Twilight GdR

Rain

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agneSStyle
view post Posted on 22/2/2010, 19:27 by: agneSStyle




Ness.

“tranquillo, a casa ho la fortuna di avere degli specchi, e fortunatamente conservo ancora un briciolo di senso del gusto” affermai riferendomi alla signora ingioiellata che c’aveva fulminato con lo sguardo. “non metterei piede fuori dalla porta conciata in quel modo” conclusi abbassando il tono di foce ed avvicinandomi un poco a Josh come per essere sicura che mi sentisse. Finita la frase riappoggiai la schiena sulla sedia, lui continuava a scherzare, il tono allegro che difficilmente gli avrei associato vista la situazione in cui si trovava, e risi alle sue battute. Ancora teneva la mia mano nella sua quando se la portò alla bocca, facendo finta di addentarla. Il baciamano era cosa insolita certo, ma il cannibalismo lo superava di gran lunga essendo più unico che raro. La cameiera segnò il tutto sul suo palmare e se ne andò sorridendo sotto i baffi.
“illegale a dir poco” dissi col sorriso sulle labbra incrociando sul tavolo le mani ormai liberate “sarà meglio allora non limitarsi alla lista dei vini, se non vuoi finire in galera”. Lui aveva già implicitamente dichiarato di volermi invitare a fermarmi per la cena quella sera, ma solo dopo quella mia risposta, arrivò la richiesta ufficiale:
CITAZIONE
“Visto che non ho ancora magiato,ti va di farmi compagnia?,,

Le persone difficilmente accettano un invito a cena conoscendosi così poco, ma il sorriso di Josh mi infondeva tranquillità. Aveva il naso ridotto parecchio male, ma era un bravo ragazzo, me lo sentivo.
“perché no” dissi allora dopo una breve esitazione. Le labbra erano piegate all’insù in un sorriso sincero “anch’io inizio ad avere fame, e non vorrei divorarti un braccio qui davanti a tutti avendo a disposizione un ristorante che fa le costine d’agnello più buone di tutta la contea”
Sorrise ancora. Cristo, l’avrei guardato sorridere per tutta la serata. Mi sarei messa d’impegno per tirar fuori la mattatrice che è in me se solo fosse servito a godere di quel sorriso un altro po’.
Distolsi lo sguardo, buttandolo al di la delle vetrate rigate dall’acqua che a fiumi scorreva fuori. Non volevo notasse che lo stavo fissando, e per due secondi calò tra noi il silenzio. La pioggia mia aveva portato da lui, e per nessuna ragione al mondo avrei varcato la porta del Lumiere almeno per un paio d'ore.
“poi con questa pioggia chi vuole prendere la macchina per tornare a casa?” lo guardai ancora. Poi la cameriera interruppe prepotente quel gioco di sguardi, servendoci il vino.
 
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