazzini?
Come altro avrebbe potuto saperlo?
Mentalmente passai in rassegna tutti i volti dei miei compagni di scuola delle elementari, ma mi era difficile riscontrare qualche somiglianza tra quei volti da bambini con quello del bellissimo uomo che avevo di fronte in quel momento.
“ e tu come fai a saperlo?” dissi allora cercando di ritrarre la mano, ma lui fu più svelto, un po’ più forte, e trattenne la mia mano fra le sue. Dal suo viso dedussi che aveva capito che qualcosa non andava in quel che aveva appena detto, come minimo non aveva riscosso i risultati voluti.
Le sue mani tiepide, stringevano appena la mia, che sembrava non volersi sottrarre da quella dolce morsa.
Alcuni volti mi presero a vorticare per la testa, come se visti attraverso un vetro appannato. I contorni confusi, le voci lontane. Come poteva essere il giovane Harnett quello che avevo di fronte?
“tu sei di Forks, giusto?” dissi allora trattenendo lo sguardo nel suo. Le labbra si rilassarono nuovamente lasciandosi scappare un sorriso, uno sbuffo accennato, poi abbssai un attimo la testa.
Tutto sembrò farsi un po’ più chiaro, come se qualcuno avesse avuto l’accortezza di pulire con un panno ascitto quell’umidità che fino a prima m’impediva di vedere chiaramente.
 
Top
°Josh
view post Posted on 31/3/2010, 15:43




Josh.

Forse era stato imprudente e anche un po' scortese,il gesto di prenderli la mano senza chiederle il permesso non fu gradito,si vedeva chiaramente che quella situazione la metteva a disagio.
Ma faceva male,lui non l'avrebbe ma giudicata,al massimo come dottore si sarebbe interessato alla ferite e se avesse voluto avrebbe operato in modo che non ce l'avesse più.
Anche se a suo parere la doveva tenere,era comunque un ricordo della sua infanzia,bello o brutto restava un segno del suo passato.
Naturalmente mentre esaminava la sua mano fu gentile e delicato,la sua espressione restava serena,non era ne disgustato ne aveva giudizi nei suoi confronti.
Era buffo,non era la prima volta che prendeva la mano di una donna ,al lavoro capitava spesso,ma di solito non ci badava.
Invece questa si prese del tempo,sentire la sua mano contro quella di lei,era piacevole e intimo,qualcosa di particolare da gustarsi al momento.
Una volta esaminato con cura,le disse il suo verdetto in modo teatrale,sperando che la divertisse,ma si sbagliava.
Chiuse di colpo la mano stringendo la sua,il suo sguardo si fece accesso e si vedeva l'ombra della paura,mentre le sue labbra si strinsero e si leggeva nei suoi occhi che cercava una risposta.
Lui non abbassò lo sguardo,rimase fisso su quelli di lei,non smise di sorridere,le strinse la mano a sua volta per confortarla.
Riusciva quasi a immaginarsi cosa si stava chiedendo in quel momento,non era difficile,si sarebbe quasi offeso se la situazione non fosse stata cosi tragica.
“I bambini quando vogliono sono davvero malvagi. Ma loro mentalità e semplice,quindi non è difficili immaginare quale termine userebbero per insultare.,,
E poi a quella età si guardano i cartoni animati e se non si sbagliava nel re leone,il cattivo si chiamava Scar.
Quindi automaticamente apprendevano e quando vedevano qualche somiglianza era logico che lo identificavano con il nome che avevano imparato.
Si guardò attorno,stranamente nessuno stava osservando la scena,erano tutti intenti a mangiare e chiacchierare con il loro partner.
Si era perso nei suoi noiosi e deduttivi pensieri,tornò con un sorriso a guardare quel bellissimo volto.
Lei cercò di allontanare la mano,ma lui strinse senza farle male,probabilmente era disgustata e credeva che lui facesse parte di quel gruppetto.
“Si sono di Forks. E no! Non sono uno di quei ragazzini. Io studiavo a casa,quindi non ti conoscevo e anche se fosse stato il contrario,non mi sarei mai permesso di dire certe cattiverie.,,
Le sorrise,eppure si erano conosciuti,ma era quasi impossibile che lei se lo ricordasse,eppure sulle sue labbra si dipinse un sorriso compiaciuto,come se lei avesse capito qualcosa.
Le lasciò la mano quando arrivò il pinguino seguito da un ragazzo più giovane che portava un sopra un carrello di ciliegio,una vassoio argentato e altre pietanze,probabilmente il contorno,coperte da vassoi altrettanto preziosi.

SPOILER (click to view)
Chiedo scusa per l'italiano maccheronico e l'uso dei tempi sbagliati,ma proprio non è la mia lingua.Q.Q
 
Top
agneSStyle
view post Posted on 2/4/2010, 21:03




Ness.

La mia mente era persa nei ricordi piacevoli che solo l’ingenuità infantile sapeva regalare. I camerieri arrivarono, avvolti nella loro impeccabile livrea scura, a portarci antipasto e altro vino.
Ringraziai semplicemente con un gesto del capo, mentre ancora tentavo di associare Josh a qualche ricordo più nitido. Ovviamente senza ottenere grandi risultati. Ricordo la sua casa, lontana dal centro, al limitare del bosco. Ricordo che la via che permetteva alla gente di raggiungerla era considerata come il “confine Nord” che usavamo noi ragazzini per giocare a guardie e ladri. Ricordo che quella stessa casetta era stata abbandonata, che il signore che c’abitava era un uomo dell’esercito, che incuteva timore un po’ a tutti anche se mio padre diceva sempre che il colonnello Harnett era un gran gentiluomo.
Suo figlio però non giocava con noi. Aveva avuto una storia tutta particolare che nessuno mi aveva mai raccontato nei particolari. Fortunatamente non ero una gran curiosona, e non mi ero mai posta tante domande.
“scusa” dissi cercando i suoi occhi color cioccolato “non volevo accusarti di niente, solo che…”
Non riuscivo a trovare le parole, e tra le mie doti non spiccava di certo quella della brillante conversatrice! “… non mi piace esibire certi… cimeli di guerra!”
Sorrisi, cercando di allentare un po’ la tensione che si era creata tra noi qualche attimo prima. Non volevo assolutamente rovinare nulla di quella magica serata.
Volevo ancora quel suo sorriso, e fui contenta di rivederlo sbocciare nuovamente sulle sue labbra qualche attimo più tardi.
Buttai un occhio sul grande vassoio che occupava il centro del tavolo: mamma mia, era stra colmo di roba!
“bene Josh,” esordii allora studiando le molteplici tartine che avevo di fronte “ spero tu sia una buona forchetta, altrimenti la vedo dura arrivare al dessert” e impugnate le posate portai al piatto due fette di carpaccio di manzo spruzzate con due gocce di limone e accompagnate da pomodorini dall’aria squisita. “ e credimi, la creme brulè che fanno qui è qualcosa di speciale”
Sorrisi ancora, e mi ritrovai a fissare per qualche secondo gli occhi castani di Josh. Un attimo di silenzio, nessun imbarazzo. Era difficile da credere, ma così: guardarsi negli occhi senza aver bisogno di dire nulla, senza sentirsi impacciati nel compiere quella semplice azione, era qualcosa di speciale, qualcosa difficile da trovare. Ma quella sera era diversa, quella sera era magica, e in quella sera tutto poteva succedere.
Parlammo per un po’ del più e del meno mentre ci gustavamo quel ben di dio che gli efficientissimi uomini di Albert e i fantastici chef del Lumiere avevano preparato per noi quella sera.
Gli dissi della cravatta di zio Carter, della sbadataggine di mia madre, del totale disinteresse da parte di Ethan, e con una punta di ironia affermai che ogni tanto la famiglia sembrava coalizzarsi contro di me per farmi sbrigare i compiti più pallosi del mondo.
“insomma, se tu sei James Bond, io son Cenerentola!” dissi concludendo quel discorso. L’atmosfera era tornata quella briosa dell’inizio, e con una velocità che quasi rimpiansi, i camerieri tornarono al tavolo per liberarci dal vassoio degli antipasti. Non volevo che quella cena finisse. Stavo troppo bene per voler lasciare quegli occhi, quel sorriso, quel naso ammaccato, quei bicipiti scolpiti, quella voce calda e accogliente come un abbraccio.
“cosa ti ha portato al Lumiere questa sera?”
Chiesi allora in un attimo di silenzio. Non so, non mi interessava tanto sapere perché non aveva frequentato la mia stessa scuola quando eravamo bambini, le missioni segrete che lo facevano apparire un agente segreto, m’importava solo se anche per lui, quella sera, quel nostro incontro, era qualcosa di speciale. Si viveva nel presente, e nell’immediato futuro. E ciò che io stavo vivendo in quel momento era lui. Poco m’importava tutto il resto.
 
Top
°Josh
view post Posted on 2/5/2010, 06:43




Josh.


I loro pensieri furono bloccati all'arrivo dei camerieri,che elegantemente iniziarono a servire al loro tavolo.
Josh era leggermente a disagio,non era abituato ad essere servito,suo padre non l'aveva mai fatto e di solito era lui che cucinava e serviva.
Sorrise alla splendida donna davanti a lui,che invece era perfettamente a suo agio,non avevano molte cose in comune,eppure sentiva un'attrazione enorme per lei.
Osservò le pietanze,in modo che lei potesse studiarlo senza essere in imbarazzo.
Sentiva gli occhi di lei puntati addosso,probabilmente cercava qualche indizio o forse stava cercando di ricordare qualcosa.
A lui non dava fastidio,se questo l'aiutava a trovare delle risposte,era libera di farlo.
“Non serve che ti scusi,è naturale che hai pensato al peggio.,,
I suoi occhi si fermarono su quelli di lei,giusto il tempo per sorriderle,poi tornarono a vagare nella stanza.
Si fermò quando il suo tono cambiò,quella cicatrice doveva averla ferita davvero nell'animo,la osservò di nuovo.
“Io trovo che ti donino un fascino da dura.,,
Girò il coltello tra le dita e continuò a parlare.
“Sei bellissima e hai un corpo perfetto. Ma quella cicatrice è la tua unica imperfezione,ma per qualche motivo ti rende ancora più affascinante e particolare.,,
Lo pensava seriamente,era bella da mozzare il fiato,ma la perfezione dopo un po' annoia è sempre equa,mentre quella cicatrice la rendeva unica e a suo modo interessante.
“Sono un'ottima forchetta,mia cara.,,
Era vero,adorava mangiare e assaggiare di tutto,ovviamente si conteneva perché da bravo medico stava attento al suo peso.
Portò un pezzo di carne alla bocca,non si sbagliava era delizioso,altro che quella robaccia che servivano in ospedale.
Era tutta un'altra cosa,cibo di alta qualità,seguito da contorno ancora più delizioso e delicato,osservò soddisfatto Agness.
“Non dubiterò mai più della tua parola.,,
Scherzò portando un altro pezzo di carne alle labbra.
Durante la cena,continuarono a scambiarsi sguardi,come se volessero comunicare con gli occhi,le parole quasi scomparvero.
Rise a i suoi racconti,la sua famiglia era davvero divertente e da come parlava si capiva che ne era davvero affezionata.
(Famiglia...)
Si fermò di colpo,ma lentamente,rimase con la forchetta alzata a pochi centimetri dalla bocca,mentre il suo sguardo si perse nel vuoto.
Con la mente tornò a quando era piccolo,rivide se stesso nel letto che ascoltava un racconto di sua madre.
Era buffo ma più cercava di ricordarsi il suo volto,più la figura si faceva trasparente.
Vide suo padre entrare in camera e dire che era ora che lui andasse a letto,si scambiarono un bacio,suo padre lo spettinò.
Subito dopo un profumo e delle labbra che si appoggiavano sulla sua fronte,poi la porta della sua camera si chiuse e lui ritornò alla realtà.
Osservò il vino e poi Agness,sorrise automaticamente ad una sua frase,i suoi pensieri erano confusi non riusciva a pensare.
Il cuore gli batteva in petto,riusciva quasi a sentirlo,poi provò un forte impulso,un desiderio irrefrenabile che si faceva strada e non poteva ignorarlo.
La osservò portare alla bocca un pezzo del dessert,si alzò in piedi e le si avvicinò,prese delicatamente il suo viso tra le mani.
Con decisione avvicinò il viso chiudendo gli occhi,aprii leggermente le labbra e le appoggiò contro contro quelle di lei,su cui andarono a modellarsi.
In quel momento esatto,ebbe la sensazione che il tempo si fosse fermato.
Le sue labbra erano qualcosa di unico, deliziose,morbide,delicate e dolci,la esprimevano perfettamente.
Non seppe dire quanto durò quel bacio,ma quando si allontanò,vide che la sala lo osservava,si rese conto del gesto che aveva fatto.
Abbassò lo sguardo mortificato,eppure non riusciva ad rimpiangere il gesto,quel bacio aveva esorcizzato la sua malinconia improvvisa,come se lei avesse trasmesso un po' della sua felicità a lui.
“Scusami...Forse è meglio se vado...,,
Disse alzandosi in piedi.
 
Top
15 replies since 17/2/2010, 02:07   283 views
  Share