Twilight GdR

Old friends, Irvine

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agneSStyle
view post Posted on 11/2/2010, 21:32 by: agneSStyle




La preoccupazione nella sua voce era tangibile, e li non cercò di nasconderla. Dopotutto perché avrebbe dovuto farlo?
Lasciai la sua mano per prendere un breve sorso di caffè, quando lui mi disse esplicitamente che non sarei dovuta andare nel bosco, da nessun’altra parte senza prima avvisarlo.
Appoggiai la tazza di ceramica sul tavolo, e lo guardai ancora negli occhi. La preoccupazione non era certo per il suo stato attuale di nottambulo, quanto per me. Le sue pupille si muovevano veloce ad analizzare ogni punto del mio viso, come se gli avessero bendato gli occhi un secondo più tardi e gli avessero chiesto di descrivere esattamente ogni mio particolare.
Gli accarezzai dolcemente il viso, la mascella serrata s’ammorbidì appena al tocco della mia mano, e sembrò quasi abbandonarsi per un istante tra le mie fragili mani.
Le sue parole non erano state recepite come una noiosa costrizione al quale ero obbligata a sottostare, non erano uno spropositato atto di gelosia o altro.
Se Irvine diceva una cosa non lo faceva a caso, e questo era uno dei pilastri della mia vita. Ogni parola era calcolata e calibrata negli effetti, e il fatto che lui volesse essere informato sui miei spostamenti non mi faceva presumere nulla di buono.
Avevo vissuto fino a sedici anni senza telefono cellulare e senza e-mail, si tornava a casa per la merenda e poi solamente quando il sole faceva capolino dietro le montagne, e nessuno aveva mai battuto ciglio, e dire che allora ero una bambina!
Non sapevo se chiedergli cosa ci fosse nel bosco, quale fosse il motivo per il quale non chiudeva occhio la notte. Non sapevo, o forse non volevo saperlo.
Deglutii, e facendo scorrere la mano lungo il suo viso ed il collo, gli accarezzai la spalla fino a tornare alla sua mano.
“è meglio che io non sappia cosa ci sia nel bosco. Vero Irvine?”
Sapevo che non me l’avrebbe detto, ma a guardarlo bene sembrava che non lo sapesse nemmeno lui il pericolo che si aggrava nella foresta di Forks.
I giornali locali avevano accennato al ritrovamento avvenuto nei boschi della contea di alcune ragazze vittime di aggressioni di orsi e puma, ma non vi fu dato particolare riguardo. La gente preferiva vivere nella convinzione che il male fosse lungi dalle loro case così bianche e così perfette. La gente preferiva una bella bugia piuttosto che una cattiva verità. La gente… ma io no, e nemmeno Irvine.
“pensavo di essermi sbarazzata dei mostri moooolti anni fa” dissi con una punta di ironia nella voce abbassando gli occhi, e cercai di soffocare un principio di una risata, che uscii però come uno sbuffo rassegnato “ e mi pareva allora di avere anche un ottimo aiutante al mio fianco”
Tornai a guardarlo negli occhi, sperando di vederli un po’ meno pensierosi di come li avevo lasciati. “si vede che non abbiamo fatto un ottimo lavoro, Robin” adesso la lasciai andare quella triste risata.
Non era certo il momento migliore di scherzare, non avevo mai visto Irvine preoccuparsi per me in quel modo, nemmeno quando uscivo con Miky Mc.Farrel. e ripensandoci bene lì si che c’era da terrorizzarsi!
Finalmente sorrise. Fu meglio di una carezza o di un bacio dato da qualsiasi altra persona, il suo sorriso era il mio compenso per ogni mia azione, era un messaggio di sicurezza, sincerità ed amore.
“tu come mio padre?” gli dissi allora sgranando gli occhi “assolutamente no! Ti manca un po’ di barba e qualche chilo in più. ” e gli sfregolai un palmo contro la morbida mascella rasata di fresco. "sei troppo carino per assomigliarci"
sapevo che lui si riferiva al suo essere molto apprensivo nei miei confronti, ma lui sapeva benissimo che non mi dava fastidio, e che mai e poi mai l'avrei paragonato al signor Matthias Van der Vaart. Sorrisi ancora, e sta volta fu quasi una liberazione, un momento di relax in tutto quel discorso tetro e che mi preoccupava parecchio.
“ti voglio bene Irvine” gli dissi allora tornando un poco seria e guardandolo con tenerezza negli occhi “lo sai vero…” era una domanda retorica alla quale mi ero già risposta, ma non mi sarei stancata di dirglielo,e in quel momento volevo che lui se lo tenesse bene in mente.
 
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